sabato 2 aprile 2022
Il ministro Speranza: cambia la gestione, ma restiamo con i piedi per terra. Brusaferro (Iss): si registra un aumento dei ricoveri in area medica e terapia intensiva
Terminato lo stato di emergenza, nuove regole per il Green pass

Terminato lo stato di emergenza, nuove regole per il Green pass - Imagoeconomica

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Da ieri, con la fine dello stato di emergenza, per l’Italia è cominciata una nuova fase della gestione della pandemia di Covid-19. «Ma non è il pulsante off» precisa il ministro della Salute, Roberto Speranza. Lo conferma il fatto che – nonostante l’allentamento di alcune misure, soprattutto l’abolizione del Green pass per alcune attività – i numeri del contagio restano sotto osservazione e l’attenzione va tenuta alta. Sullo sfondo resta il dibattito sulla quarta dose di vaccino, per ora raccomandata solo a pazienti con sistema immunitario compromesso, che molti esperti ritengono si debba rimandare. Lo stesso ministro Speranza invita ancora ad attendere la valutazione delle autorità europee.


«Cambia semplicemente che la gestione della pandemia – puntualizza il ministro Speranza –. Non sarà più di natura straordinaria, ma proviamo a portarla su binari di ordinarietà. E questo possiamo permettercelo perché abbiamo tassi di vaccinazione molto alti, abbiamo finalmente farmaci antivirali che sono piuttosto efficaci ed entriamo in una fase diversa. Ma dobbiamo farlo con i piedi per terra, perché la pandemia è ancora in corso. Non c’è un pulsante “off” che magicamente viene premuto e la spegne definitivamente».


Infatti il monitoraggio settimanale diffuso dal ministero segnala che «l’epidemia è in evoluzione». «La trasmissibilità continua a essere al di sopra della soglia epidemica – commenta il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro – ma si osserva una stabilizzazione dell’incidenza, e c’è un aumento dei ricoveri in area medica e terapia intensiva». L’incidenza è scesa da 848 a 836 casi ogni 100mila abitanti, ma l’indice di trasmissibilità è salito a 1,24 – sopra la soglia epidemica di 1 – come non succedeva da fine dicembre. «Con la fine dell’emergenza – commenta Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute – cambia la gestione della pandemia, ma il virus c’è sempre. Vaccini, uso della mascherina, distanziamento, lavaggio della mani, sono degli strumenti estremamente utili e che ormai siamo abituati a utilizzare.

Quindi è importante mantenerli». Anche perché «il tasso di occupazione in area medica e in terapia intensiva è rispettivamente al 15,2% e al 4,7%, quindi vediamo una tendenza all’aumento dell’occupazione dell’area medica», ha concluso Rezza. «Abbiamo avuto 70mila casi, 80mila, qualche giorno fa quasi 100mila casi in 24 ore, quindi la mascherina è uno schermo di protezione ancora decisivo – ha rimarcato Speranza –. Al chiuso è obbligatoria in questo momento fino al 30 aprile». La decisione di abolirla verrà presa valutando l’andamento epidemiologico. Così come sulla quarta dose: oltre ai pazienti immunocompromessi per i quali è già raccomandata, ha puntualizzato il ministro, sarà indicata per le persone più anziane, ma si attende una valutazione comune europea «perché non ha senso che a Berlino si dica 70 anni e a Parigi si dica 80».


Da parte della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) viene il consiglio che «arrivi una decisione prima dell’autunno» sottolinea il presidente Claudio Mastroianni. Aggiungendo che si deve guardare più alla fragilità che all’età, ma proponendola comunque agli over80. Massimo Clementi (Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano) concorda con un richiamo in autunno, con un approccio «simile a quello che già adottiamo per l’influenza». Anche Maria Rita Gismondo (ospedale Sacco di Milano) è «assolutamente contraria per ogni fascia di età alla quarta dose» fatta ora, «così ravvicinata. Ma auspicherei un’altra dose prima dell’autunno». Più critico Matteo Bassetti (presidente della Società italiana di terapia antinfettiva): «Non deve essere l’Ema a decidere ma l’agenzia europea darà solo l’approvazione o meno sul fatto che si possa fare una quarta dose di vaccino. Dopo di che, chi deve raccomandare l’utilizzo della quarta dose» per le fasce di età «possono essere solo le società scientifiche e gli esperti. Non è più un argomento politico».

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