martedì 13 settembre 2022
Per l'ex premier nel centrodestra hanno idee troppo diverse per questo ora pensano di tirare fuori dal cilindo altri supertecnici. «Abbiamo già visto i risultati dei "migliori"».
Il capo del M5s Giuseppe Conte

Il capo del M5s Giuseppe Conte - Ansa

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Presidente Giuseppe Conte, pensa che il centrodestra riuscirà a fare un governo solido se dovesse vincere le elezioni? E cosa pensa di quell’esecutivo "dei migliori" evocato da Guido Crosetto?

Giorgia Meloni ha paura di una vittoria – risponde l’ex premier e capo del M5s -, perché sa che poi bisogna governare e dare soluzioni sulla crisi e il caro-bollette. E lei sa di non avere una classe dirigente all’altezza. Per questo fanno circolare l’idea di un nuovo "governo dei migliori": pensano di tirare fuori dal cilindro altri supertecnici della comunità finanziaria e bancaria, commissariando la politica a scapito di scelte coraggiose e del cambiamento. I risultati dei "migliori" li abbiamo però già visti: stallo totale sulle decisioni e tecnica del rinvio.

Anche i suoi due governi avevano però composizioni "eterogenee". Quali sarebbero le differenze?

Quelli che ho guidato sono stati due governi politici con cui abbiamo mantenuto l’80% degli impegni su cui i cittadini hanno votato M5s. Non abbiamo portato avanti misure decise da qualche tecnico in una stanza. Solo con scelte politiche coraggiose si salvano 1 milione di cittadini dalla povertà nell’anno della pandemia, si argina il precariato con il "decreto dignità" e si bloccano i licenziamenti, salvando oltre 300mila lavoratori. Noi lo abbiamo fatto. E abbiamo ottenuto dall’Europa 209 miliardi, mentre il partito della Meloni votava contro il Recovery e, quindi, contro gli italiani.

Gli altri partiti vi accusano di «irresponsabilità» sul secondo "decreto Aiuti". Per quali ragioni vi state incaponendo?

Prendono in giro gli italiani: non abbiamo bloccato nulla perché il decreto produce i suoi effetti già dal 9 agosto e in Parlamento lo voteremo. L’unica irresponsabilità è quella di chi pensa di mettere in campo un "dl Aiuti" senza risolvere il problema di 40mila imprese che rischiano il fallimento se non si interviene sulla cessione dei crediti fiscali. È incredibile tanta ostilità su una misura che è stata un volano per l’economia. Rispetto a venerdì qualcosa si muove: prima eravamo irresponsabili, ora anche le altre forze politiche grazie a noi si sono svegliate su questo tema. Bene, votiamo tutti insieme.

Il M5s continua a chiedere nuovo deficit per aiutare famiglie e imprese, ma Draghi si oppone e ricorda che l’Italia ha già speso 49,5 miliardi. Più deficit non ci espone a più rischi sui mercati?

In pandemia ho fatto 5 scostamenti di bilancio da 130 miliardi per aiutare imprese e cittadini a rimettersi in piedi. Abbiamo prodotto una catastrofe? No, tutt’altro, la catastrofe ci sarebbe stata se avessimo scelto ancora la strada dell’austerità. Grazie alle nostre misure abbiamo prodotto una crescita del Pil al +6,6% e il rapporto fra debito e Pil è passato dal 155% del 2020 al 150% del 2021.

Pensa che si arriverà davvero al tetto Ue al prezzo del gas? E la ritiene una risposta valida senza un "Energy fund"?

Il tetto al prezzo andava imposto 6 mesi fa, ora è già tardi. Sul Recovery energetico predichiamo nel deserto da febbraio, con dichiarazioni pubbliche, incontri con Draghi e mozioni in Parlamento. Ci è stato subito chiaro che bisognava proteggere famiglie e imprese dalle conseguenze delle sanzioni alla Russia con un piano europeo sul modello della pandemia. Non ci hanno ascoltato.

Quali pericoli maggiori vede negli altri tre poli presenti alle elezioni?

Nel centrodestra hanno idee diverse su tutto, se andranno a Palazzo Chigi litigheranno invece di governare. La Meloni vuole cancellare una misura di protezione sociale come il Reddito di cittadinanza, ora che la crisi economica si fa più dura. Calenda propone di riempire l’Italia di inceneritori, con i militari pronti all’azione in caso di proteste, e porta in dote Renzi, che da senatore fa affari con il regime saudita e poi vuole tagliare gli aiuti alle famiglie povere. Sui vertici del Pd non so che altro dire: nell’ultimo mese e mezzo sono passati dall’agenda progressista alla ricerca frenetica di alleanze con Calenda, Gelmini, Tabacci e Di Maio. E questo favorisce l’astensionismo, che restringe i margini della nostra democrazia e va combattuto ridando voce agli elettori, come facciamo noi.

Il M5s continua però a governare localmente con il Pd, in alcune realtà. La sua sembra ora più un’opposizione a Letta che ai dem: è così?

Le intese già in essere vanno avanti, nel rispetto dei cittadini e dei territori. Per il resto con gli attuali vertici del Pd, che hanno voltato le spalle all’agenda progressista comune, non ci si può sedere al tavolo.

Ha definito un errore l’obbligo vaccinale ai 50enni ed è stato accusato di "strizzare l’occhio" ai no-vax. Perché il M5s non si oppose a marzo anche all’assurda perdita del lavoro per i non vaccinati?

Mai strizzato l’occhio ai no-vax: le ricordo che la campagna vaccinale l’abbiamo avviata noi al governo. Abbiamo sempre detto che l’obbligo doveva rappresentare una extrema ratio. Non appena la situazione epidemiologica è migliorata, siamo stati i primi a chiedere che le misure fossero allentate, a partire dall’obbligo nei luoghi di lavoro: concordo che in una fase così complicata lasciare tante persone senza stipendio era inaccettabile.

Ucraina: ha detto che è contrario a nuovi invii di armi. La controffensiva delle truppe di Kiev cambia il quadro o lo conferma?

Le fortune alterne degli eventi militari non cambiano un fatto: quello su cui occorre profondere sforzi senza tregua è una soluzione diplomatica, di cui l’Italia deve essere capofila. Inviare armi a oltranza non assicura pace e sicurezza.

M5s viene a volte tacciato, al pari della Lega, di posizioni filorusse. Cosa risponde?

Il M5s non ha nulla da spartire con i fanatici del putinismo. I miei rapporti con Mosca sono datati ai miei mandati da presidente del Consiglio e improntati esclusivamente al perseguimento dell’interesse nazionale.

Sul presidenzialismo proposto dal centrodestra, il M5s è disposto a dialogare?

Noi non abbiamo remore nel dialogare e confrontarci con tutte le altre forze politiche, ma il confronto deve essere su possibili modifiche migliorative dell’assetto costituzionale. E non su un presidenzialismo che viene furbescamente utilizzato per la campagna elettorale.

Il Movimento tornerà a essere una forza "antisistema"? E sarà credibile dopo 4 anni al governo?

Il M5s è l’unica forza a subire un costante attacco da tutte le altre forze politiche, dal sistema mediatico e da un apparato geloso di custodire i propri privilegi. Siamo una forza scomoda perché non miriamo a sederci al tavolo di chi divide la torta del potere. Questa nostra opposizione a logiche privatistiche della gestione della res publica è la garanzia migliore che un cittadino può avere sulla nostra coerenza di azione.

Gli ultimi sondaggi prima del "silenzio" davano il M5s in risalita. Un 12-13% sarebbe un risultato che giudicherebbe valido o non si accontenta, a questo punto?

Non davamo retta ai sondaggi quando ci davano per finiti, allo stesso modo non ci esaltiamo oggi. Preferiamo ascoltare la gente, le loro preoccupazioni. Siamo certi di poter dare ancora agli italiani la garanzia di fare il massimo per loro.


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