lunedì 1 febbraio 2021
Tutte le regioni sono in zona gialla tranne Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Alto Adige, che restano in zona arancione
Cosa si può fare in zona gialla e in zona arancione
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Oggi primo febbraio 2021 entrano in vigore le ordinanze relative alle restrizioni disposte nelle regioni italiane per contenere la pandemia da coronavirus, firmate sabato dal ministro della Salute, Roberto Speranza.

I dati positivi sull’epidemia permettono a quasi tutte le regioni italiane – comprese Lazio e Lombardia – di essere in “zona gialla”, mentre sono in “zona arancione” Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e provincia autonoma di Bolzano.



Che cosa si può fare nella zona gialla?


Secondo le regole valide fino al 15 febbraio, in zona gialla ci si può muovere liberamente all’interno della propria regione o provincia autonoma senza bisogno di autocertificazione, anche se resta in vigore il coprifuoco notturno tra le 22 e le 5.

Gli spostamenti verso altre regioni (anche altre regioni in zona gialla) sono permessi solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Tra le 5 e le 18, inoltre, si potranno consumare cibi e bevande all’interno di bar e ristoranti, che nel resto della giornata potranno comunque operare per il servizio da asporto o consegna a domicilio. In zona gialla è inoltre permessa – con capienza ridotta – l’apertura di musei e mostre dal lunedì al venerdì, tranne che nei giorni festivi.

Che cosa si può fare nella zona arancione?


UMBRIA PUGLIA SICILIA SARDEGNA E PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Per le regioni in zona arancione restano in vigore le regole generali, come il coprifuoco dalle 22 alle 5 e la “deroga sulle visite”, cioè la possibilità di andare in un’altra casa, rispettando alcuni limiti, mentre dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio comune. Bar e ristoranti potranno lavorare soltanto con le consegne da asporto, mentre i negozi potranno rimanere aperti, anche se con varie limitazioni.

In zona arancione non ci si può spostare tra comuni se non per motivi di lavoro, salute o necessità, ma si può sempre rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.

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