lunedì 8 luglio 2019
Confiscato il veliero Alex. Il Comitato per la sicurezza vara nuove misure per contrastare le partenze: altre 10 motovedette alla Libia, accordo con la Tunisia su controlli e rimpatri
Navi militari a guardia dei porti. Mercoledì vertice di governo sui migranti
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Sebbene siano tutti a terra da domenica, il caso di Mediterranea continua a far discutere: dopo lo sbarco e il sequestro preventivo, che la Procura ha convertito in probatorio, della Alex & Co, la Guardia di finanza questa mattina ha incontrato nuovamente il comandate di Alex & Co Tommaso Stella per contestare una seconda violazione del Decreto sicurezza bis alla barca a vela di Mediterranea che comporta il sequestro amministrativo di Alex & co e il Prefetto di Agrigento potrà predisporre la confisca dell'imbarcazione. È stata notificata inoltre una seconda sanzione per un totale di 66mila euro di multa.

Se la prima violazione è costituita dall'entrata in porto a Lampedusa (come da contestazione originaria), la seconda rilevata consiste nel superamento accidentale del limite delle acque nazionali, avvenuto nelle ore precedenti quando la Alex & co si trovava in rada a Lampedusa, quando a causa delle correnti marine e di un difetto delle comunicazioni indipendente dalla volontà del capitano, la barca – che era tenuta a non entrare in acque nazionali – aveva scarrocciato oltre il limite delle dodici miglia. Va detto che su questo punto c'è stata una comunicazione tra il comandante e le motovedetta della Guardia di finanza: era stato esplicitato anche coi finanzieri la difficoltà a bordo con il segnale Gps e Vhf e questi ultimi si erano impegnati a segnalare loro stessi a Mediterranea quando fosse andata oltre il limite della acque nazionali.

Mediterranea in un tweet ha aggiunto che si tratta di un "pretesto del tutto illegittimo". "Se pensano di fermare così Mediterranea si illudono di grosso: stiamo già preparando i ricorsi e con il sostegno di tutti voi torneremo presto in mare", ha assicurato la Ong.

DOMENICA LO SBARCO DA ALEX & CO ALLE 2 DEL MATTINO

Mentre stanno per scendere per lo sbarco, dovuto al sequestro preventivo della nave Alex & co, alcune delle persone soccorse si sono messe a riordinare i salvagenti e le coperte termiche che erano state distribuite dai soccorritori. Un ultimo gesto di gratitudine verso chi ha salvato le loro vite: "Ora che ne sarà di voi? E dei nostri fratelli che sono ancora in Libia?" sono alcune delle domande che si rincorrono negli ultimi minuti concitati prima che la Alex & co non sia completamente vuota e sequestrata al molo Favarolo, sotto la custodia del comandante Tommaso Stella.

ALAN KURDI, SBARCATI A MALTA I 65 SOCCORSI E SALVATI ALTRE 44 PERSONE

Si è risolta anche l'altra crisi umanitaria che riguardava le 65 persone soccorse venerdì e che ancora si trovavano a bordo della nave Alan Kurdi, gestita dalla ong tedesca Sea Eye: nelle ultime ore sono potuti approdare a Malta dopo aver ricevuto l’autorizzazione dal governo del Paese. La Alan Kurdi era rimasta per un giorno a largo di Lampedusa dopo aver effettuato un salvataggio nella cosiddetta Sar libica, ma l’Italia si era rifiutata di farla entrare nelle sue acque territoriali. Sabato sera, allora, la Alan Kurdi aveva fatto rotta verso Malta, spiegando di non voler aspettare che la situazione dei migranti a bordo si facesse troppo grave: le autorità maltesi avevano inizialmente negato l’ingresso nelle acque territoriali, ma hanno poi accettato di accogliere temporaneamente i migranti a bordo. Dopo essere stati trasbordati su navi militari maltesi, i migranti sono arrivati in porto poco dopo le 21 di domenica e la Alan Kurdi ha ripreso il mare, direzione Sar libica. A distanza di poche ore l'imbarcazione della Sea Eye nel corso del pattugliamento riesce a salvare altre 44 persone a bordo di una barca di legno, con la collaborazione di Malta che subito le fa trasbordare su una delle sue motovedette per portarli nel porto della Valletta.

LE INDAGINI DOPO LO SBARCO DELLA ALEX & CO
Va ricordato che il comandante Stella della Alex & Co di Mediterranea Saving Humans e il capo missione Erasmo Palazzotto sono indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. E per aver violato altri due articoli del codice di navigazione, in particolare per non essersi fermati di fronte all'alt imposto da una nave da guerra ed essere entrati comunque nel porto di Lampedusa. Al comandante e all'armatore Beppe Caccia è inoltre stata consegnata una multa amministrativa di 16mila euro ciascuno, per aver violato il decreto Sicurezza Bis.
Da Mediterranea contestualmente era partito un esposto alla Procura di Agrigento: "A bordo c'era un'emergenza sanitaria, non siamo noi ad aver violato la legge" ha spiegato Alessandra Sciurba, a un giorno dal sequestro preventivo in una conferenza fuori dai cancelli del molo Favarolo.
Tra i tanti messaggi di sostegno e solidarietà al comandante Stella è arrivato anche quello dell'amico velista Giovanni Soldini: "Se dovessi passare dal Canale di Sicilia farei, esattamente come lui" e ancora "Bravo Tommaso, hai fatto il marinaio. La legge del mare dice, da sempre, che gli uomini in acqua vanno salvati, poi li sbarchi dove ti viene comodo".

IL PAPA: VANNO ESTESI I CORRIDOI UMANITARI
Il Papa "anche se sono passati alcuni giorni" all'Angelus di domenica ha invitato a pregare "per le povere persone inermi uccise o ferite dall’attacco aereo che ha colpito un centro di detenzione di migranti in Libia. La comunità internazionale non può tollerare fatti così gravi. Prego per le vittime: il Dio della pace accolga i defunti presso di sé e sostenga i feriti. Auspico che siano organizzati in modo esteso e concertato i corridoi umanitari per i migranti più bisognosi. Ricordo anche tutte le vittime delle stragi che recentemente sono state compiute in Afghanistan, Mali, Burkina Faso e Niger".

I BARCHINI FANTASMA A LAMPEDUSA
Intanto nella notte tra domenica e lunedì a Lampedusa vi è stato infatti un secondo mini sbarco di persone migranti nel giro di poche ore. Una piccola imbarcazione è stata intercettata intorno all’una dalla motovedetta dei carabinieri a circa un miglio dalla costa con 19 persone a bordo, tutte di origini tunisine. E sono stati trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera e accompagnati in porto da dove sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Contrada Imbriacola. Sempre domenica sera altri 10 migranti erano stati bloccati a terra dopo essere approdati con un barchino a Cala Galera. Situazione critica nell'hotspot, con oltre 200 presenza a fronte di una capienza di 97.

Ma gli sbarchi non avvengono solo a Lampedusa: 47 migranti sono attesi nella notte a Pozzallo. Soccorsi al largo di Lampedusa dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, i migranti provengono dalla Costa d'Avorio, dal Camerun e dalla Tunisia.

LO SCONTRO TRA VIMINALE E DIFESA SUL CASO MEDITERRANEA
Non si ferma lo scontro tutto politico tra il ministero dell'Interno e le navi umanitarie sulla presunta chiusura dei porti italiani, che poi di fatto riguarda le navi delle Ong: e anche la Difesa, e in particolare il ministro Trenta si fa sentire per ribadire che erano state già venerdì scorso messe a disposizioni le navi militare italiane per chiudere il caso della barca a vela di Mediterranea con a bordo 70 persone tra persone soccorse ed equipaggio. "Eravamo a disposizione per il massimo sostegno, ci è stato detto che non serviva - ha spiegato il ministro della Difesa - Siamo rimasti a disposizione, pronti. Ma da quel momento non è più arrivata alcuna richiesta del Viminale. Salvini ha fatto una diretta social, ma istituzionalmente solo silenzio".

IL COMITATO PER LA SICUREZZA: NAVI DELLA MARINA E GDF PER DIFENDERE I PORTI ITALIANI

Il Comitato nazionale ordine e sicurezza presieduto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, riunito oggi pomeriggio, ha deciso di varare una serie di misure con l'obiettivo di ridurre e controllare le partenza dal nord Africa. Saranno utilizzati radar, mezzi aerei e navali e saranno fornite altre 10 motovedette italiane alla Guardia costiera libica entro l'estate. Con la Tunisia si è deciso di avviare contatti per ridurre le partenze e aumentare i rimpatri. Sul fronte interno, il governo ha deciso che le navi della Marina e della Guardia di Finanza saranno poste a difesa dei porti italiani.

Altri emendamenti sono stati proposti al Decreto Sicurezza Bis per rendere più efficace il contrasto al traffico di esseri umani e per aumentare le pene per scafisti e trafficanti. La base di partenza della discussione è stata la soddisfazione per la riduzione degli sbarchi alla data di oggi (comprese tutte le tipologie) passati dai circa 17mila dell'anno scorso ai 3mila di quest'anno.

CONTE: VERTICE CON I MINISTRI MERCOLEDÌ

Il premier Giuseppe Conte ha convocato, per mercoledì alle 19, un vertice sull'immigrazione. "Da alcune settimane stiamo assistendo a un progressivo incremento del numero di imbarcazioni che trasportano migranti, che si approssimano alle nostre coste e sollecitano un attracco ai nostri porti. Diventa pertanto urgente coordinare le iniziative dei ministri competenti anche al fine
di evitare che possano ingenerarsi sovrapposizioni o malintesi", si legge nella lettera inviata da Conte ai ministri. A Palazzo Chigi ci saranno
il ministro dell'Interno Matteo Salvini, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il titolare del Mit Danilo Toninelli e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.

MALTA E ITALIA: SERVE UN MECCANISMO PERMANENTE SUGLI SBARCHI IN EUROPA

Malta e l'Italia cercano un'intesa sulla gestione degli sbarchi delle navi umanitarie, ma chiedono sostegno anche agli Paesi europei: "perché non è più ammissibile continuare a procedere, caso per caso, ricercando soluzioni in emergenza, con crescenti difficoltà politiche e gravissimi disagi. A tal fine - si legge ancora nel comunicato congiunto dei due ministeri degli Esteri - occorre uno strutturato meccanismo permanente a livello di Unione Europea, che affronti l'insieme delle sensibili questioni che riguardano migrazioni e non si limiti unicamente alle sole procedure per il diritto di asilo. Riformare il regolamento di Dublino non basta, bisogna andare oltre e occuparsi di tutte le persone migranti.

Affinché possa essere avviata una discussione organica, in grado di condurre i governi degli Stati UE a convergere verso una politica comune per le migrazioni". Nel finale della nota si richiede che nell'ordine del giorno del prossimo Consiglio Affari Esteri UE di luglio se ne discuta.

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