giovedì 11 maggio 2017
ll gip di Milano, Luigi Gargiulo, “congela” la richiesta della Procura di Milano per Marco Cappato, accusato di aiuto al suicidio, e rimanda le parti a un'udienza il prossimo 6 luglio
Dj Fabo in uno degli ultimi video girati e diffusi in Rete prima di morire

Dj Fabo in uno degli ultimi video girati e diffusi in Rete prima di morire

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Il gip di Milano, Luigi Gargiulo, per il momento non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Milano per il segretario dell'associazione Luca Coscioni Marco Cappato, accusato di aiuto al suicidio per aver compagnato Fabiano Antoniani, Dj Fabo, in Svizzera dove il 40enne milanese, diventato cieco e tetraplegico a seguito di un incidente, ha scelto di morire nella clinica "Dignitas".

Il gip ha scelto di fissare un'udienza di discussione tra le parti, alle quali ha notificato la convocazione per il 6 luglio. Dopo questa udienza potrà accogliere l'archiviazione o respingerla e disporre l'imputazione coatta. Un segnale positivo, secondo l'avvocato di Cappato, Filomena Gallo: "Quella di fissare un'udienza camerale prima di decidere se archiviare o andare avanti era una decisione nelle possibilità del giudice per le indagini preliminari e noi eravamo in attesa. È comunque un segnale positivo, perché significa che vuole approfondire".

La richiesta della Procura

Cappato si era autodenunciato per avere accompagnato da Milano in auto fino in Svizzera il 39enne e nella richiesta di archiviazione i pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini avevano argomentato che «le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile o indegna dal malato stesso». Di più, per i pm la giurisprudenza avrebbe «inteso affiancare al diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell’umana dignità».

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