martedì 22 dicembre 2020
Appello del sindaco di Fratelli d’Italia, dopo lo sbarco di 98 persone. «Hanno bisogno di tutto». E si scatena la solidarietà. Il parroco: «È già Natale, Cristo quest’anno ha deciso di nascere qui»
Cibo e coperte ai migranti. «Locri ha il cuore grande»

Epa

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Il cuore della Locride si mobilita per soccorrere circa cento immigrati sbarcati nel pomeriggio di domenica. In centinaia hanno risposto all’appello del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese. E hanno letteralmente intasato le strade della cittadina sulla costa jonica, portando viveri, coperte e abiti pesanti. L’ennesima dimostrazione di un territorio da sempre accogliente verso gli immigrati, dai primi arrivi dei curdi, fino all’esperienza di Riace e di altri comuni che ospitano efficaci esperienze di Sprar. Un’accoglienza particolarmente importante in questo anno record di sbarchi.

Fino ad ora sulle coste joniche calabresi, sia della provincia di Reggio Calabria che di quelle di Crotone e Catanzaro, sono arrivati più di 2.500 immigrati rispetto ai 1.400 di tutto il 2019. L’ultimo sbarco quello di domenica a Locri, una barca a vela con a bordo 98 immigrati di nazionalità siriana, irachena e iraniana, 66 a- dulti, 30 minori accompagnati e 2 minori non accompagnati. Sono stati subito soccorsi e trasferiti presso il Palazzetto dello sport per i controlli sanitari e l’identificazione. Ed è partito l’appello del sindaco, esponente di FdI, ma da sempre molto sensibile ai temi dell’accoglienza. «Non siamo attrezzati per questo tipo di eventi – ha scritto su FacebookCalabrese – . Ci stiamo dirigendo al Palazzetto dello sport di contrada Basilea e servono con urgenza viveri, vestiti e coperte». Appello raccolto, con una vera gara di solidarietà.

«È una delle pagine più belle di questo territorio, una cosa incredibile – commenta il sindaco –. Sono venuti da tutta la Locride. La Statale 106 era paralizzata dal traffico di auto di persone che portavano alimenti e indumenti. Abbiamo riempito cinque camion, hanno portato di tutto. Una catena di solidarietà incredibile. Poi ci possono dire che siamo meridionali, possono insultarci dicendoci 'terroni', ’ndranghetisti, tutto quello che vogliono, ma oggi la Locride ha dimostrato di essere un territorio con un cuore grande». In prima linea gli scout dell’Agesci e del Masci, la Caritas, l’Azione Cattolica, la Croce rossa, associazioni ma anche cittadini, attività commerciali, ristoranti, pizzerie e ieri mattina la colazione di bar e pasticcerie.

Arrivano intere famiglie, papà e mamma che tengono per mano i loro figli che portano i loro vestitini e i loro giocattoli. Sorridono a quegli altri bambini dagli occhi scuri e profondi, scalzi, coi piedini sporchi. Una piccola ha una busta di plastica in testa. Ma sorride giocando con un pallone mezzo sgonfio. Lo racconta don Fabrizio Cotardo, parroco della Cattedrale. Che così riflette. «È già Natale, penso. Cristo è nato in anticipo e quest’anno ha deciso di nascere a Locri. E i locresi, dal cuore grande, inscenano il più bel presepe che questa città abbia mai avuto. Gente che porta doni. Poveri veri, profughi proprio come Maria e Giuseppe, che non hanno casa, non hanno nulla e chiedono di essere ospitati».

E riflette. «Anche la Chiesa, quella bella, fatta non soltanto di tonache ma di tanti laici impegnati, stavolta c’era. E come per magia la stella cometa della solidarietà si ferma sul 'Palazzetto dello sport' di Locri mentre, moderni pastori, vanno a rendere omaggio alle carni vere di Cristo che ieri ci ha visitato ». E conclude. «Locri, quando si tratta di generosità, non delude mai. Ha il cuore grande, capace di accogliere il 'mondo'. Perché Locri è la Signora tutta cuore». E non solo Locri. Sempre dalla Calabria arriva un’altra bella storia di accoglienza e integrazione. Viene da Crotone ed è la storia di Kemo Darboe, 40 anni del Gambia. Una storia sfortunata.

La moglie muore di parto e lui raggiunge l’Italia con l’intenzione di farsi raggiungere dai tre figli. Ma la sorte si accanisce e due figli muoiono in un incidente stradale. Kemo è uno dei tanti 'invisibili', sfruttati e dimenticati. Da sei anni vive a Crotone e tutti i giorni è davanti a un supermercato. Gentile, premuroso, aiuta a portare la spesa, spinge i carrelli, e riceve in cambio qualche centesimo. Ma va bene così per lui. Nei giorni scorsi la sua vita cambia. I proprietari del supermercato, la famiglia Carolei, decidono di assumerlo. Tre giorni fa firma il suo primo contratto. Un altro bel dono di Natale dell’accogliente terra calabrese.

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