sabato 12 ottobre 2019
Dal business dell’azzardo ai ragazzi della comunità frontiera di Bari
Il gommone capace di portare venti persone sequestrato alle azzardomafie. Oggi è utilizzato dalla Comunità Frontiera-Città dei ragazzi di Bari

Il gommone capace di portare venti persone sequestrato alle azzardomafie. Oggi è utilizzato dalla Comunità Frontiera-Città dei ragazzi di Bari

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I ragazzi non credono ai loro occhi davanti a quel gommone. Ora quello splendido Mercury, 9 metri, capace di portare 20 persone, spinto da un potente motore da 275 cavalli, è loro. Sono i giovani della Comunità Frontiera-Città dei ragazzi di Mola di Bari e quel gommone era del gruppo mafioso barese coinvolto un anno fa nella mega inchiesta denominata “Scommessa” che ha colpito gli affari dei clan dell’azzardo in Puglia, Calabria e Sicilia. La più grossa operazione contro le azzardomafie. Furono arrestate 68 persone e sequestrati beni per un miliardo di euro, 200 milioni solo in Puglia. Tra questi molte auto di lusso e imbarcazioni. Una, il potente gommone, ora sarà strumento utile per la comunità guidata dal francescano padre Giuseppe De Stefano da anni impegnata sul fronte del disagio minorile.

«È stato un momento bellissimo. Vedere quei ragazzi felicissimi di ricevere quel bel gommone mi ha fatto venire le la- crime agli occhi», è il commento emozionato e molto umano del procuratore di Bari, Giuseppe Volpe. Che poi, da esperto magistrato antimafia, sottolinea come «il contrasto alle mafie si fa con le misure patrimoniali, togliendo le loro ricchezze. Se poi si riescono a riutilizzare positivamente, facciamo davvero un passo avanti». Dunque, aggiunge, «è importante riuscire a utilizzare anche i beni mobili, che altrimenti finiscono per marcire nei depositi giudiziari, dove si deve anche pagare per conservarli. Purtroppo – insiste – non si trovano soggetti disponibili a riceverli. Per questo è importatissima la consegna del gommone. È un forte segnale». Non l’unico. Nelle sette sale scommesse del gruppo capitanato da Francesco Martiradonna, c’erano mobili, televisori, computer. Sarebbe stato davvero un peccato non utilizzarli.

Così la procura ha firmato un protocollo con la Caritas diocesana e molti di questi beni ora sono già in case famiglia per donne in difficoltà con minori, nella mensa per i poveri, nella casa famiglia per malati di Aids, per il progetto socio-educativo per minori a rischio devianza. Si tratta di 58 smart tv, 6 notebook, 13 personal computer completi di monitor e tastiera, 47 monitor, e poi divani, tavoli, panche e sgabelli. Altri beni, sempre sequestrati nella stessa operazione, sono stati assegnati alla Curia provinciale di San Michele Arcangelo dei Frati Minori di Puglia e Molise, alla Cooperativa sociale Rama di Ruvo di Puglia che si occupa di minori a rischio e al Gruppo di Telecomunicazione emergenza radio di Cassano Murge per attività di protezione civile. E altri seguiranno. Il procuratore è particolarmente soddisfatto soprattutto per i computer e ci spiega perchè.

«Come lei ricorderà, in una telefonata intercettata, uno degli arrestati diceva: “Io cerco i nuovi adepti nelle migliori università mondiali e tu vai ancora alla ricerca di quattro scemi in mezzo alla strada che vanno a fare così: bam bam!! Io cerco quelli che fanno così, invece: pin, pin!! Che cliccano! Quelli cliccano e movimentano... È tutta una questione di indice, capito?”. Ora – sottolinea il procuratore – saranno altri indici a usare quelle tastiere e per scopi ben diversi». E poi aggiunge: «Questi sono segni tangibili di come può essere utile la fatica quotidiana di noi magistrati e delle forze dell’ordine non solo per colpire i mafiosi ». Una riflessione che fanno anche il procuratore aggiunto, Francesco Giannella, coordinatore della Dda barese, e i sostituti Renato Nitti e Giuseppe Gatti, che hanno condotto l’inchiesta “Scommessa”. «La lotta alla mafia non è solo punizione – affermano – ma anche restituzione alla società di quello di cui la mafia si era impossessata con la propria attività illegale». È la nuova rotta del bene sulla quale ora navigherà il gommone dei ragazzi di Mola di Bari.

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