mercoledì 24 marzo 2021
Il sistema delle fasce non muterà. Il ministro del Tesoro Franco: restrizioni via gradualmente dopo Pasqua, a fine anno stop a sostegni. Brunetta: 20 miliardi di deficit al mese sino a fine pandemia
Manifestazione a Bergamo contro la Dad

Manifestazione a Bergamo contro la Dad - Fotogramma

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Dovrebbe arrivare la prossima settimana il nuovo decreto legge con le misure anti-Covid. Una discussione politica non c’è ancora stata, ma - confermano fonti di governo - il lavoro istruttorio sarebbe già iniziato, dal momento che il decreto ora in vigore scade il 6 aprile. Tra i temi principali ci sono gli spostamenti (il primo divieto a cadere dovrebbe essere quello tra le Regioni) ma soprattutto la scuola, per la quale diversi ministri invocano la riapertura in presenza anche in zona rossa, fino alla prima media. Tra i ministri c’è però chi invoca e mantiene prudenza e invita a guardare alla stretta decisa in Germania. Tra le ipotesi che circolano c’è anche quella di una proroga fino al 15 aprile delle misure attualmente in vigore. Ma diverse fonti negano sia plausibile.
Parallelamente sarà data una spinta sull’acceleratore del piano vaccinale, in modo da avanzare con la copertura il più possibile.

Presto si terrà una cabina di regia con il premier Mario Draghi sulle prossime misure. «Al momento siamo in una fase interlocutoria, nulla è ancora deciso», spiegano fonti governative. E anche sulla riapertura di scuole d’infanzia e primaria in zona rossa nulla è ancora stabilito. Sicuramente il sistema delle fasce non tramonterà prima di maggio-giugno.

Per esaminare i dati epidemiologici e la curva dei contagi ieri c’è stata una riunione di circa un’ora a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, il ministro della Salute Roberto Speranza e i vertici del Cts, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro. La cabina di regia per avviare il confronto non è stata ancora convocata, ma lo sarà a stretto giro visto che le misure vanno comunicate in anticipo, per dare ai cittadini la possibilità di organizzarsi, come invocato da Draghi nel suo discorso di insediamento alle Camere. A Palazzo Madama e Montecitorio il premier tornerà oggi per comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani.

Una dichiarazione nel senso di graduali riaperture del Paese è venuta pure dal ministro dell’Economia Daniele Franco: «Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente, e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno», ha detto sottolineando che ciò avverrà «grazie alla disponibilità dei vaccini e all’aiuto che arriva dalla stagione più calda». In Italia, ha spiegato Franco parlando a un dibattito via web con il ministro delle Finanze britannico, Rishi Sunak, organizzato dell’agenzia internazionale Bloomberg, «la normalità ancora non c’è, abbiamo ancora flussi rilevanti di contagi» anche se «il picco è alle nostre spalle».

Il processo di vaccinazione - ha proseguito - è ben avviato, e «puntiamo a raggiungere il mezzo milione di vaccinati al giorno nel giro di un mese circa». Ma al momento «c’è una mancata disponibilità di dosi. Il Paese è ancora sotto pesanti restrizioni alla mobilità, con le scuole ancora chiuse». Franco ha spiegato, infine, che il governo pensa a «un’uscita graduale» dalle misure di sostegno all’economia «verso la fine dell’anno», ricordando le misure introdotte nelle scorse settimane ne per un ammontare pari all’1,5% del Pil «e altre misure saranno prese nelle prossime settimane». Sul fronte dei sostegni, il ministro della PA Brunetta propone di accompagnare questa fase con «20 miliardi di scostamento al mese» sino a fine pandemia.

Per riaprire le scuole «lavoriamo giorno e notte», ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, incontrando in videoconferenza le associazioni di Comuni (Anci) e Province (Upi). Il ministro ha ricordato di aver chiesto, anche in sede di Consiglio dei ministri, che le scuole siano le prime a riaprire in condizioni di sicurezza, «a partire dai più piccoli». E poco prima era stata la titolare di Famiglia e pari opportunità, Elena Bonetti, ad annunciare che si sta valutando «alla luce dei nuovi dati», se permettere tale riapertura anche in zona rossa. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, assicura che il mondo della scuola è pronto a ripartire. Come detto, dal 6 aprile (finora) potranno riaprire le scuole in zona arancione, gialla e naturalmente bianca. Resterà anche, viene spiegato da fonti qualificate, il limite dei 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti come soglia per far scattare in automatico la chiusura degli istituti. Il virologo Fabrizio Pregliasco si dice, però, pessimista. «Chiudere è meglio che aprire, anche per la scuola. Ritengo che si faranno delle scelte di valutazione di rischio con tutte le attenzioni del caso», ha detto il docente dell’Università di Milano.

Tra i più convinti sostenitori del ritorno alla didattica in presenza è il presidente della Liguria, Giovanni Toti. «Il Paese dopo Pasqua deve riaprire tutto, scuole, bar, ristoranti, palestre, piscine, teatri, musei, dobbiamo pensare di riaprire a partire dalle scuole», ha detto. Per garantire la sicurezza il sindaco di Pesaro, e coordinatore delle Autonomie locali, Matteo Ricci (Pd) propone «screening a tappeto per tutto il mondo scolastico». Un monitoraggio periodico che a suo dire «deve essere fatto da Stato e Regioni in tutta Italia perché i ragazzi sono fuori dalla campagna vaccinale».

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