venerdì 7 gennaio 2022
Il picco dei contagi, secondo gli esperti, non è ancora arrivato e il governatore De Luca decide lo stop. Ma anche i dirigenti scolastici lanciano l'allarme: così andremo in Dad, docenti contagiati
Tra le scuole che hanno riaperto stamani anche il Liceo Virgilio di Milano

Tra le scuole che hanno riaperto stamani anche il Liceo Virgilio di Milano - Fotogramma

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Il gevernatore della Campania Vincenzo De Luca è estremamente preoccupato per i contagi nella sua regione e ha deciso di rinviare la ripartenza scolastica dope le festività natalizie. "È irresponsabile aprile le scuole il 10 gennaio. Per quello che ci riguarda non apriremo le medie e le elementari. Non ci sono le condizioni minime di sicurezza", ha affermato in diretta Fb.

"C'è da stare male", ha anche detto il governatore, in merito ai provvedimenti che il governo vuole adottare sulla scuola per affrontare l'emergenza Covid, "ho la sensazione che si mettono in piedi provvedimenti che trasformano i nostri bambini in cavie sull'altare della politica e dell'opportunismo".

"In queste ore stanno lavorando le nostre strutture sanitarie, credo che ci sarà a breve una unità di crisi che prenderà atto di questa situazione in maniera responsabile - spiega - credo che andremo alla proroga
dell'apertura a fine gennaio per quanto riguarda medie ed elementari".

"Ma c'è qualcuno che può sostenere che aprire le scuole nel caos totale favorisce la didattica e l'equilibrio psicologico dei nostri bambini e tranquillità dei docenti? È esattamente il contrario. Chi prende queste decisioni è nemico della scuola non amico", continua. "Ci sono 3mila positivi tra il personale scolastico e credo 19mila positivi nella fascia 0-19 anni. La percentuale di vaccinazione che registriamo al di sotto delle prime medie e elementari è del 10%",aggiunge.

Presidi lombardi in difficoltà​

"Visto che, a quanto dicono gli esperti, non siamo ancora arrivati al picco di contagi di questa variante Omicron, credo che se non siamo passati alla dad per scelta, ci arriveremo per necessità". Questo il commento rilasciato dal presidente lombardo dell'Associazione nazionale presidi, Matteo Loria, a proposito della decisione del governo di non riaprire le scuole con la didattica a distanza. "Lunedì, quando riapriranno gran parte delle scuole lombarde - aggiunge Loria, che è preside di un'istituzione di Vigevano - sarà come andare alle Termopili".

"Solo nella mia scuola - aggiunge Loria - già adesso abbiamo 45 studenti e 8 docenti positivi e credo che tra due giorni la situazione sarà anche peggiore. Non è tanto un problema di tipo epidemiologico ma organizzativo, perché sarà molto difficile mettere a disposizione degli studenti che ci saranno un programma didattico adeguato, anche perché non è possibile reclutare un supplente in un paio di giorni".

Un problema comune a quasi tutti gli istituti scolastici lombardi, visto che un sondaggio promosso in questi giorni dall'Associazione Presidi della Lombardia su 150 dirigenti scolastici, ha messo in evidenza che mediamente ogni scuola riprenderà con una decina di docenti in meno, tra positivi al Covid, soggetti in quarantena, insegnanti in malattia o personale sospeso per non aver adempiuto all'obbligo vaccinale,
che in Lombardia raggiunge quota 2.500 dipendenti.

Tra le scuole di Milano che hanno riaperto oggi, anche il liceo classico Carducci, che conta circa 1.200 alunni. "La nostra scuola sta funzionando normalmente da questa mattina. Ovviamente, come nel resto d'Italia e soprattutto a Milano, abbiamo molti più casi di ragazzi in quarantena o positivi. In questo caso gli studenti seguono la lezione collegandosi a distanza, come già prevede la didattica integrata", spiega il
preside dell'istituto, Andrea Di Mario.

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