lunedì 15 febbraio 2021
I positivi scendono sotto 400mila: non accadeva dal 2 novembre. Iss: inasprire le misure, per rallentare la diffusione della variante inglese più contagiosa
Contagi 7.351, morti 258, più 70 ricoverati. Il dibattito sul lockdown

Ansa

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Sono 7.351 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 11.068. Le vittime odierne sono 258, ieri erano state 221. I tamponi sono 179.278, tra molecolari e antigenici, con un tasso di positività del 4,1% (ieri 5,3%). Ieri i tamponi erano stati 205.642.

Il totale delle vittime sale a 93.835 da inizio pandemia. I ricoverati in terapia intensiva sono 2.089 (+4 da ieri), quelli in reparto ordinario sono 18.515 (+66). Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 122. I guariti in totale sono 2.237.290 (+11.771) Gli attualmente positivi scendono a 398.098 (-4.685): era dal 2 novembre che non scendevano sotto la soglia dei 400mila.

Iss: inasprire le misure, per rallentare la diffusione della variante inglese

L'Istituto superiore di sanità (Iss) ha diffuso uno studio sulla diffusione della variante inglese nel nostro Paese. La mutazione, annuncia l'Iss, "è diffusa nell'88% delle Regioni partecipanti allo studio con percentuali rispetto ai casi totali che vanno fino al 59% in alcune aree". Ecco quindi che, in assenza di una copertura vaccinale sufficiente delle categorie di popolazione più fragile, "la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata". Motivo per cui l'Iss raccomanda di intervenire per contenere e rallentare la diffusione della variante inglese "rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione".

Lockdown sì o no? Sulle parole di Ricciardi gli esperti si dividono

Su una cosa tutti concordano: per essere efficace, lo sarebbe sicuramente. Quello su cui anche gli esperti si dividono è se un nuovo lockdown totale posso essere utile e opportuno: per alcuni, a cominciare da Walter Ricciardi che su Avvenire l'ha invocato, sarebbe l'unica via d'uscita dall'incubo di un'accelerata diffusione del virus causata dalla circolazione delle varianti, per altri il lockdown comporterebbe costi economici, sociali e psicologici difficilmente sostenibili.

"Da un punto di vista scientifico sono d'accordo con Ricciardi" esordisce il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano. "Credo però che un lockdown totale sia difficile da proporre dal punto di vista dell'opportunità politica e del disagio e della ribellione sociale che si rischierebbe". "Il lockdown totale è quello che ha maggiore efficacia, ha ragione Ricciardi - ribadisce - ma mi rendo conto che c'è una rabbia sociale in chi è in sofferenza".

il direttore di Malattie infettive presso l'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli si schiera con Ricciardi: "Lockdown totale? Le nuove varianti portano sicuramente più infezioni e più problemi. E purtroppo la conclusione non può che essere la soluzione paventata dal prof. Ricciardi. Mi preoccupano molto le nuove varianti sono già arrivate in Italia e hanno una capacità di diffusione maggiore della variante principale che imperversava fino adesso nel nostro Paese". "Il sistema della divisione dell'Italia a colori - aggiunge - non sta funzionando. E la prova è nei fatti".

Tra chi non vuol sentire parlare di chiusure totali invece c'è il virologo Roberto Burioni, dell'Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano: "Il problema non si risolve con le chiusure che servono solo a guadagnare tempo. Si risolve con il vaccino" scrive su Twitter.

"Un lockdown severo oggi, se certamente potrebbe apportare dei benefici in termini di prevenzione della circolazione delle nuove varianti, sarebbe un disastro dal punto di vista psicologico, sociale nonché economico" argomenta Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano.

"Non si tratta di aggravare le misure, ma di applicare con severità quelle che abbiamo. Un lockdown severo non serve, ma occorrono chiusure chirurgiche", afferma il direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia.

L'infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, riassume: "Sul lockdown generale sembra ci siano due schieramenti contrapposti. È un provvedimento, può essere preso, ma non serve minacciarlo". "Da una parte ci sono Ricciardi e Crisanti, due ottimi professionisti, ma nessuno dei due è mai stato in ospedale. Credo che bisognerebbe ascoltare tutti e fare sintesi".

Anche il virologo Andrea Crisanti, infatti, come Ricciardi ritiene che il governo debba stringere ancora le misure per la lotta al
Covid e in un'intervista a La Stampa dichiara: "Gli impianti di sci non riaprono? E vorrei vedere! Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Come se ne esce? Con un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele".

Code al Brennero per l'obbligo del tampone

Situazione pesante oggi al Brennero per le nuove disposizioni anticontagio. Da oggi chi entra in Austria diretto in Germania deve, infatti, presentare un Covid-test effettuato nelle 48 ore precedenti. Visto che non tutti ne erano al corrente o si presentavano comunque senza test, sull'Autobrennero si sono formate code e rallentamenti da Bressanone al Brennero. Per poter effettuare i test rapidi al Brennero sono state istituite delle postazioni, che comunque hanno rallentato il traffico, tant'è che sull'A22 in direzione nord durante la mattina sono transitati circa 40-50 veicoli all'ora, mentre in direzione sud erano 300-400.

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