martedì 13 dicembre 2022
Protezione temporanea nell'Unione a quasi 4,5 milioni di ucraini senza perdere benessere e sicurezza, eppure per gli altri profughi continuano i respingimenti lungo tutte le frontiere europee
In fuga dall'Ucraina

In fuga dall'Ucraina - Foto Caritas italiana

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Solidali con gli ucraini, ma sempre respingenti e discriminanti in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali con tutti gli altri profughi. È la grande contraddizione di Italia ed Europa che hanno viaggiato su due binari in termini di accoglienza nell’anno più drammatico del secolo.

Lo sostiene Diritto d‘asilo, il rapporto della Fondazione Migrantes sui rifugiati che fotografa il 2022 presentato stamane a Roma. A giugno vivevano nel Belpaese poco meno di 296 mila persone con protezione internazionale (profughi ucraini inclusi), circa cinque rifugiati ogni mille abitanti. Ben lontano dalle cifre dell’accoglienza di Francia (613 mila) e Germania (2.235.000).

Il rapporto sottolinea che “l’Europa ha saputo accogliere milioni di profughi senza perdere un decimale in benessere e sicurezza”. L’Ue ha infatti registrato oltre 4.400.000 ucraini per la protezione temporanea fino all’inizio di ottobre (171 mila in Italia, dove ci ha salvati la generosa “auto-accoglienza” della comunità ucraina in collaborazione di tanti cittadini italiani). Quanto alle altre domande di asilo, il primo semestre ’22 vede già 365 mila richiedenti, contro i 201 mila dello stesso periodo del ’21. Solo il 38% delle domande processate per la prima volta nel 2021 (202.200 su 523.200) e solo il 33% dei ricorsi presentati hanno avuto esito positivo. In Italia sono state vagliate nel 2021 51.931 domande d’asilo e di queste il 58% ha avuto esito negativo.

Però contemporaneamente la stessa Unione e i suoi membri hanno “fatto di tutto per tener fuori dai propri confini, direttamente o per procura, decine di migliaia di migranti e rifugiati altrettanto bisognosi di protezione (se non ancora più fragili)”. Verso la fine di ottobre 2022 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti e dispersi nel Mediterraneo è poco inferiore alle 1.800 unità. Ancora una volta a pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l’Italia e Malta, dove si sono contati 1.295 morti e dispersi.

Gli ultimi anni hanno visto in netta crescita anche gli attraversamenti “irregolari” delle frontiere esterne dell’Ue dai Balcani occidentali: dai 5.900 del 2018 ai 106.400 dei primi nove mesi di questo 2022.

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