martedì 16 maggio 2017
Caritas: solo 50mila posizioni per 150mila richieste
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«Mi sembra non vincente come idea, piuttosto preoccupiamoci di far fare il servizio civile a tutti quelli che lo vogliono fare, cosa che oggi non è così ». Il responsabile di Caritas italianaper il servizio civile, Diego Cipriani, 'boccia' la proposta del ministro Pinotti. Nel 1992 fu proprio l’organismo pastorale a proporre il servizio civile obbligatorio per tutti. Ma nessuno in Parlamento accolse la proposta. Si fece largo invece l’idea, poi realizzata nel 2000, di abolire la leva obbligatoria. «Quindi negli ultimi 17 anni si è andati avanti in maniera diversa rispetto a quello che propone il ministro sull’obbligatorietà » aggiunge Cipriani. Ma il vero problema, insiste il responsabile, commentando la proposta della responsabile della Difesa davanti ai centomila alpini riuniti a Treviso, rimane il numero dei giovani coinvolti. Ancora troppo pochi rispetto a quelli in attesa di poter prestare servizio. «Quest’anno i fondi disponibili saranno sufficienti solo per 50mila giovani – spiega Cipriani – a fronte di 150mila domande: il 300% in più di quello che riusciamo a soddisfare». Eppoi c’è anche la questione offerta. Quello cioè che offrono gli Enti. Rendere obbligatorio il servizio civile significa mettere a punto una macchina organizzativa per 500mila giovani (tanti sono quelli che ogni anno escono dalla maturità). «Facciamo fatica a gestirlo per 50mila» ammette Cipriani. Nel 50% dei casi l’offerta riguarda soprattutto il settore dell’assistenza, poi seguono il settore dell’educazione, della promozione culturale dei beni e in numeri minori di protezione civile e ambiente. Infine, conclude Cipriani, «il servizio civile deve rimanere su base volontaria» perché «con l’obbligatorietà i giovani farebbero una cosa costretti e noi tutti sappiamo che quando si è costretti non sempre lo si fa con entusiasmo».

Anche per Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale Servizio Civile, «il tema degli obblighi del cittadino va necessariamente riletto alla luce dell’esigenza di tenuta dello Stato democratico e della pacifica convivenza, oggi minati dall’ipertrofia asimmetrica della democrazia, esclusivamente sbilanciata verso la tutela dei soli diritti ». Secondo il numero uno del Forum che riunisce le organizzazioni impegnate nella promozione e nello sviluppo del Servizio Civile Nazionale è quindi importante «non alzare muri ideologici ». «Lo Stato ha il dovere di educare e far crescere l’individuo e la comunità, anche per questo preserviamo l’obbligo di istruzione, tutt’altro che anacronistico – aggiunge – Alzare muri ideologici di fronte alla proposta del Servizio Civile obbligatorio è sbagliato: se la politica non sa rivedere le proprie scelte alla luce dei tempi diventa essa stessa obsoleta». Dalla solidarietà, alla promozione della cultura, alla tutela dei diritti umani, alla pratica della legalità, alla protezione civile e alla tutela del patrimonio storico e artistico della nazione: le associazioni del Forum condividono una visione del servizio civile orientata principalmente ai giovani e alla crescita di una cultura dell’impegno e della cittadinanza attiva nel nostro Paese.

È favorevole, ad «alcune» delle proposte avanzate dal ministro Pinotti, Maria Cristina Pisani, portavoce del Forum nazionale giovani. Ok «all’ampliamento del servizio civile a tutti i giovani che hanno la voglia e l’entusiasmo di mettersi in gioco ». E pertanto, «richiediamo il conseguente adeguamento dei fondi messi a disposizione ». «Il servizio civile – sottolinea – è uno strumento unico per creare un momento di crescita formativa. Ed è per questo che come Forum Nazionale dei Giovani abbiamo già sperimentato nel tempo l’utilità e il valore aggiunto che i ragazzi che aderiscono ai progetti di servizio civile rappresentano per le realtà in cui operano». Per quanto riguarda invece il collegamento tra il servizio civile e l’obbligo di leva «occorre approfondire ulteriormente una questione così dirimente per il Paese» conclude Pisani.

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