giovedì 18 febbraio 2021
Restano a rischio alto Umbria e Trentino Alto-Adige. Da Bruxelles un elenco dei test antigenici rapidi la cui validità è riconosciuta in tutta l'Unione
Stamani ad Aosta 400 lavoratori della montagna hanno manifestato per chiedere ristori. Se la regione passasse in zona bianca, come i dati farebbero pensare, potrebbero riaprire anche gli impianti sciistici, le piscine, i teatri e i cinema

Stamani ad Aosta 400 lavoratori della montagna hanno manifestato per chiedere ristori. Se la regione passasse in zona bianca, come i dati farebbero pensare, potrebbero riaprire anche gli impianti sciistici, le piscine, i teatri e i cinema - Ansa

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Sono 13.762 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Lo rende noto il bollettino quotidiano del ministero della Salute. Le vittime sono, invece, 347.

Sono stati 288.458 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, con il tasso di positività rispetto ai nuovi casi (13.762) che sale al 4,8% dal 4,1% di ieri. Ad oggi gli attualmente positivi al coronavirus sono 384.501 (-4.363), mentre i dimessi o guariti sono 2.286.024 (+17.771). Le vittime totali, invece, sono 94.887.

Il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva per coronavirus in Italia sono 2.045, due in più rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi, invece, sono 17.963, 311 in meno.

L'attesa per la ridefinizione delle zone

Il venerdì è ormai alle porte e la scure dei dati del monitoraggio Iss torna a pendere sulle regioni che tra meno di 24 ore conosceranno il colore che verrà assegnato loro a partire da domenica. Il rischio, neanche tanto remoto, è che mezza Italia possa ridiventare arancione, anche se sono in molti i governatori - Lazio, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia - che si affrettano ad anticipare i dati annunciando di "essere in regola" per restare in giallo.

I dati confermano l'ampia diffusione del virus nel Paese, aggravata dalla presenza ormai accertata delle varianti, sulle quali è cominciata l'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità. Per questo appare inevitabile il ricorso a chiusure e limitazioni, con la possibilità anche di ricalcare l'esempio dell'Abruzzo e individuare zone rosse localizzate nelle province.

Ma intanto c'è una regione, la Valle d'Aosta, che potrebbe invece essere la prima a diventare bianca (leggi sotto).

Quello che sembra ineluttabile, invece, pare essere il passaggio in zona rossa dell'Abruzzo, che ha già messo in lockdown le province di Pescara e Chieti. Scettico il governatore, Marco Marsilio, secondo il quale l'Rt sarebbe sceso da 1.22 a 1.17. "Per questo - dice - ci attendiamo che la cabina di regia confermi la classificazione in zona arancione".

L'Umbria e le province autonome di Trento e di Bolzano restano le uniche aree italiane ad alta incidenza di contagi da Covid 19, in rosso scuro nella mappa aggiornata del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). La situazione non è cambiata dalla settimana scorsa, fatta eccezione per la Sardegna che si aggiunge alla Val d'Aosta come regione in fase di miglioramento. Nel resto d'Europa, il rosso scuro continua a coprire buona parte della Penisola iberica, il Sud della Francia, le regioni slovene al confine con l'Italia, la Repubblica Ceca, le aree limitrofe di Slovacchia e Germania, Lettonia, Estonia e Svezia meridionale.

In Lombardia poi ci sono i casi dei comuni di Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù, che dalle 18 di ieri fino al prossimo 24 febbraio saranno in fascia rossa, come previsto da un'ordinanza firmata dal governatore Fontana. La decisione non è legata tanto al numero assoluto di casi positivi accertati, ma a quello delle cosiddette varianti.

Terapie intensive in miglioramento​

Qualche buona notizia arriva però dal monitoraggio quotidiano dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), secondo cui a livello nazionale continua a calare il numero delle terapie intensive occupate da pazienti Covid. Si tratta del 23%, 7 punti sotto la soglia critica del 30%. In controtendenza, però, i dati dell'Umbria dove il 59% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid. In situazione critica anche Abruzzo (33%), Friuli Venezia Giulia (34%), Marche (33%), Molise (31%) e la provincia di Bolzano (39%).

Un elenco dei test antigenici (rapidi) validi in tutta l'Ue

Il Comitato per la sicurezza sanitaria dell'Ue ha dato l'ok a un elenco comune di test antigenici rapidi per il Covid-19, con certificati riconosciuti da tutti i Paesi europei. "Se per un'attività sono richiesti o raccomandati test Covid-19 negativi - ha detto la commissaria per la Salute, Stella Kyriakides - è essenziale che i tipi di test siano reciprocamente riconosciuti e risultino in
certificati anch'essi riconosciuti in tutta l'Ue, soprattutto per i viaggi. I nostri cittadini hanno bisogno di chiarezza e prevedibilità".

Val d'Aosta verso il "bianco": potrebbe riaprire anche sci e spettacoli

In realtà, secondo i criteri italiani, la Valle d'Aosta ha i numeri teorici (contagi, pressione sanitaria, terapie intensive) per passare in zona bianca. Sarebbe la prima regione a farlo. La decisione definitiva - che tiene conto anche di altri parametri - sarà presa dal ministro della Salute, Roberto Speranza. La piccola regione alpina per la terza settimana consecutiva ha meno di 50 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti. I ricoverati in ospedale sono 8, di cui solo 2 in terapia intensiva. Con il passaggio in zona bianca decadrebbero divieti e chiusure (palestre, cinema, teatri) oltre che l'efficacia del Dpcm che blocca lo sci amatoriale fino al 5 marzo.

"La zona bianca potrebbe essere una boccata d'ossigeno, ma dobbiamo essere tutti consapevoli che non sarebbe un traguardo stabile" commenta all'Ansa il presidente della Regione, Erik Lavevaz. "La discesa dei contagi si è già arrestata, e dobbiamo sapere che la zona bianca potrebbe durare anche solo una o due settimane".

Sono 11 i nuovi casi di Covid riscontrati oggi in Valle d'Aosta dopo aver analizzato 98 tamponi. Nelle ultime 24 ore non si registrano ulteriori decessi, le vittime da inizio pandemia sono 413.


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