martedì 24 novembre 2020
Speranza rinnova le misure per Bolzano, Umbria, Liguria e Basilicata. L'ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020, ferma restando la possibilità di nuova classificazione prevista dal decreto
23.232 nuovi casi e 853 morti nelle ultime 24 ore

Reuters

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23.232 casi su 188.159 tamponi, 853 decessi

Dei segnali positivi ci sono e la curva epidemica dei casi di Covid-19 in Italia tende a stabilizzarsi, ma la situazione resta fortemente critica soprattutto in relazione ad un parametro essenziale: il numero delle vittime, che oggi ha segnato un rialzo facendone registrare 853 a fronte delle 630 di ieri. A preoccupare maggiormente è infatti proprio l'andamento dei decessi, destinato a mantenersi alto ancora per circa due settimane.

Ma il cauto ottimismo per i primi effetti delle misure restrittive è controbilanciato anche da un altro dato negativo, vale a dire la tenuta delle strutture sanitarie sulle quali permane un carico notevole.

È un'analisi dell'andamento epidemiologico che spinge alla massima prudenza e cautela quella fatta oggi dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, e del direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, in occasione della conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute.

Illustrando i dati giornalieri del contagio, Rezza ha detto che sono 23.232 i nuovi positivi, con 188.659 tamponi eseguiti contro i 149.000 di ieri: "C'è stato un leggero aumento del numero dei positivi". Però, ha sottolineato, "c'è un brutto dato: ci sono stati 853 decessi, un fattore molto negativo". Ciò anche alla luce del fatto che proprio i decessi rappresentano il parametro che che cala per ultimo. Questa situazione, dunque, potrebbe protrarsi per un periodo non brevissimo, come ha sottolineato Locatelli. "Credo - ha affermato - che ci sarà un numero di morti in questo ordine di grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo". Ed ancora: "Il numero dei nuovi infetti è troppo alto; quando saremo a 50 su 100mila saremo sollevati, finché la situazione resta questa l'allerta rimane alta", ha spiegato Rezza, sottolineando che attualmente siamo a 730 per 100 mila abitanti in una escalation che è andata da 50, poi a 200 per 100 mila abitanti e che ha continuato a salire.
La conseguenza è che il carico sulle strutture sanitarie permane, e quindi "il cauto ottimismo è controbilanciato dal fatto che gli effetti di questa lunga scia si vedranno per diverso tempo". Il calo dei positivi. con andamenti oscillanti fisiologici negli ultimi giorni, hanno rilevato gli esperti, è invece effetto delle misure di contenimento messe in atto.

Nonostante il quadro che resta grave, qualche segnale di miglioramento, però, inizia ad evidenziarsi. A fronte del dato dei morti, ha spiegato Locatelli, che "deve richiamare ad andare avanti nella strategia presa, 12,31% è oggi il rapporto tamponi-casi, in calo di 3 punti percentuali rispetto alla settimana precedente, ed il numero degli accessi alle terapie intensive è 6 a fronte di 120 di una settimana fa". Inoltre, per la prima volta dall'inizio della seconda ondata, calano i ricoveri per Covid nei reparti in area medica: dal bollettino del ministero della Salute emerge che ad oggi ci sono 34.577 persone ricoverate, 120 meno di lunedì, quando erano 34.697.
Quindi "gli indicatori vanno nella direzione sperata". Un riferimento anche alla scuola che, ha ribadito Locatelli, "si conferma contribuire in maniera assolutamente marginale alla curva di trasmissione di SarsCov2". Insomma, la situazione dei contagi non lascia dubbi sulla necessità di perseverare nelle misure di contenimento: "Continuiamo a fare qualche sacrificio e magari con l'inizio del prossimo anno - ha concluso Rezza - potremo cercare di evitare la cosiddetta terza ondata, ovvero la ripresa di questa seconda ondata che in qualche misura stiamo riuscendo a far ritornare più bassa".




Il ministro della Salute, Roberto Speranza

Il ministro della Salute, Roberto Speranza - Ansa

Sempre oggi martedì 24 novembre il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza con cui si rinnovano le misure restrittive relative alla Provincia autonoma di Bolzano e alle Regioni Basilicata, Liguria e Umbria. L'ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020, ferma restando la possibilità di nuova classificazione prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020.

Basilicata, Liguria e Umbria restano in arancione (rischio medio-alto e scenario 3 con situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo), mentre la Provincia Autonoma di Bolzano in area rossa relativa allo scenario 4 (situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo). Il rinnovo odierno delle fasce di rischio è relativo alle ordinanze del 10 novembre scorso.

Erano già state rinnovate, venerdì scorso, le restrizioni vigenti per Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta (rosse) e Puglia e Sicilia (arancioni), mentre l'Abruzzo aveva deciso autonomamente il passaggio di colore, da arancione a rosso.






Impianti sciistici e feste natalizie: le preoccupazioni del governo

Evitare le aggregazioni di persone che potrebbero crearsi intorno agli impianti sciistici: è questa la principale preoccupazione del governo. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella trasmissione Di Martedì. "Con le regioni parleremo, non abbiamo mai cercato polemiche. Capisco - ha detto il ministro - che dietro le piste da sci ci sono persone che lavorano e che meritano il massimo rispetto. Il punto è evitare le tantissime aggregazioni che possono svilupparsi e i tanti trasferimenti di persone che vanno in vacanza nelle località sciistiche. Dobbiamo stare molto attenti e ricordare quanto è successo la scorsa estate, quando in tanti hanno abbassato la guardia".

"Nessuno sottovaluta l'impatto di una chiusura delle attività sciistiche però i numeri attuali non rendono compatibile un'ipotesi di riapertura" ha aggiunto anche il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. "Nessuno sottovaluta l'impatto di una chiusura delle attività sciistiche però i numeri attuali non rendono compatibile un'ipotesi di riapertura". Per Locatelli aprire gli impianti "vorrebbe dire esporre tutto il paese a una ripresa della curva epidemica e avere una concertazione europea è assolutamente fondamentale".

Inoltre è previsto per mercoledì 25 novembre un incontro sul numero delle persone che potranno riunirsi a tavola per la cena e il pranzo di Natale. Lo ha spiegato sempre il ministro della Salute nella trasmissione Di Martedì. I posti a tavola, ha osservato, vanno "limitati agli affetti più stretti. Nelle prossime ore ragioneremo su questo. Domani è prevista una riunione su questo tema".
"In questo momento c'è un coprifuoco in Italia e dopo le dieci non sono possibili attività di nessun tipo, faremo una valutazione" ha spiegato Speranza rispondendo alla domanda se "Le messe di mezzanotte saranno piene?". In merito, ha precisato il ministro, "non c'è stata una decisione" e la valutazione sarà fatta "sulla base dei dati epidemiologici dei prossimi giorni".


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