lunedì 23 marzo 2020
Ecco gli aggiornamenti nel nostro Paese. Iss sui medici contagiati: in Italia sono il doppio della Cina. Primi pazienti trasferiti in Germania. L'Iss: al Sud ancora troppa gente fuori casa
Frenata sui contagi, ma ancora 601 morti in un giorno
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È ancora presto per parlare di frenata nel numero dei contagi da Coronavirus in Italia ma continua per il secondo giorno ad abbassarsi la curva delle nuove positività. L’ultimo bollettino ufficiale della Protezione civile, comunicato nel consueto appuntamento quotidiano dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, parla di 601 nuove vittime, il che porta il totale dei morti a 6.077.

Sono però stati superati i 50mila malati di coronavirus in Italia. Sono complessivamente 50.418, con un incremento rispetto a ieri di 3.780: domenica l'incremento era stato di 3.957. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - ha raggiunto i 63.927. "Voglio evidenziare - ha aggiunto Borrelli - che la Germania ha accolto i primi due pazienti positivi che stanno partendo adesso: dovrebbe accoglierne un numero complessivo di 8 a riprova di quanto sia importante la solidarietà internazionale".
È previsto un volo in serata dall'aeroporto lombardo di Orio al Serio verso Lipsia, in Germania, con a bordo alcuni dei pazienti infetti di coronavirus, dopo che il ministro-presidente Michael Kretschmer della Sassonia aveva dichiarato la disponibilità del suo Land a ospitare pazienti italiani. "Voglio ringraziare i numerosi Paesi che hanno contribuito alle attività del nostro Paese, in particolare la Federazione Russa, la Repubblica Popolare Cinese, Cuba, la Francia e la Germania che hanno a messo a nostra disposizione uomini e mezzi contro l'epidemia", proseguito Borrelli nell'appuntamento quotidiano con la stampa. "È il frutto - ha ricordato il commissario - di relazioni con altri Paesi che il sistema di protezione civile ha costruito negli anni. Proprio ieri c'è stato un terremoto in Croazia e noi abbiamo disposto l'invio di un modulo di assistenza alla popolazione dal Friuli Venezia Giulia, a dimostrazione che anche durante un'emergenza come quella che stiamo vivendo il nostro sistema di protezione civile continua a fare il suo lavoro".

Nel frattempo sono state chiuse tutte le attività "non essenziali". Confindustria difende la produzione, mentre i sindacati minacciano scioperi. I casi di contagio in Italia sono saliti a 59.138: 7.024 i guariti e 5.476 morti. E poi l’allarme lanciato dall'Istituto Superiore di Sanità: "In Italia contagiati 4.824 operatori sanitari, il doppio di quelli cinesi".

Secondo l’ultimo aggiornamento epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità del 23 marzo l’età media dei pazienti contagiati è di 63 anni. Il sesso più colpito è quello maschile (58,3%), mentre le donne rappresentano il 41,7% dei casi positivi in Italia. La letalità è maggiore tra i pazienti di età compresa tra gli 80 e 89 anni (23,3%) e supera il 24,1% nel caso di pazienti ultranovantenni.


L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato l’ok per «procedere con la sperimentazione del medicinale Avigan» nella cura del Coronavirus. Il ministro della Salute Roberto Speranza, dopo aver incontrato il direttore generale dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), Nicola Magrini, ha comunicato che «la riunione del Comitato Tecnico-Scientifico di questa mattina, dopo una prima analisi sui dati disponibili relativi ad Avigan, sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso».

A Enna la zona rossa. Iss: nel Sud Italia ancora troppa gente in strada

Per contenere la diffusione del virus il sindaco di Ennna con un'ordinanza comunale ha stabilito con l'interdizione all'ingresso a Enna di tutti i lavoratori da fuori Comune. "A Enna i lavoratori, sia pubblici cheprivati, dei Comuni della provincia non potranno più accedere. In provincia - ha detto Dipietro - ci sono 41 positivi. La stragrande maggioranza dei positivi è concentrato in unfocolaio in uno dei comuni dell'ennese che da oggi è stato dichiarato zona rossa".

Nel Sud Italia "si vedono ancora strade piene di gente e situazioni che non vediamo negli altri contesti": un atteggiamento che "preoccupa" anche se ad oggi il Sud "mostra dei dati dove la curva non sembra ancora impennarsi". Lo ha detto il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro lanciando un nuovo appello ai cittadini: "siamo tutti nella stessa sfida, bisogna mantenere un atteggiamento rigoroso e unitario in tutto il paese, le dinamiche del virus non risentono della latitudine ma dei nostri comportamenti".

Ecco la situazione dei contagi in Lombardia

Crescono ancora i numeri dei contagi di Coronavirus in Lombardia, ma il trend è in calo. L’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha comunicato alle 18 che sono 1.555 i nuovi casi (ieri era +1.592), per un totale di 28.761. «Oggi è la prima giornata positiva di questo momento durissimo», ha detto Gallera. I decessi in 24 ore sono 320, con il bilancio totale salito a 3.776.
Il totale degli ospedalizzati si attesta su 9.266: è il primo caso in negativo, con un -173 rispetto a ieri. Crescono a 1.328, invece, i pazienti ricoverati in terapia intensiva.
Si notano rallentamenti anche a livello provinciale: nel bergamasco si è registrato un +255, mentre nel milanese un +257 (ieri era +424), per un totale di 5.326 casi (2.039 solo a Milano). Nel lodigiano diminuiscono ancora i numeri, con un +45 rispetto a ieri e un totale di 1.817 casi. Nella zona del bresciano si registra un +588 , per un totale di 5.905 positivi, e nella provincia di Como un +69, per un totale di 581 casi.

Il numero di casi di coronavirus nel mondo ha superato quota 350mila: lo riporta l'ultimo bollettino diffuso dalla Johns Hopkins University, secondo cui le persone guarite sono ora 100.182. Per l'esattezza, i contagi hanno raggiunto le 350.536 unità. Finora i morti sono 15.328. Qui gli approfondimenti sulla diffusione del virus in Europa e nel resto del mondo.

"La furia del coronavirus mostra la follia della guerra. Ecco perché oggi chiedo un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo. È tempo di bloccare i conflitti armati e concentrarsi sulla vera lotta delle nostre vite. Alle parti in guerra dico: ritiratevi dalle ostilità". È il messaggio lanciato dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. "Non dimentichiamo che nei Paesi devastati dalla guerra, i sistemi sanitari sono crollati", ha aggiunto.

Come stanno andando i controlli delle forze dell'Ordine in italia

La stragrande maggioranza degli italiani sta seguendo le norme e la raccomandazioni. È un dato che emerge dall'analisi del Post ai numeri forniti giornalmente dal governo sui controlli delle forze dell’ordine, previsti per fare rispettare le restrizioni agli spostamenti e alle normali attività in vigore da circa due settimane.

"In media le persone denunciate sono state il 4,41 per cento fra quelle fermate dalle autorità ogni giorno: significa che più del 95 per cento delle persone fermate – quindi quelle che si sono spostate nonostante i divieti – stavano seguendo un comportamento regolare. La percentuale si riduce ulteriormente per i controlli sui commercianti: sono stati denunciati soltanto lo 0,25 per cento dei titolari dei negozi controllati, praticamente due su mille (e la percentuale si è ridotta sensibilmente rispetto ai primi giorni)."

Secondo il Post, "sono numeri molto bassi, se consideriamo anche che in termini assoluti i controlli sono aumentati (e quindi sono diventati più pervasivi). L’11 marzo – primo giorno di cui sono disponibili i dati – in tutta Italia erano state fermate 107.879 persone, e controllati 19.985 negozi, mentre il 21 marzo sono diventati rispettivamente 208.053 e 75.362. Nonostante questo, la percentuale delle persone denunciate si è assestata stabilmente intorno al 5 per cento, mentre quella dei commercianti è scesa negli ultimi giorni fino allo 0,1 per cento".

Gruppo Abele, sportello telefonico di assistenza psicologica

"Stress, senso di solitudine, isolamento. Restare a casa ti espone a tutto questo? Parlane con noi". È l'offerta del Gruppo Abele di Torino, l'organizzazione fondata da don Luigi Ciotti che da 55 anni è accanto a chi soffre, ai più fragili, a chi fatica. E lo fa anche oggi. "L’altra faccia, quella meno pubblica, dell’emergenza coronavirus - spiegano - è quella che si sta vivendo all’interno delle case dove giorno per giorno il rischio che monti la paura si fa sempre più possibilità concreta". Per questo, il Gruppo Abele ha attivato dal 23 marzo, una linea telefonica Covid-19 in orario 15 – 20, 7 giorni su 7, "per sostenere e supportare la cittadinanza, gli operatori sanitari e tutti coloro che vivono una situazione di sofferenza e disagio provocata da questo grande stravolgimento della nostra quotidianità". Il numero di telefono è 011 3841040, risponderanno esperti e operatori del Gruppo Abele, impegnati su queste problematiche.

Dal "Marano ragazzi spot festival" un programma per superare la quarantena

#stattAcas do' Festival. È l'iniziativa del "Marano ragazzi spot festival" che da quasi 20 anni ospita nella cittadina campana ragazzi di tutte le età, provenienti da ogni parte d’Italia, che si incontrano per raccontare attraverso la produzione di spot di pubblicità sociale e brevi cortometraggi, il proprio impegno per promuovere i valori della legalità, della giustizia sociale, della pace, della memoria, della difesa dell’ambiente, delle diversità e del dialogo interculturale. Come spiega il coordinatore Rosario D'Uonno "in queste giornate di grande difficoltà per la vita di noi tutti ed in particolare delle nostre scuole, abbiamo sentito il dovere di fare la nostra parte". Così è stato predisposto un programma di proposte culturali ed educative fruibili dalla pagina Facebook del festival. A partire dal 25 marzo, ogni giorno, per i ragazzi, ma anche per le loro famiglie, saranno attivati cineforum (con annesse schede didattiche di lettura filmica), un corso in quattro lezioni per la fruizione e la produzione cinematografica, e una proposta operativa per realizzare video fatti a casa. "Un programma - dice ancora D'Uonno - per superare la quarantena "a mente piena". Nella speranza che possa risultare utile al lavoro di chi opera nella scuola e non solo".

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