sabato 12 dicembre 2020
Mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi sta diventando una corsa difficile: l’appello dell’Onu e di papa Francesco. Conte: siamo ancora in tempo per invertire il corso
Il cambiamento climatico colpisce per primi i Paesi più poveri. Ma colpirà tutti

Il cambiamento climatico colpisce per primi i Paesi più poveri. Ma colpirà tutti - Ansa / Oxfam

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Bisogna agire subito: è giunto il momento di una svolta vera perché l’emergenza climatica lo impone e quell’Accordo, sottoscritto cinque anni fa a Parigi, è diventato urgente. Il mondo corre verso la desertificazione e gli eventi atmosferici estremi, e sono i paesi più poveri che pagano il prezzo maggiore. «Il mondo dichiari lo stato di emergenza», è l’appello di Antonio Guterres che non lascia aperta nessuna porta: a cinque anni dall’intesa sul clima, per il segretario dell’Onu è arrivato il momento di agire, di fare sforzi importanti per raggiungere l’obiettivo di abbattere le emissioni del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010.

Parlando all’apertura del Climate Ambition Summit, organizzato da Nazioni Unite, Gran Bretagna e Francia, in collaborazione con Cile e Italia,tenutosi online per celebrare i cinque anni dall’accordo, Guterres ha avvertito che gli impegni attuali delle nazioni sono «tutt’altro che sufficienti» per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi centigradi.

«Se non cambiamo rotta, potremmo essere diretti a un aumento catastrofico della temperatura di oltre 3 gradi in questo secolo – ha affermato – Questo è il motivo per cui oggi, chiedo a tutti i leader del mondo di dichiarare lo stato di emergenza climatica nei loro Paesi fino al raggiungimento della neutralità del carbonio». L’obiettivo è di fare un bilancio degli ultimi 5 anni sull’azione dei Paesi contro il "climate change" e fissare nuovi obiettivi così da spianare la strada alla Cop26 di Glasgow in programma dal primo al 12 novembre del 2021.

Papa Francesco, in un videomessaggio inviato ai partecipanti del summit (vedi: clicca qui), si appella a una strategia per ridurre a zero le emissioni. «L’attuale pandemia e il cambiamento climatico, che non hanno solo rilevanza ambientale ma anche etica, sociale, economica e politica, incidono soprattutto nella vita dei più poveri e fragili» e «fanno appello alla nostra responsabilità di promuovere, con un impegno collettivo e solidale, una "cultura della cura" che metta al centro la dignità umana e il bene comune». La nostra "casa comune" reclama un cambio di rotta. Urgono misure, non c’è più tempo da perdere, ammonisce Francesco. «Oltre ad adottare alcune misure che non possono più essere rimandate, è necessaria una strategia che riduce le emissioni nette a zero (net-zero emissions)».

La Santa Sede si associa a questo obiettivo, muovendosi su due piani: da un lato, lo Stato della Città del Vaticano si impegna a ridurre a zero le emissioni nette prima del 2050, dall’altra parte, prosegue il Pontefice, «è impegnata a promuovere un’educazione all’ecologia integrale. Le misure politiche e tecniche devono essere combinate con un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e sostenibilità centrato sulla fraternità e l’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente». «È giunto il momento di cambiare rotta – conclude il Papa –.Non rubiamo alle nuove generazioni la speranza in un futuro migliore».

A cinque anni da quella che fu definita una "svolta storica", per limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC, la strada è però ancora tutta in salita. «I paesi del G20 stanno spendendo il 50% in più nei loro pacchetti di salvataggio su settori legati ai combustibili fossili che all’energia a basse emissioni di carbonio – ha sottolineato ancora Guterres – Questo è inaccettabile. Non possiamo usare queste risorse per bloccare politiche che gravano sulle generazioni future con una montagna di debiti su un pianeta distrutto».

Anche per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, «non c’è tempo da perdere». «Per salvare il pianeta dobbiamo agire ora – ha detto intervenendo alla Conferenza Climate Ambition 2020 – il livello di allarme è alto, nonostante gli accordi firmati anni fa». Il premier ha assicurato che «come presidenza del G20 nel e partner del Regno Unito per la COP26 l’Italia si impegna a dare un contributo importante a questo sforzo comune». «La comunità scientifica ci dice che siamo ancora in tempo per invertire il corso del nostro futuro. Ma dobbiamo agire ora, per salvaguardare il nostro pianeta».

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