martedì 29 giugno 2021
Inaugurato a Milano uno dei più grandi murales dedicati alla pandemia. E dilagano in tutta Italia le opere di artisti che utilizzano spazi pubblici degradati con l’intento di riqualificarli
Un particolare del murales "Necesse" inaugurato a Milano

Un particolare del murales "Necesse" inaugurato a Milano - foto Alessandra Cattanei

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Un tempo erano solo graffiti. Carrozze di treni e metropolitane o saracinesche di ignari negozianti e facciate di palazzi, imbrattati da writer fantasma. Ma oggi, accanto a questi atti di vandalismo, l’espressività artistica attraverso murales realizzati sul tessuto delle città, è diventata una vera e propria forma d’arte urbana. E gli autori non sono più imbrattatori del bene comune, ma artisti che utilizzano spazi pubblici con l’intento di riqualificarli. Il fenomeno sta dilagando nelle grandi città e nei piccoli centri abitati. I temi proposti sono i più disparati. A volte si tratta di interventi solo decorativi, ma più spesso questa potenzialità comunicativa viene utilizzata per lanciare un messaggio accessibile a tutti i cittadini.
E in questo ultimo anno di pandemia, chiusi in casa e senza opportunità di coesione sociale, questi street artist hanno utilizzato le loro tele urbane per lanciare un messaggio di supporto e gratitudine per tutti gli operatori dell’era Covid, urlando il loro grazie dai muri dipinti. In grande, per non dimenticare quello che è stato fatto. Così, dal lockdown dell’anno scorso in poi, hanno cominciato ad apparire in giro per le città d’Italia numerose opere dedicate agli operatori sanitari.


Inaugurata a Milano, qualche giorno fa in via Ludovico di Breme, "Necesse" è l’ultima in termini temporali di questo filone e una delle più grandi opere di street art in Italia con i suoi suoi 1300 mq, e 70 metri di lunghezza. L’opera di Smoe, nata dalla collaborazione con il Comitato Petrarca, e il Municipio 8, è un tributo a tutti questi lavoratori che hanno continuato a svolgere le loro mansioni, spesso umili, anche durante la pandemia. Ma anche a tutte le persone che, anche in assenza di emergenze globali, supportano costantemente la nostra società.


“Un’intera sezione dell’opera – scrive l’artista sulla sua pagina Instagram – è dedicata agli anziani, memoria storica della società. E’ il loro insegnamento che aiuta a migliorare”. Una parte dell’opera è dedicata invece ai senzatetto, “la parte nascosta della nostra società” – continua Smoe - anche persone che sono finite per strada a causa delle crisi provocata dalla pandemia”.


Nel coloratissimo murales trovano poi posto l’operatore, vestito con i noti dispositivi di protezione individuale, intento a pulire le superfici di un ospedale; una enorme immagine di una infermiera nell’atto di proteggersi il viso; pescatori che liberano i pesci dalle mascherine di plastica. L’intenzione è sempre quella di realizzare qualcosa in più di un semplice disegno. L’obiettivo è raccontare una storia, fare riflettere, trasmettere un messaggio. Un messaggio, pacificamente colorato ma prepotente nella sua forza comunicativa. Anche verso i più distratti.


I precedenti. Ma questo è solo l’ultimo di una serie di opere dedicate agli operatori sanitari e realizzate per ringraziare di quanto fatto per tutta la popolazione durante i momenti più bui dell’ultimo anno.

L'opera dedicata a medici e infermieri imbrattata dai vandali a Quarto Oggiaro (Milano)

L'opera dedicata a medici e infermieri imbrattata dai vandali a Quarto Oggiaro (Milano) - foto Alessandra Cattanei


Un murales, dedicato a quelli dell’Ospedale Sacco di Milano e a tutti i cittadini di Quarto Oggiaro per il loro impegno durante l’emergenza Covid 19, è stato realizzato alla fine della prima ondata di pandemia dall’artista Cosimo Cheone, in via Eritrea. In primo piano i volti di medici e infermieri, coperti dalla mascherina. Emergono gli occhi, impauriti, affaticati dai turni massacranti e dal lavoro svolto. I volti sono quelli veri degli operatori raffigurati nelle foto che l’artista ha lasciato appese accanto ai suoi murales, oggi purtroppo deturpato da vandali.

Il tributo di Lapo Fatai agli operatori dell’Ospedale San Luca di Milano

Il tributo di Lapo Fatai agli operatori dell’Ospedale San Luca di Milano - foto Alessandro Cattanei


Sempre a Milano, a sottolineare il lavoro degli operatori dell’ospedale San Luca, ci ha pensato l’anno scorso, invece l’artista Lapo Fatai, con la sua opera “Per non dimenticare”. Un grazie grande 90 mq, con un infermiera con il pollice in su e il volto segnato dalla mascherina.

L'opera dedicata ai sanitari dell'Ospedale Spallanzani a Roma

L'opera dedicata ai sanitari dell'Ospedale Spallanzani a Roma - foto dalla pagina Instagram harrygrebdesign


A Roma, da un anno, spicca l’opera dello street artist Harry Greb, sul muro di cinta dell’Ospedale Spallanzani, una delle strutture in prima linea alla lotta al Covid. Il suo tributo è andato a chi non ha potuto abbracciare i propri cari e magari è morto in ospedale senza poterli rivedere, a causa del Covid.

Il Murales dell'Ospedale di Padova

Il Murales dell'Ospedale di Padova - foto tratta dalla pagina Instagram alessiob71


Un’infermiera come wonder woman, e con la mascherina tricolore, è ritratta invece dall’artista Alessiob sul muro dell’Ospedale di Padova.

Visite guidate come in un museo all’aperto. Nel panorama internazionale, i murales sono già da tempo, e sempre più spesso, opere di veri e propri artisti e come tali sono fotografati dai turisti e apprezzati dalla cultura locale. Qui in Italia ci si sta muovendo da qualche anno, ma è con la pandemia globale che questo fenomeno è stato sdoganato e apprezzato dalla collettività.
Ci siamo riappropriati come mai era successo dei nostri spazi pubblici, con la moltiplicazione delle iniziative di riqualificazione urbana e coesione sociale e la voglia di creare spazi all’aperto sempre più accoglienti e socializzanti.
Turisti nelle nostre città, abbiamo girato alla scoperta di angoli nascosti o che semplicemente prima non avevamo mai tempo di visitare. Complice poi la chiusura dei musei, le città sono diventate gallerie a cielo aperto, e si sono moltiplicate le iniziative di visite guidate. Non più solo monumenti però, ma murales in zone centrali e periferiche.
Anche i più insospettabili amanti della cultura tradizionale si sono rivelati appassionati di questa forma di arte urbana e tra le numerose associazioni anche il FAI, tra le più attive e blasonate, organizza percorsi alla scoperta di questi capolavori un po’ inusuali, nelle varie città dove è attiva. Modena, Catania, Milano, sono solo alcune delle delegazioni che si sono mosse in questa direzione.

Quali superfici . E naturalmente, aumentata la domanda degli appassionati, è aumentata anche l’offerta e la voglia dei writer di esprimersi sapendo di essere più apprezzati da un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. Per far fronte a questa esigenza e capendo anche che - qualora non offensivo – è sempre meglio un disegno, anche mediocre, di un muro scrostato, alcune municipalità si sono mosse in questa direzione con diverse iniziative volte ad incentivare questa forma di espressione.
Il Comune di Milano, che negli anni ha assecondato molto lo sviluppo di questa forma di espressività spontanea, ha da qualche mese potenziato un ufficio dedicato al censimento e alla valorizzazione di questo patrimonio di opere, all’emanazione di bandi per nuove creazioni e che affianca gli artisti nell’iter di realizzazione del progetto.

La piantina dei 'muri liberi' pubblicata dal Comune di Milano

La piantina dei "muri liberi" pubblicata dal Comune di Milano - foto Comune.Milano.it


Come in tutti i casi sopra citati, gli artisti possono procedere proponendo un progetto soggetto ad autorizzazione. Ma per gli artisti alle prime armi, c’è una mappa georeferenziata di 100 muri liberi (https://www.comune.milano.it/servizi/muri-liberi-100-muri-liberi-per-street-art) in 70 zone della città a disposizione di chiunque voglia cimentarsi in questa attività senza chiedere autorizzazioni nè pagare tariffe. Muri di recinzione, cavalcavia, sottopassi e altre situazioni urbane che hanno tutto da guadagnare con qualche pennellata di colore.






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