giovedì 12 novembre 2020
Tra i medici ed esperti italiani ha firmato la lettera promossa da Oxfam l’infettivologo Stefano Vella, professore all'Università Cattolica. Tutti possono aderire
Ospedale in Yemen

Ospedale in Yemen - Ansa

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Alla vigilia del G20 straordinario dei Ministri delle Finanze di domani, oltre 1.000, tra medici, infettivologi, immunologi, infermieri, virologi, rianimatori, impegnati in 66 diversi paesi, hanno firmato una lettera, per chiedere la cancellazione del debito dei paesi in via di sviluppo.

L’iniziativa, promossa da Oxfam, ribadisce che, solo liberandosi dal peso del debito, i paesi più poveri potranno destinare risorse alla lotta contro il Covid-19, investendo in sistemi sanitari che possa essere in grado di far fronte alla pandemia e non solo. Attualmente molti governi spendono più per la restituzione del debito che per la sanità, mentre l’Iniziativa di sospensione del debito del G20 rinvia solo una frazione dei pagamenti, inclusi gli interessi, a metà del 2021.

Tra i firmatari dell’appello vi sono Nisreen Alwan, professore associato dell’Università di Southampton, Regno Unito, Christophe Prudhomme, medico di pronto soccorso e portavoce dell’associazione Medicina di emergenza, Francia, Trisha Greenhalgh, primario del dipartimento Scienza della salute dell’Università di Oxford, Regno Unito, Francis Mupeta, Capo del dipartimento Malattie infettive dell’Università Teaching, Zambia.

Tra gli italiani, l’infettivologo Stefano Vella, professore all’Università Cattolica di Roma ed ex direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale presso l’Istituto Superiore di Sanità.

“L’attuale pandemia ha portato alla luce le drammatiche disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari e la debolezza, anche nella raccolta dati, dei sistemi sanitari di molti paesi in via di sviluppo.- spiega Vella - E’ fondamentale perciò che questi paesi, con proprie risorse, possano rafforzare le strutture, aumentare e migliorare la preparazione del personale per essere pronti a far fronte a malattie vecchie e nuove, assicurando la salute dei propri cittadini e di conseguenza lo sviluppo delle proprie economie”.

“In una fase in cui i sistemi sanitari sono in grande sofferenza a causa della pandemia Covid-19, è surreale che i paesi più poveri debbano pagare 3 miliardi di dollari al mese per risanare il loro debito con i paesi ricchi, i fondi d’investimento e la Banca mondiale, mentre si aggrava il livello di povertà della popolazione", aggiunge Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia.

Già prima della pandemia, a livello globale, c'era una carenza di 17,4 milioni di operatori sanitari, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito.

La situazione più critica è in Africa a causa di una strutturale carenza di dispositivi, attrezzature e personale medico. In media, in tutto il continente, ci sono 2,8 medici e 11 infermieri ogni 10.000 abitanti con quasi 1,9 milioni di contagi registrati, a fronte dei 33,8 medici e 80,6 infermieri dell’Europa.

Dall'analisi di Oxfam emerge quindi come la cancellazione del debito solo per quest'anno, potrebbe rendere disponibili tre anni di stipendio per assumere:

• 14.000 infermieri in più in Malawi, dove attualmente ce ne sono appena un quarto di quelli necessari a rispondere alla pandemia;
• 24.500 medici in Ghana, dove attualmente ce ne sono appena un quinto di quelli indispensabili a rispondere ai bisogni della popolazione;
• 47.468 infermieri in più in Repubblica Democratica del Congo, un paese che ne sta impiegando circa la metà del necessario.

L'appello al G20​

La cancellaziono del debito deve essere permanente e vincolante, questo chiede l'appello. Al momento non esiste un accordo comune a livello globale per i paesi su cui pesa un forte debito estero e molti sono lasciati da soli a dover affrontare i creditori. In questo quadro, la procedura comune di ristrutturazione del debito, che sarà discussa domani nella riunione straordinaria del G20 Finanze - sottolinea Oxfam - sarà efficace solo se sarà vincolante e alle stesse condizioni verso tutti i creditori bilaterali, multilaterali e privati.

“Lanciamo un appello urgente ai paesi del G20, - conclude Sara Albiani - perché si arrivi ad una cancellazione permanente del debito. Misure transitorie, non fanno altro che rinviare il problema. L’emergenza sanitaria globale che stiamo vivendo richiede misure radicali e senza precedenti da parte dei paesi ricchi. Le sole che consentiranno di salvare tantissime vite nei paesi poveri nei prossimi anni”.

Per aderire alla lettera-appello ai leader del G20: FIRMA QUI

Per scaricare il testo dell'appello CLICCA QUI

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