mercoledì 25 novembre 2020
Il governatore: presto per il 'liberi tutti', vanno trovati punti di equilibrio, anche per gli impianti di sci Il Piemonte è sempre responsabile Alberto Cirio
Il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio

Il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio - Fotogramma

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La Regione Piemonte si erge a paladina del piccolo commercio: ha predisposto un disegno di legge per una web tax da applicare alle aziende con oltre 750 milioni di ricavi, di cui almeno 5,5 milioni da servizi digitali in Italia. L’ha presentata ieri il governatore Alberto Cirio che sulla riapertura delle piste da sci sembra molto cauto.

Presidente, è sicuro che la proposta, giuridicamente parlando, stia in piedi?
Assolutamente sì, perché non abbiamo inventato nulla. Proponiamo due modifiche alla legge di bilancio 2019 per elevare la web tax dal 3 al 15% in via ordinaria e al 30% in epoca Covid. I proventi andranno a ristorare il piccolo commercio, danneggiato dal lockdown, che ha invece fatto crescere in modo esponenziale il fatturato dell’e-commerce.

Non c’è lo stesso consenso tra Regioni e governo sulla settimana bianca di Natale. A che punto siamo?
La conferenza delle Regioni ha approvato le linee guida per salvare la stagione invernale e le ha trasmesse al governo. Ora bisogna vedere se si trova un punto di equilibrio.

Il Sestriere invoca la fine delle restrizioni…
Personalmente, politicamente e istituzionalmente sono convinto che il 'liberi tutti' non possa ancora avvenire. Non possiamo permetterci un nuovo Ferragosto a Natale e con esso una terza ondata epidemica.

Il suo collega Zaia però scalpita e gli austriaci si stanno già organizzando.
Non sono favorevole alle fughe in avanti, proprio perché sono consapevole che il virus non si ferma al confine tra le Regioni o tra gli Stati. La linea da tenere va decisa a livello internazionale: noi, i francesi, gli austriaci e gli svizzeri.

Prima la salute o lo skypass?
Faccio il governatore e devo cercare un punto di equilibrio che garantisca prima di tutto la salute dei cittadini e poi cerchi delle modalità di esercizio dell’attività sportiva e turistica. Ad esempio, lo sci di fondo è assimilabile alla passeggiata in montagna, mi pare difficile vietarlo. Ma è solo un esempio e comunque la decisione andrà assunta alla luce dell’evoluzione del virus, insieme al governo.

All’inizio di novembre non era così morbido con Palazzo Chigi.
Ho chiesto chiarezza sui numeri, perché i conti su Rt e colori non tornavano. Tant’è vero che in pochi giorni chi era giallo è diventato rosso… Il Piemonte è sempre stato responsabile: abbiamo anticipato le restrizioni, chiuso le scuole e i centri commerciali. Decisioni prese a ottobre e non a cuor leggero.

Il ministro Speranza dice che per allentare le restrizioni aspetterà che l’Rt scenda sotto il valore 1. Cosa risponde?
La mia Regione era a 2,16, ora siamo 1,1 e abbiamo raddoppiato i tempi del contagio, i ricoveri si sono stabilizzati, da venerdì vedremo gli effetti della zona rossa. Dovrei cantar vittoria? No, dico che servono misure per aree omogenee, perché non intendo aprire i centri commerciali e vederli invadere, giustamente, dai lombardi 'in fuga' dalla zona rossa.

La sanità piemontese ha sbandato quest’inverno mentre sembra reggere a questa seconda emergenza. Cosa è cambiato?
Pochi ricordano che quando ho assunto la presidenza ho preso in mano anche una sanità appena uscita dal piano di rientro e da decenni di tagli che avevano spolpato, per dirne una, la medicina territoriale. Razionalizzazione e riorganizzazione hanno significato chiusura di ospedali e laboratori. A febbraio, quand’è arrivato lo tsunami, avevo due laboratori per processare 240 tamponi al giorno. A chi dice che non abbiamo fatto nulla nei mesi successivi ricordo che oggi lavorano in Piemonte 32 laboratori che processano 18.000 tamponi al giorno.

In queste ore si parla molto della collaborazione tra Forza Italia, il suo partito, e il governo. Che cosa ne pensa?
Il Cirio politico sta col centrodestra. Il Cirio presidente governa il Piemonte con chi governa il Paese e deve dimostrare un senso di responsabilità, che deve essere reciproco, ma che da parte mia c’è. Vedo nella necessità di non dividersi l’obbligo che Raffaele Costa chiama «concordia operosa ». Non lo si fraintenda con il sostegno al governo, perché è un’altra cosa.

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