martedì 9 febbraio 2021
Scuole riaperte in Danimarca, Olanda, Austria e Romania. In Italia somministrati il 91% dei vaccini ricevuti. Si parte anche con AstraZeneca per gli under 55, a cominciare da insegnanti e polizia
10.630 nuovi casi e 422 decessi. Lombardia, è polemica sul piano vaccini

Ansa

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Nelle ultime 24 ore sono stati 10.630 i test positivi al coronavirus registrati in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 7.970. Le vittime sono 422, a fronte delle 307 di ieri.

Sono stati 274.263 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore in Italia (ieri erano stati 144.270, oltre 130 mila in meno), con un tasso di positività in calo al 3,9% (ieri era stato del 5,5%, quindi oggi in calo dell'1,6%), secondo i dati del ministero della Salute.

"L'ipotesi della fuga dal laboratorio del coronavirus è estremamente improbabile". Lo ha detto il capo missione dell'Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek, in una conferenza stampa. Le informazioni raccolte dalla missione congiunta Oms e Cina "suggeriscono che l'origine del coronavirus è animale", ma "la ricerca per la possibile rotta di penetrazione del virus nelle specie animali è ancora un lavoro in corso d'opera".

"Un salto diretto dai pipistrelli agli umani non è probabile", ha spiegato, visto che a Wuhan e dintorni non vi è una grande popolazione di questi animali. Rimane in piedi l'ipotesi pangolini e felini come primi portatori del coronavirus, ma l'Oms ha consigliato di andare avanti con gli studi al riguardo. Embarek ha ammesso che la missione sul campo "non ha stravolto le convinzioni che avevamo prima di cominciare". Il funzionario Oms ha poi sottolineato che non si è riusciti a scoprire come il virus sia entrato nel mercato Huanan di Wuhan, epicentro del primo focolaio, a fine 2019, e ha detto che servono ulteriori studi sul ruolo dei cibi surgelati come"superficie per la trasmissione del virus agli esseri umani".

Scuole riaperte in Danimarca, Austria, Olanda e Romania

Le autorità di Danimarca, Austria, Paesi Bassi e Romania hanno fatto ieri da apripista al resto delle nazioni europee, disponendo il rientro degli studenti in aula. Il governo di Copenaghen ha deciso di riaprire le scuole con cautela, permettendo il ritorno in classe ai soli alunni di prima, seconda, terza e quarta elementare.

I più giovani in Danimarca sono tornati ieri in classe con notevoli cambiamenti rispetto ai requisiti di riapertura stabiliti la scorsa primavera per la riapertura delle scuole. Il distanziamento è stato ormai abbandonato a favore della riunione di intere classi. Inoltre i più piccoli possono tornare ad abbracciarsi e a giocare insieme ma solo con gli appartenenti alla propria classe.

In Austria a tutti gli studenti è stato consentito di tornare a scuola a partire da ieri, ma non contemporaneamente. Gli alunni delle elementari possono riprendere il normale orario scolastico previsto lungo l'intera giornata ma gli studenti delle scuole secondarie torneranno in classe a turno. Gli alunni di età compresa tra i 6 e i 14 anni sono tenuti a coprirsi naso e bocca, mentre gli studenti di età superiore a 14 anni devono indossare una mascherina FFP2. Gli studenti sono tenuti a sottoporsi a tampone nasale prima di tornare in aula. Coloro che si rifiutano continueranno a seguire le lezioni a distanza.

Nei Paesi Bassi, la prevista riapertura delle sole scuole primarie - chiuse per quasi otto settimane nell'ambito del lockdown nazionale - è stata gravemente ostacolata dal clima invernale estremamente rigido. Se alcune scuole primarie hanno già riaperto, quelle nelle aree densamente popolate come Amsterdam e Rotterdam sono rimaste chiuse ieri e probabilmente lo saranno anche oggi.

Il più ambizioso progetto di riapertura scolastica in Europa è andato in scena in Romania, dove secondo i media locali ieri sono tornati a scuola 2,13 milioni di bambini in età prescolare e di studenti su un totale di 2,918 milioni. Tre mesi fa, le autorità romene avevano chiuso tutte le scuole e diviso il Paese in tre zone a seconda della gravità della situazione epidemica. La riapertura delle scuole in Romania prevederà l'uso obbligatorio delle mascherine da parte di tutto il personale scolastico e degli studenti, ad eccezione dei bambini in età prescolare.

Vaccini, in Italia somministrato il 91% delle dosi

Sono 2.630.102 le dosi di vaccino contro il Covid-19 finora somministrate in Italia, il 91% del totale di quelle consegnate (2.891.550, di cui 2.778.750 Pfizer/BioNTech e 112.800 Moderna). La somministrazione ha riguardato 1.655.780 donne e 974.322 uomini. Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono 1.178.838. È quanto si legge nel report online del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria aggiornato alle 7:30 di oggi. Nel dettaglio, le dosi sono state somministrate a 1.851.499 operatori sanitari, 475.096 unità di personale non sanitario, 273.510 ospiti di strutture residenziali e 29.997 over 80.

Aggiornamento Piano vaccinazioni: al via under 55 con AstraZeneca

Potrà essere avviata "da subito", in parallelo a quella dei soggetti prioritari dalla fase 1 (con i vaccini a mRna), la vaccinazione dei soggetti di età tra 18 e 54 anni con il vaccino AstraZeneca, a partire dal personale scolastico e universitario docente e non docente, le Forze armate e di Polizia, i setting a rischio quali penitenziari e luoghi di comunità e il personale di altri servizi essenziali, e a seguire il resto della popolazione. Lo prevede l'aggiornamento del Piano vaccinazioni contro SarsCov2. Tali soggetti, che non presentino condizioni che aumentano il rischio clinico, sono classificati come la sesta categoria tra le priorità di cittadini che riceveranno la vaccinazione nella fase 2.

Tra le fasce prioritarie nella fase 2, l'aggiornamento prevede gli over-70 (categorie 2 e 3) in ragione del più alto tasso di letalità associato a Covid-19. Queste categorie di priorità, si legge, "vengono definite sulla base del criterio anagrafico in quanto questa variabile assume un ruolo preponderante nella valutazione dei fattori di rischio di mortalità associata a Covid-19". Infatti, in questa fascia di età "il tasso di letalità di coloro che vengono a essere infettati risulta pari al 10%".

I primi ad essere vaccinati nella fase 2, indipendentemente dall'età, saranno i soggetti "estremamente vulnerabili": chi soffre di malattie critiche e severe, persone trapiantate, patologie oncologiche, gravi obesità. A seguire la fascia 75-79 anni e 70-74 anni. Quindi persone con particolare rischio clinico dai 16 ai 69 anni (tra cui i soggetti con Hiv); tra 55 e 69 anni senza condizioni di rischio clinico e persone tra 18 e 54 anni senza aumentato rischio clinico. Alle prime 5 categorie andranno i vaccini a mRna, alla sesta AstraZeneca.

Il ministero: il piano vaccini "è nazionale". Polemica con la Lombardia

Il piano vaccini "ha valenza nazionale" e dunque "ogni atto delle singole Regioni diretto a intervenire sulla materia può essere valutato dal ministro della Salute in ragione della necessità di azioni coordinate ed omogenee su tutto il territorio nazionale". Lo scrive il capo di gabinetto del ministero della Salute in una lettera inviata al Cts in merito al piano della Lombardia, sottolineando la necessità di un "raccordo" tra le iniziative delle Regioni con le prescrizioni nazionali. Da parte del ministero ci sarà comunque un esame "rapido e costruttivo" del piano, "purché in linea con le indicazioni del piano nazionale".

Dopo che era saltata la presa in esame, da parte del Cts, del piano messo a punto da Guido Bertolaso, il presidente della Lombardia Attilio Fontana aveva dichiarato: "Trovo incredibile che il ministero della Salute abbia deciso di bloccare la valutazione, prevista per oggi da parte del Cts, del piano vaccinale di massa della Lombardia".

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