sabato 23 dicembre 2017
La Regione stanzia un aiuto per tre anni, un segnale contro la drammatica denatalità. Serracchiani: sintonia con l’appello dei vescovi per il Natale
Foto dell'agenzia Siciliani

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Solo 1,3 figli per donna, in Friuli Venezia Giulia. E al 1º gennaio 2017 i bambini fra 0 e 4 anni erano, secondo il recente rapporto statistico della Regione, l’11,2% in meno rispetto al medesimo periodo del 2013 (5.723 unità). Ecco perché la stessa Regione ha deciso di correre ai ripari, rivoluzionando le politiche per la famiglia. L’ha annunciato ieri la presidente Debora Serracchiani, tirando il bilancio di fine anno.

«Non poteva rimanere inascoltato il ripetuto appello dell’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, e di quello di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi. Abbiamo così deciso – ha specificato – un aiuto mensile di 200 euro al mese per tre anni per ogni figlio, aiuto che si vada ad affiancare ai servizi offerti alle famiglie e introdotti in questa legislatura, quali l’abbattimento delle rette degli asili nido, carta famiglia, misura attiva di sostegno al reddito, contributo al trasporto pubblico e all’acquisto di testi scolastici».

Il Friuli-Venezia Giulia è una delle regioni demograficamente più desertificate. L’economista Fulvio Mattioni ha calcolato, studiando i dati Istat, che entro il 2026 la regione disporrà di 70mila lavoratori in meno e addirittura di 200mila in meno vent’anni dopo. «Il tema denatalità è una delle più rilevanti emergenze nazionali, che tocca molto anche il Friuli Venezia Giulia – ha riconosciuto la presidente – per cui, anche in sintonia con il recente appello di Natale dei vescovi, abbiamo deciso di impegnarci su questo aspetto». Serracchiani ha ammesso che la proposta «parte dal modello attuato in Alto Adige» e da quello portato avanti dalla Francia. Ed intende ampliarlo.

La convinzione è, dunque, che offrendo servizi alle famiglie, nonché un sostegno economico, una coppia possa pensare di avere dei figli e, parallelamente, mantenere l’impegno lavorativo di entrambi i genitori. I criteri di accesso immaginati per concedere il contributo mensile di 200 euro consistono nella residenza in regione secondo quanto già previsto dalla misura attiva di sostegno al reddito e un limite Isee fino a 70mila euro.

«I conti tornano, per le verifiche che abbiamo fatto» assicura Serracchiani; la cifra sarebbe comunque consistente, servirebbero più di 80 milioni l’anno. La presidente ha comunque anticipato che ci sarà una seconda fase dell’aiuto. «Andare oltre il limite dei tre anni e rilanciare con un progetto più ampio che si leghi ad esempio a quanto previsto a livello nazionale dallo Ius culturae, ovvero concedere la stessa somma fino al completamento del ciclo di studi del bambino o della bambina».

Nel Friuli-Venezia Giulia il primo bebè in famiglia arriva in media a 31 anni e il 30,7% delle nascite del 2016 è avvenuto fuori dal matrimonio. Tra le coppie con figli, il 51% ne ha uno solo, il 42,1% due e il 7 tre o più (circa il 7%).

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