sabato 9 gennaio 2021
I contagi non calano, da lunedì sarà in zona arancione ed è scontro tra Regione e Tar per la scuola.
In Calabria il cammino del vaccino contro il Covid è più difficile che altrove

In Calabria il cammino del vaccino contro il Covid è più difficile che altrove - Ansa

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In coda per i vaccini, scontro Tar-Regione sulle scuole, esercito in campo, contagi che non calano e da lunedì zona arancione. La Calabria fa i conti col virus e con le sue conseguenze non solo sanitarie.

Secondo quanto riporta il Report vaccini antiCovid Aifa, la Calabria, ancora ieri, era in coda alle regioni italiane per percentuale di vaccinazione in rapporto al quantitativo inviato: 5.603 le dosi somministrate sulle 25.630 disponibili (21,9%).

Nino Spirlì, presidente facente funzione della Regione, indica l’estate come termine ultimo per completare la campagna vaccinale. Il delegato per l’emergenza, Antonio Belcastro, nei giorni scorsi su queste colonne dichiarava che a inizio febbraio sarà già il turno degli ottuagenari, e dovrebbe scattare il richiamo del personale sanitario vaccinato nei primi giorni. Decisa pure l’estensione della platea dei destinatari del vaccino.

Ieri il report giornaliero del contagio raccontava un +355 di calabresi positivi rispetto al giorno precedente. In crescita (+3) pure i decessi dall’inizio della pandemia (508). L’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, dove è già attivo un ospedale militare, ha chiesto alla Regione «con urgenza un supporto logistico-organizzativo-sanitario dell’ospedale da campo dell’Esercito Italiano, al fine di garantire la regolare e capillare somministrazione del vaccino anti-Covid 19». La richiesta, che si riferisce alla fase per la vaccinazione della popolazione, si è resa necessaria considerato che l’Asp, nell’area urbana di Cosenza e Rende, «non dispone di uno stabilimento ospedaliero e che non è possibile garantire nella medesima sede, sia la somministrazione che lo stoccaggio temporaneo per un massimo di 5 giorni, come da linee guida, per il vaccino Pfizer-Biontech».

Giovedì sera il direttore dell’Unità operativa complessa di prevenzione e protezione ambientale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza e responsabile del servizio di vaccinazione anti Covid-19 della stessa Ao, Lucio Marrocco, 56 anni, si è suicidato lanciandosi nel vuoto da un balcone della sua abitazione, nel centro cittadino. Ieri il vescovo di Cassano all’Jonio, Francesco Savino, dal 22 dicembre positivo al Covid assieme a due collaboratori, ha annunciato d’essersi negativizzato. Per ora solo lui. «Vi ringrazio per le ondate di speranza ed affetto, incoraggiandomi quando i sintomi acuivano la paura e la sfiducia prendeva il sopravvento. Non dobbiamo nasconderlo mai: la nostra umanità è fragile di fronte alla sofferenza. Il pensiero va ai tanti ammalati che non ce l’hanno fatta, a quanti stanno lottando per guarire, ai tanti operatori sanitari e socio-sanitari che mi hanno sostenuto e che ogni giorno sostengono il cammino terapeutico degli ammalati, ed in particolare degli ammalati di Covid».

Il Tar di Catanzaro, intanto, come previsto in virtù d’una recente decisione analoga, ha accolto la richiesta di sospensione dell’ordinanza di chiusura di scuole elementari e medie vergata il 5 gennaio dal governatore, Nino Spirlì, lasciando il provvedimento in vigore per le superiori sino al 10 febbraio quando il Tribunale entrerà nel merito del caso. Ma la Regione non ci sta, annunciando battaglia legale per difendere l’ordinanza: «Da lunedì la Calabria non sarà in zona gialla, ma in quella arancione: sarà chiusa e nessun adulto potrà uscire se non per andare dal medico o a lavorare. I bambini e gli adolescenti, invece, potranno farlo. Loro, evidentemente, non corrono rischi, in pericolo ci sono solo i ragazzi dalla prima superiore in poi e tutte le altre persone fino ai 99-100 anni», ha commentato Spirlì.

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