mercoledì 10 gennaio 2018
In dieci anni è passata dal 20,8% al 13,8%, ma rimangono le distanze tra Nord e Sud e tra le classi sociali. La ministra Fedeli: «È il problema del Paese». Le strategie per una soluzione
Dispersione in calo, ma resta alta tra immigrati e poveri
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La dispersione scolastica è in calo ma resta «il problema» del nostro Paese. Lo ha ribadito, con fermezza, la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, presentando i risultati del lavoro della Cabina di regia, coordinata dall'ex-sottosegretario Marco Rossi Doria, che in questi mesi ha girato l'Italia per studiare le buone pratiche già in atto e presentare la strategia per fronteggiare questo preoccupante fenomeno. Che, in dieci anni, si è quasi dimezzato (passando dal 20,8% al 13,8% dei giovani tra i 18 e i 24 anni con al più il diploma di scuola media o una qualifica di durata non superiore ai due anni e non più in formazione), ma resta ancora al di sopra del 10%, obiettivo della Strategia Europa 2020. Soprattutto, la dispersione scolastica e il fallimento formativo interessano ancora, per la maggior parte, gli studenti di nazionalità non italiana, non nati in Italia e i figli delle famiglie povere.

«Danno per l'intera società»

«Combattere la povertà educativa - ha ricordato la ministra Fedeli - deve essere la priorità nazionale, perché questa è la base per combattere le altre povertà: da qui partono le disuguaglianze, così come le opportunità. L’abbandono e la dispersione hanno conseguenze negative non solo sulle vite dei singoli, arrecano danno complessivo alla società, comportano una perdita economica per l’intero Paese in termini di Pil, minano la coesione territoriale e sociale».

Intervento strutturato con la collaborazione di tutti

Per afffrontare un fenomeno che riguarda tutto il Paese, pur con evidenti squilibri territoriali tra Nord e Sud (con Sicilia, Campania e Sardegna sopra la media nazionale), sono necessarie «soluzioni a lungo termine», ha ricordato la ministra, con un «intervento strutturato» da parte di tutti. Da qui la necessità, sottolineata dalla Cabina di regia, di coinvolgere, in un lavoro di rete con le scuole, il terzo settore, i centri sportivi, le parrocchie e il volontariato. «Su questo fronte - ha sottolineato Rossi Doria - servono interventi sistemici e di lungo termine, una metodologia d'azione condivisa e partecipata con un forte coinvolgimento dal basso che metta al centro gli studenti, i docenti e le famiglie. Abbiamo il dovere di contrastare la dispersione e creare opportunità per chi abbandona i percorsi di istruzione».

Valorizzare le buone pratiche

Tra le strategie da mettere in campo, indicate nel documento uscito dalla Cabina di regia, c'è la raccolta e valorizzazione delle buone pratiche realizzate nei territori, attraverso il rafforzamento delle reti locali tra scuola e società. Il contrasto alla dispersione e alla povertà educativa, prosegue il documento, va promosso, in concreto, anche attraverso un’edilizia scolastica di qualità, l’estensione del tempo pieno, la promozione di attività che vadano oltre l’orario scolastico, il sostegno all’innovazione digitale e ai laboratori, la formazione dei docenti.


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