martedì 8 ottobre 2019
Le reazioni delle associazioni contro le armi sul programma di acquisto degli F35 che potrebbe costare all'Italia altri 10 miliardi, oltre ai 4 già spesi
«Conte dica no alla spesa di altri 10 miliardi per gli F35»
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Prima le presunte rassicurazioni del premier Giuseppe Conte al segretario di Stato Usa Mike Pompeo sull'acquisto di tutti e 90 i cacciabombardieri ordinati. Poi le smentite da Palazzo Chigi e la conferma di una possibile «ri-negoziazione», forse un taglio di 20 o 30 velivoli. Acque agitate nel M5s sugli F35, cavallo di battaglia ai tempi dell’opposizione, poi imbrigliato dall'alleanza con la Lega. E mentre Carroccio e Forza Italia attaccano il governo («già tutti contro tutti»), esprimono preoccupazione le associazioni impegnate contro un programma che potrebbe costare altri 10 miliardi oltre ai 4 già spesi.

Proprio a Giuseppe Conte si rivolge il vescovo di Altamura monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi. «Le ricordo che l’Italia entro la fine del 2019 può ancora uscire dal costosissimo progetto degli F35. Dal gennaio del prossimo anno non sarà più possibile», dice monsignor Ricchiuti. E ricorda al premier che «è folle la nuova avventura in cui si sta imbarcando l’Italia. Ne abbiamo proprio bisogno? Le chiedo di dare dei segnali chiari nella direzione della pace, del disarmo e del ripudio della guerra».

Don Renato Sacco, che di Pax Christi è coordinatore nazionale, apprezza la smentita sulla presunta «sottomissione senza condizioni ai voleri degli Usa». «Spero che davvero si possa andare verso un disimpegno dell’Italia da questo programma – dice don Sacco – che serve a produrre aerei potenzialmente capaci di trasportare bombe nucleari». Poi la proposta: «Voglio chiedere al premier, a nome di Pax Christi e di Rete Italiana per il disarmo, di riceverci per parlare di questo tema. Potremmo ripetergli come, da cristiani, pensiamo che il governo farebbe molto meglio ad investire le risorse destinate all'acquisto degli F35, che costano ciascuno 120 milioni di euro di denaro pubblico, in sanità, scuole, assistenza sociale».

Vigila anche la Campagna «Stop F35 - Taglia le ali alle armi» promossa da Sbilanciamoci, Rete della pace e Rete Disarmo. «La mobilitazione contro i caccia del programma Joint Strike Fighter chiede a Governo e Parlamento di non cedere alle pressioni Usa». Per le associazioni «è necessario ridiscutere la partecipazione dell’Italia a un programma di armamento dal costo miliardario e con gravi problematiche tecniche, strategiche e produttive. Chiediamo al premier di esprimere definitivamente la posizione del Governo. Se sommiamo velivoli già ultimati e consegnati, quelli in costruzione e quelli per i quali si è già firmato un primo contratto di preproduzione, siamo già ora a quota 28 aerei confermati e da pagare integralmente (circa 4 miliardi di spesa). L’Italia dovrebbe acquisirne in tutto 90: se il Governo cedesse alle richieste Usa ne dovremmo così comprare altri 62, con un esborso ulteriore di oltre 10 miliardi».

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