mercoledì 14 aprile 2021
Von der Leyen: accelerate le consegne di Pfizer. Come Moderna, non sembra dare gli effetti, rarissimi ma anche letali, di quelli a vettore virale come AstraZeneca e J&J. In arrivo anche Curevax
La presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen

La presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen - Reuters

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L'Unione Europea è orientata a fare sempre più ricorso ai vaccini a Rna messaggero (mRna), preferiti a quelli a vettore virale. Lo si apprende da fonti qualificate in Italia dopo i casi segnalati di trombosi successivi alle vaccinazioni anti Covid con AstraZeneca e, negli Stati Uniti, con Johnson&Johnson. Attualmente i vaccini che usano l'Rna messaggero sono Pfizer e Moderna. In arrivo nelle prossime settimane altri due vaccini, Novavax e Curevax: quest'ultimo utilizza la modalità mRna.

"Abbiamo raggiunto un accordo con Pfizer/BioNTech per accelerare, ancora una volta, la consegna dei vaccini. Nel secondo trimestre verranno consegnate 50 milioni di dosi aggiuntive" a partire da aprile, ha annunciato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. I 50 milioni di dosi "erano inizialmente previsti per il quarto trimestre 2021, ora saranno disponibili nel secondo. Questo porta il totale delle consegne da parte di Pfizer-BioNTech a 250 milioni di dosi nel secondo trimestre. Queste dosi verranno distribuite pro quota in rapporto alla popolazione, a tutti gli Stati membri".

La notizia arriva dopo che gli Stati Uniti hanno sospeso Johnson&Johnson, la Francia ha deciso di riservarlo agli over 55 (come fa con AstraZeneca) e la Danimarca ha annunciato che abbandona AstraZeneca (sospeso dall'11 marzo). Il Paese scandinavo è finora l'unico in Europa a rinunciare al vaccino realizzato dall'azienda anglo-svedese. La decisione è dovuta ai "rari" ma "gravi" effetti collaterali. Nonostante le rassicurazioni espresse dall'agenzia europea del farmaco, l'Ema, e dall'Oms, "la campagna di vaccinazione in Danimarca continuerà senza AstraZeneca", ha spiegato il direttore dell'Agenzia nazionale per la salute, Soren Brostrom.

Stando all'emittente Tv2, che per prima ha dato la notizia, lo stop provocherà ritardi di poche settimane nella campagna di vaccinazione danese. Secondo gli esperti citati dal Copenaghen Post, invece, il programma di vaccinazione potrebbe non essere completato prima della fine dell'anno. E questo nonostante l'esiguità numerica: la Danimarca ha infatti una popolazione di appena 5,8 milioni di abitanti. L'Unione Europea distribuisce comunque i diversi vaccini ai Paesi membri proporzionalmente alla popolazione.

L'infettivologo Bassetti: fare un'analisi costi-benefici per il Paese

Una considerazione sul differente impatto, a seconda dei Paesi, della sospensione o della messa al bando di un vaccino arriva da Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova. La decisione di sospendere il vaccino di Johnson&Johnson "non fa una grinza per quanto riguarda gli Stati Uniti" ma "diversa è la situazione del resto del mondo" ha detto all'agenzia LaPresse.

"Negli Usa hanno 4-500 milioni di dosi di Pfizer e Moderna - argomenta - e riusciranno senza problemi a vaccinare tutti con questi due preparati" a cui "probabilmente si aggiungerà anche un terzo vaccino, il CurevaC, che arriverà a brevissimo. Loro che hanno la pancia assolutamente piena e possono permettersi di fermare Johnson&Johnson e andare su una tecnologia diversa".

Diversa è la situazione per gli altri Paesi, e in particolare in Italia. "Bisogna fare un'analisi costi e benefici" di fronte agli effetti collaterali dei vaccini, sostiene Bassetti, "bisogna mettere sulla bilancia il rischio di avere 500 morti al giorno: a marzo abbiamo avuto 15mila morti e ad aprile concluderemo con altri 15mila morti. Vogliamo davvero mettere sulla bilancia quei 15mila morti al mese e uno, due, tre casi di eventi avversi gravi?". Un dilemma etico non di poco conto.

Per Johnson&Johnson attesa pronuncia Ema e Aifa

Su Johnson&Johnson "stiamo aspettando fiduciosi cosa dirà la comunità scientifica, in particolare Ema ed Aifa, che credo si pronunceranno nei prossimi 2-3 giorni e rispetteremo chiaramente le prescrizioni. Sono sicuro che a fine mese raggiungeremo il target che ci siamo prefissati". Così il generale Figliuolo, a Torino all'inaugurazione dell'hub vaccinale. "Johnson&Johnson è stato fermato dagli Usa per una riflessione su probabili casi di effetti collaterali gravi il cui rapporto causa-effetto non è stato ancora dimostrato, 6 casi rispetto a 7 milioni di dosi inoculate, dato in linea con qualsiasi altra tipologia di farmaco".

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