venerdì 22 novembre 2019
Il narcomercato italiano è dominato dalle droghe tradizionali, ma c'è qualche segnale di interesse. I dati del Dipartimento politiche antidroga e della Direzione centrale antidroga
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Il nuovo spettro, per l’antidroga italiana, si condensa in un acronimo: nps. Sta per 'nuove sostanze psicoattive' e ne sono state censite 'almeno 800': catinoni sintetici, cannabinoidi sintetici, chetamina o benzodiazepine, spiega la tossicologa forense Sabina Strano Rossi. Ma la sostanza che più preoccupa è un oppiaceo sintetico denominato Fentanyl, con le sue decine di micidiali varianti dette 'fentanili'. Una dose costa 10 euro, è usato anche per tagliare l’eroina e basta qualche microgrammo a mandare in coma. È 100 volte più potente della morfina e 30-50 più dell’eroina.

Negli Stati Uniti miete da anni centinaia di migliaia di vittime - 72mila solo nel 2019, ricorda il professor Gilberto Gerra, esperto dell’Unodc di Vienna - e l’amministrazione Usa sta provando a combatterlo. In Italia, avverte Elisabetta Simeoni del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, da inizio agosto al 20 novembre di quest’anno si sono registrati 55 casi di overdose 'fauste' e 76 con decesso. Nel 2018 ci sono state le prime comunicazioni del Sistema nazionale di allerta precoce su due decessi in Italia causati dagli omologhi di sintesi del Fentanyl. «Non siamo in una situazione di emergenza, ma dobbiamo attrezzarci», considera Giuseppe Cucchiara, a capo della Direzione centrale dei servizi antidroga. Proprio la Dcsa ha deciso, insieme al Dipartimento di Palazzo Chigi, di fare il punto su droghe sintetiche e nuove sostanze psicoattive in un workshop all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Nato come antidolorifico, il Fentanyl è usato per alleviare i sintomi di gravi patologie. Ma i gruppi criminali hanno generato, in laboratori clandestini, i fentanili, ancora più potenti e letali. Finora, spiega il colonnello della Guardia di Finanza Alessandro Cavalli in forza presso la Dcsa, «i primi 5 sequestri di fentanili in Italia sono stati effettuati quest’anno». Il primo alert di Interpol sul Fentanyl, ricorda Cucchiara «risale al 2017. Per ora il narcomercato italiano è dominato dalle droghe tradizionali e gli oppiacei sintetici sono ancora una quota residuale». Le narcomafie nostrane continuano a trafficare con cocaina, eroina, cannabis, in un mercato che vale 30 miliardi di euro, ma c’è qualche segnale di interesse delle ’ndrine calabresi.

Ordini via web e pacchi postali. I fentanili non si vendono per strada, ma vengono ordinati su internet, nel dark web e nel deep web, da laboratori che, in terra europea, stanno in Olanda o Spagna. Pochi microgrammi, in una busta recapitata da un corriere postale, possono servire per confezionare molte dosi. A febbraio, i carabinieri hanno arrestato un 44enne a Cinisello Balsamo (Milano), che aveva comprato sul dark web oppiodi sintetici spediti da una località canadese. In Cina, osserva il colonnello Cavalli, «c’è il maggior numero di produttori». La Dcsa lavora al progetto 'Hermes', per monitorare le spedizioni: alcuni funzionari «stanno andando all’estero, Olanda e altri Paesi, ma anche in Italia, da aziende come Dhl, Bartolini, Poste italiane, chiedendo collaborazione. Lavoriamo a un software di analisi del rischio, poi coinvolgeremo le forze di polizia in una sperimentazione».

Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho avverte: le nuove sostanze attirano i giovani e «la repressione non può essere l’unica soluzione, è necessario il contributo di famiglia e scuola». La pensa così anche il capo della polizia Franco Gabrielli: «Noi dobbiamo intercettare i traffici, disarticolare i gruppi criminali, ma l’offerta c’è per via della domanda. Bisogna lavorare sulla prevenzione, facendo rete con agenzie educative, sanità, società civile e Terzo settore».

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