mercoledì 24 febbraio 2021
Terapie intensive +11, ricoveri ordinari -78. Il prossimo Dpcm scadrà il 6 aprile. L'Alto Adige in lockdown fino al 14 marzo. Comuni in rosso anche in Toscana, Abruzzo, Emilia Romagna
16.424 casi (901 a Brescia) e 318 morti. Speranza: non allentare le misure

Ansa

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Sono 16.424 i nuovi contagiati e 318 i decessi. Sono stati effettuati 340.247 test (molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, ieri erano stati 303.850, oltre 36 mila in meno. Il tasso di positività è del 4,8%, rispetto al 4,4% di ieri (+0,4%). Lo rende noto il quotidiano bollettino Covid del ministero della Salute.

Sono 2.157 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, con un aumento di 11 unità nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 178. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 18.217 persone, in calo di 78 unità rispetto a ieri.

La regione con più nuovi contagiati è la Lombardia con 3.310 casi. In Terapia intensiva ci sono 406 pazienti Covid (-2) mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono 3.946 (+29). I morti sono stati 38. Ma è la provincia di Brescia (ieri dichiarata zona "arancione rafforzato") a incidere pesantemente sul dato regionale: i nuovi contagiati sono 901 (ieri erano 506) .

Sono 2.185 i nuovi positivi in Campania, con un tasso di positività che passa dal 9,53% di ieri al 10,22% di oggi (1.763 asintomatici e 119 sintomatici). In Piemonte 1.453 contagi. Sono 1.427 i nuovi casi in Emilia Romagna, sulla base di 42.169 tamponi. Nel Lazio si registrano 1.188 nuovi casi, con un tasso di positività al 3%. In Puglia sono 991. I nuovi contagiati in Veneto sono 895, con un tasso di positività del 2,24%. In Toscana sono 857 i nuovi contagiati.

Speranza: non ci sono le condizioni per allentare le misure

"Non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia, siamo all'ultimo miglio e non possiamo abbassare la guardia". Se qualcuno avesse nutrito illusioni, le parole del ministro della Salute Roberto Speranza sgombrano il campo dagli equivoci. La situazione attuale dell'emergenza Covid, ha ricordato il ministro in Senato, è la seguente: ci sono 25 zone rosse in 5 regioni, l'indice di trasmissibilità Rt tende a superare l'1, aumentano i ricoverati, in 5 regioni l'occupazione delle Terapie intensive è sopra la soglia critica del 30%. "Si fanno strada varianti con un tasso di contagiosità elevato. Dire la verità al Paese è un obbligo che dobbiamo avvertire forte, anche quando queste verità sono scomode. I dati, come sempre, sono più chiari delle parole: siamo a un contagiato su 10 abitanti in Europa. Nel mondo 112 milioni di casi confermati e 2,5 milioni di morti".

Di fronte a una situazione fortemente critica, il ministro invoca l'unità. "Non c'è altra strada che l'unità per affrontare l'emergenza sanitaria, economica e sociale che abbiamo mai conosciuto dal dopoguerra ad oggi". "Serve uno sforzo unitario, una leale collaborazione a Roma, come in tutte le Regioni". "La pandemia non si batte solo con il buon governo centrale o territoriale - ammonisce Speranza -, con provvedimenti puntuali e tempestivi delle istituzioni, con il prezioso e insostituibile lavoro della comunità scientifica e dei professionisti sanitari. L'arma in più, quella determinante, è la collaborazione attiva di ogni persona, una consapevolezza diffusa delle nostre comunità di osservare tutte le buone pratiche".

Quanto alla strategia scelta, Speranza sostiene che non c'è motivo di cambiarla. "Differenziare le misure su base regionale ci consente di agire in modo proporzionale e ci ha permesso di non ricorrere ad altri lockdown generalizzati, mentre altri Paesi Ue ne hanno fatti due o tre. Ritengo sia utile anche alla luce delle varianti - aggiunge -, favorire un nuovo confronto in un tavolo tecnico tra Iss e Ministero per delineare il quadro in cui siamo".

"La bussola, per me, nella scrittura del prossimo DPCM, che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile (dunque comprenderà Pasqua che è il 4 aprile, nrd) - precisa -, deve essere sempre il principio di tutela e salvaguardia del diritto fondamentale alla salute". "Riconfermo un messaggio di fiducia: argineremo il virus con la scienza e il personale sanitario. I ritardi di alcune forniture di vaccini non muteranno l'iter in corso e vediamo la luce in fondo al tunnel".

Sui vaccini, annuncia la linea dura: "È decisiva la consegna puntuale delle dosi e l'Italia non si rassegna alla riduzione di queste. Con i vertici Ue stiamo esercitando il massimo di pressione verso le aziende affinché si trovino soluzioni necessarie per aumentare la produzione dei vaccini. Vanno considerate tutte le soluzioni, nessuna esclusa".

I dati settimanali: aumentano contagi e ricoveri

È tornata a salire la curva epidemica in Italia. Negli ultimi sette giorni si registra un aumento di casi del 9,9%, un dato in peggioramento. Infatti, ieri l'aumento sui 7 giorni precedenti era del 6,1%, il giorno prima +2,6%, prima ancora -0,9%, -2,4%, -4,6%, -1,3%. Notevoli le differenze tra regioni: quelle colpite maggiormente sono Toscana (+35.6%), Veneto (+30.8%), Lombardia (+27.8%), Emilia Romagna (+27.4%), Marche (+22.5%), Basilicata (+22.4%), Trento (+21.8%), Molise (+16.6%), Valle d'Aosta (+15.4%).

L'incidenza su base nazionale, scesa nelle scorse settimane sotto i 140 casi per 100mila abitanti, è tornata a 153. Le regioni con i valori più elevati sono Bolzano, con 527 casi, seguono Trento (318), Emilia Romagna (255), e Umbria (232). L'incidenza più bassa è in Sardegna, con 29 casi.

Preoccupano anche le Terapie intensive, tornate a riempirsi: ieri 197 gli ingressi giornalieri, il dato più alto da mesi. La variazione del totale degli ingressi in rianimazione negli ultimi sette giorni, rispetto ai sette giorni precedenti, è stata del +8.5% (ieri era +4.9%, il giorno prima -0.9%).

Molise in crisi per le Terapie intensive, arriva l'esercito

Il ministro della Difesa, Guerini, ha risposto positivamente alla richiesta del Consiglio regionale molisano di far intervenire l'esercito per predisporre nuovi posti in Terapia intensiva. Nella regione infatti la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid-19 in terapia intensiva, rispetto al totale dei posti disponibili, è del 38%. La soglia critica è fissata al 30% e la percentuale nazionale è del 24%. Nell'area dei ricoveri ordinari la percentuale dei posti occupati da pazienti Covid è del 48%, anche qui superiore alla soglia del 40%. Il dato medio nazionale è del 29%.

L'Alto Adige in lockdown fino al 14 marzo

L'Alto Adige resterà in zona rossa fino al prossimo 14 marzo. Il prolungamento del lockdown, che le ordinanze in vigore prevedevano fino al 28 febbraio, è stato annunciato dal presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher. "Le misure adottate hanno esplicato degli effetti - ha detto il governatore - Nonostante l'aumento dei test, il numero assoluto dei positivi sta calando, ma ancora lentamente. È sceso nettamente invece il tasso di positività che da qualche giorno è sotto la media nazionale e questo è positivo perché partivamo da un livello elevato". Stabile, invece, il dato dei ricoveri.

Fino al 14 marzo saranno prorogate, quindi, le regole della zona rossa: si può uscire di casa solo per motivi di lavoro, di salute o di urgenza e vanno ridotti i contatti sociali. Le attività commerciali non alimentari e di ristorazione resteranno chiuse, così come sarà mantenuta la didattica a distanza per scuole medie, superiori ed università. Tornerà in presenza, dal primo marzo, la didattica nelle scuole per l'infanzia e nelle elementari dove si attuerà una "strategia di testing". Ciò non vale per i comuni, come Merano, in cui sono in vigore regole più restrittive per la presenza della variante sudafricana. E non escluso, ha avvertito Kompatscher, che un lockdown più duro possa essere adottato per altre località.

Comuni "chiusi" anche in Toscana, Abruzzo, Emilia Romagna

Da domani il comune di Cecina, nel Livornese, sarà la prima zona rossa in Toscana a causa del focolaio di contagi, di cui 16 casi riconducibili alla variante inglese.

Sono in provincia dell'Aquila le nuove zone rosse d'Abruzzo che si aggiungono alle province di Chieti e Pescara: Ateleta, Campo Di Giove, Cansano e Ortona dei Marsi. Con un'ordinanza questa mattina il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha dato applicazione delle misure restrittive previste dall'art. 3 del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) e ha disposto la zona rossa, dal 25 febbraio al 7 marzo, in queste quattro località dell'Aquilano.

In "arancione scuro" da giovedì anche 14 comuni dell'Emilia Romagna: Imola e i comuni dei dintorni, sia quelli della provincia di Bologna, sia quelli del Ravennate. Le scuole saranno chiuse fin dalle elementari e si farà didattica a distanza al 100%. Resteranno aperti solo asili nido e scuole materne.

In Lombardia sono "arancione rafforzato", con scuole chiuse di ogni ordine e grado, la provincia di Brescia, sette comuni della Bergamasca e Soncino nel Cremonese. Prorogata fino al 3 marzo la fascia rossa per Bollate (Milano), Viggiù (Varese) e Mede (Pavia). Finiscono oggi invece le limitazioni del "rosso" per Castrezzato (Brescia).

Vaccinazioni, somministrate il 71,2% delle dosi

Sono 3.754.463 le dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrate in Italia (dato aggiornato alle 15 di oggi), il 71.2% del totale di quelle consegnate (3.905.460 Pfizer/BioNTech, 244.600 Moderna e 1.048.800 Astrazeneca). La somministrazione ha riguardato 2.333.773 donne e 1.420.690 uomini. Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono 1.345.839. È quanto si legge nel report online del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria.

Nel dettaglio, le dosi sono state somministrate a 2.252.798 operatori sanitari, 661.586 unità di personale non sanitario, 377.565 ospiti di strutture residenziali, 366.545 over 80, Forze Armate 37.522, personale scolastico 58.447.

I dati dell'emergenza Covid in Italia

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