martedì 21 marzo 2017
Tre ore e mezzo di confronto a tutto campo dai temi sociali alla poltiica estera.
Primo dibattito tv per cinque candidati all'Eliseo: Macron il più convincente
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E' Emmanuel Macron, il leader del partito di centro En Marche, il "vincitore" del primo dibattito televisivo in vista delle presidenziali francesi. E' infatti il candidato che più ha convinto gli spettatori, nelle tre ore e mezzo di confronto in cui lui e la leader dell'ultradestra Marine Le Pen sono stati i principali bersagli. I cinque aspiranti all'Eliseo considerati favoriti dai sondaggi si sono confrontati nel primo dei tre dibattiti in vista del voto del 23 aprile e 7 maggio, attraversando temi sociali come l'educazione e il laicismo, economici come l'orario lavorativo di 35 ore e le pensioni, di politica estera come le relazioni con la Russia.

Con Macron e Le Pen hanno partecipato al confronto su TF1 il conservatore François Fillon, il socialista Benoit Hamon, il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon. Secondo un sondaggio Elabe per Bfmtv, il più convincente per gli spettatori è stato Macron, preferito dal 29% degli intervistati. Secondo Mélenchon con il 20%, seguito alla pari da Fillon e Le Pen con il 19%. Ultimo Hamon, con l'11% delle preferenze. Davanti alle telecamere si sono realizzati i pronostici secondo cui Macron, che per i sondaggi sulle intenzioni di voto arriverà al ballottaggio con Le Pen, sarebbe stato preso di mira dagli sfidanti per la sua inesperienza nei dibattiti e per la sua base ancora non consolidata di elettori. L'ex ministro del governo socialista si è mostrato a tratti nervoso nel difendersi dai dardi lanciati soprattutto da Hamon, che lo ha definito il candidato dei 'poteri forti', e da Le Pen, che lo ha classificato come difensore del 'burkini'. Hamon lo ha interrogato sui donatori che hanno finanziato la sua campagna, dopo che ha creato lo scorso anno il suo movimento politico e che fino ad agosto è stato membro del governo, e Macron ha risposto che le loro identità sono protette per legge.

I primi momenti di tensione sono arrivati però sul tema della religione, quando i candidati si sono confrontati sul tema del 'burkini' e Hamon ha accusato la leader del Front National di volere un "laicismo a suo gusto" diretto unicamente contro i musulmani.Le Pen è parsa distaccata dagli attacchi, concentrata piuttosto a diffondere il suo messaggio di ultradestra e anti-immigrazione. "Non sarò la vice cancelliera di Angela Merkel", ha detto in allusione alla leader tedesca, contro cui si è scagliata spesso. Quando è uscita dalla sua 'zona di confort' in cui è rimasta quasi sempre lo ha fatto per tentare di esasperare Macron, soprattutto quando l'ha accusato di "parlare e parlare senza dire nulla".

Il conservatore Fillon è invece riuscito a non farsi travolgere dal tema degli scandali legati ai presunti impieghi fittizi della moglie e dei figli, che pesano sulla sua candidatura. Per buona parte del confronto l'ex premier è rimasto ai margini, sebbene abbia poi riacquistato forza finendo per attaccare Le Pen, soprattutto sulle sue intenzioni di far uscire la Francia dall'euro che lui ha pronosticato come il passo verso una catastrofe economica. I più sfavoriti nei sondaggi sono stati più liberi perché meno presi di mira dagli avversari, e sono così potuti passare all'offensiva. E Melenchon, che ha convinto per i suoi dardi verso destra e sinistra, ha sottolineato il suo profilo di outsider. Il socialista ha poi insistito, nel suo intervento di chiusura, sul fatto che il "voto utile" è quello a suo sostegno, velata allusione agli elettori di sinistra che guardano a Macron considerandolo colui che avrà più chance di sconfiggere Le Pen al ballottaggio.

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