martedì 17 dicembre 2019
Blitz della Guardia di Finanza che ha eseguito il provvedimento del Pm nei confronti del titolare di un'impresa logistica, accusato di sfruttamento del lavoro, frodi fiscali e riciclaggio.
Lo stabilimento di Stradella posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Pavia

Lo stabilimento di Stradella posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Pavia - Fotogramma

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Centoventi immobili e 17 milioni di euro in contanti sono stati sequestrati tra Milano, Lodi, Brescia, Torino, Genova e altre città. Il provvedimento è stato eseguito stamattina dagli agenti della Guardia di Finanza di Pavia nei confronti di Giancarlo Bolondi, 63 anni, titolare della società di logistica Premium Net, residente in Svizzera e già ai domiciliari. Le accuse a suo carico sono di frodi fiscali, riciclaggio e sfruttamento del lavoro, in particolare, si legge nell'ordinanza dei pm di Milano Bruna Albertini e Paolo Storari, "caporalato nel facchinaggio". Si tratta di una misura di prevenzione adottata dalla magistratura che ha smascherato un "contratto truffa" ai danni di dipendenti della ditta: lavoro in Italia (anche a cittadini italiani) con stipendio romeno pagato in "leu" (la moneta del Paese dell'Est), zero contributi e nessuna regola nei turni, nelle ferie e nella gestione dei riposi. Nella sostanza, in media, i facchini ricevevano 300 euro al mese. Sono 70 i lavoratori della Ceva Logistics Italia, multinazionale nel settore dei trasporti (51mila addetti in 170 Paesi), con filiale italiana a Stradella, nell'Oltrepò Pavese, caduti nella rete. Tutti residenti nella località lombarda, tra i 20 e i 45 anni, costretti a firmare il contratto dall'agenzia interinale di Bucarest, Byway Jpb Consulting srl, per avere un posto.

Con un sistema di manodopera appaltata i facchini sono stati assunti (ma anche licenziati per essere poi ripresi da un'altra cooperativa) "approfittando del loro stato di bisogno" dal consorzio di coop Premium Net di cui Bolondi è stato il responsabile tra il 2012 e il 2018. Stando all'inchiesta giudiziaria, le maestranze avrebbero ottenuto una paga nella quota fissa erogata in Leu romeni e in una piccola parte in euro. I lavoratori, secondo il decreto del Tribunale, "sarebbero stati tenuti costantemente sotto la minaccia di perdere il posto". Le accuse riguardano anche un presunto "sistema fraudolento di gestione delle attività economiche finalizzato ad evadere le imposte" e un'attività di "occultamento della provenienza illecita dei profitti con schemi societari e prestanome. Nel provvedimento si parla di tasse evase per circa 14 milioni di euro. Sequestrati, oltre a conti correnti e una polizza assicurativa, denaro contante, immobili tra Padenghe sul Garda e Manerba del Garda (Brescia), Camogli (Genova), Lodi, La Thuile (Aosta), Milano anche in zone come Porta Romana e Porta Venezia, Sauze di Cesana (Torino), tutti riconducibili a Bolondi. Quest'ultimo, secondo gli investigatori, manteneva "un elevato tenore di vita con macchine di grossa cilindrata, cene nei ristoranti più prestigiosi di Milano, acquisti di gioielli e orologi, viaggi esclusivi, disponibilità di ingenti somme di denaro contante e di appartamenti in centro a Milano e nelle località sciistiche e balneari più prestigiose d'Italia", mentre "risultava non possedere nulla all'infuori del suo reddito".

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