venerdì 27 marzo 2020
Operazione della Guardia di Finanza in un Centro di analisi della Piana di Gioia Tauro. Importati dalla Cina a 12 euro erano in vendita sul web a 30.
Un fermo immagine da un video della Guardia di Finanza sul sequestro dei 900 falsi kit per il "tampone fai da te"

Un fermo immagine da un video della Guardia di Finanza sul sequestro dei 900 falsi kit per il "tampone fai da te" - Ansa

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Sequestrati dalla Guardia di finanza di Gioia Tauro 900 kit per la diagnosi del virus Covid-19, sprovvisti di alcuna validazione da parte delle Autorità sanitarie Nazionali, mancanti di certifcazione CE. In vendita ad appena 30 euro. Il primo sequestro in Italia di questo tipo.

Erano stati messi in vendita attraverso un sito web e via facebook dal Centro di analisi biochimiche di Rizziconi, grosso centro della Piana di Gioia Tauro. Prodotti in Cina erano appena arrivati nel laboratorio che solitamente si occupa di analisi degli oli (siamo in un'area ricchissima di giganteschi oliveti). Li aveva pagati 12 euro l'uno. "In un primo momento li avevano messi in vendita a 25 euro, poi hanno alzato il prezzo a 30 - ci spiega il tenente colonnello, Giampiero Carrieri, comandante della compagnia della Guardia di finanza di Gioia Tauro -. Un prezzo che induceva a comprare". Anche perché, aggiunge l'ufficiale, "si tratta di autodiagnostica, un po' come i test di gravidanza o per il diabete". Un prodotto che però non ha ottenuto nessuna autorizzazione.

Un fermo immagine da un video della Guardia di Finanza sul sequestro dei 900 falsi kit per il 'tampone fai da te'

Un fermo immagine da un video della Guardia di Finanza sul sequestro dei 900 falsi kit per il "tampone fai da te" - Ansa

La vendita, si legge in una nota della Gdf, "a cittadini ignari ed impauriti di dispositivi per i quali non è provata in alcun modo l’efficacia, pone in serio pericolo la salute e l’incolumità pubblica, atteso che l’eventuale responso di negatività del test, avrebbe potuto in ipotesi consegnare "patenti" di estraneità al contagio a soggetti che avrebbero così potuto contribuire alla diffusione del virus". Sulla confezione oltretutto non è specificata la percentuale di affidabilità, anche se il titolare del centro di analisi assicurava che fosse del 95%. "Ma fosse anche vero lascerebbe una percentuale di rischio di contagio - precisa il tenente colonnello -. Oltretutto lavorerebbe sugli anticorpi, che compaiono solo tra sette e 14 giorni dopo il contagio. Si avrebbe tutto il tempo di contagiare tante persone", riflette il comandante che spiega "di aver dovuto studiare su varie fonti ufficiali e chiedere informazioni al ministero della salute. Sa, solitamente noi ci occupiamo di cocaina". Che come è ben noto è il grande affare illegale che transita per il Porto di Gioia Tauro, come emerso dai tanti sequestri proprio delle Fiamme gialle.

Ansa

Dalla documentazione acquisita nel corso del controllo al centro di analis è stato accertato che quattro utenti avevano già effettuato il bonifico per l’acquisto on line dei kit, comunque non ancora consegnati grazie all’intervento dei finanzieri. Al titolare del laboratorio è stata contestata la violazione della specifica fattispecie prevista dalle Direttive CE, punita con la sanzione amministrativa da 21.400 euro a 128.400 euro, prevista per la violazione del comma 3 dell’art. 19 del D.Lgs. 08/09/2000 “Attuazione della direttiva 98/79/CE relativa ai dispositivi medico-diagnostici in vitro”.

È stato inoltre interessato il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, per avanzare una proposta di adozione di provvedimento cautelare all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ai sensi del comma 3 dell’art. 27 del Codice di Consumo, con l’inibizione della pagina web. Ironia della sorte, conclude il tenente colonnello, "si invitavano le persone a comprarli per poi donarli ai medici. Beneficienza coi soldi degli altri".

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