giovedì 18 novembre 2021
Sale la preoccupazione per l'aumento dei contagi in alcune aree del Paese e nei Paesi confinanti
Terapia intensiva all'Ospedale Maggiore di Cremona

Terapia intensiva all'Ospedale Maggiore di Cremona - Ansa

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L'Italia appare come sotto assedio. La preoccupazione per la pandemia sale con l'aumento dei positivi e, soprattutto, con l'esplosione dei contagi nei Paesi vicini: Austria, Slovenia, Germania. E non solo.

Il Friuli Venezia Giulia e la provincia di Bolzano in particolare erano considerate a rischio di passaggio in zona gialla già da lunedì prossimo. Trieste e Gorizia le città più colpite dai contagi. Ma "dai dati al momento la situazione è sotto controllo, non ci dovrebbero esser cambiamenti", parola del sottosegretario
alla Salute Andrea Costa che sulle regioni più a rischio dice: "Ci sono alcune regioni, come il Friuli, il Veneto, le Marche vanno un po' attenzionate". In ogni caso, "la zona gialla, a livello di restrizioni, ha solo l'uso della mascherina all'aperto".

Smorza, insomma il rappresentante del governo. Conferma però che non bisogna abbassare la guardia. E le Regioni chiedono di incontrare il governo per definire la linea da tenere nelle prossime settimane.

Toti: «Lockdown solo per i non vaccinati»​

"In un momento in cui i contagi stanno crescendo è importante avviare in tempi rapidi, entro 72 ore, un confronto con il Governo - afferma il presidente della Liguria, Giovanni Toti - In Conferenza delle Regioni ho chiesto che la divisione del Paese in zona gialla, arancione o rossa, valga soltanto per i non vaccinati. Il 90% degli italiani non può essere tenuto in scacco da un 10% che non comprende l'importanza del vaccino. I vaccinati invece potranno continuare ad organizzare la propria vita, il lavoro, la socialità".

"In questo momento - continua Toti -non è possibile mantenere un atteggiamento attendista, bisogna anzi dettare norme chiare per affrontare questa fase della pandemia, tutelando la salute dei cittadini e consentendo all'economia di continuare la sua fase di crescita dopo aver attraversato una grave crisi".

"Questo è il momento in cui si programmano le vacanze di Natale e tutta la macchina economica che vi gira intorno, soprattutto dobbiamo dare la certezza ai lavoratori di tutti questi settori che il paese non richiuderà - aggiunge il governatore ligure - Inoltre i numeri ci dicono che il 90% delle terapie intensive sono
occupate da non vaccinati. È quindi, in primis, una questione di protezione delle persone, oltre che della ripartenza dell'economia e di una pressione ospedaliera".

Zaia: «Lockdown selettivo incostituzionale»​

Luca Zaia, governatore del Veneto, la pensa però diversamente da Toti e da altri governatori. A suo avviso il lockdown per i non vaccinati "ha oggettivi limiti costituzionali. Dovremmo investire di più sul dialogo convincendo gli irriducibili a vaccinarsi. Comunque, ogni decisione la prenderemo assieme, fra governatori". In quanto al vaccino obbligatorio, Zaia a una domanda del Correire della Sera risponde: "Qualcuno può forse pensare che in questo Paese sipossano accompagnare i cittadini coattamente a vaccinarsi?".





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