martedì 17 ottobre 2017
Mossa a sorpresa del Partito democratico, che impegna il governo a individuare "la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell'Istituto". Il Quirinale: salvaguardare l'indipendenza dell'Istituto
Un ritratto di Ignazio Visco (Ansa)

Un ritratto di Ignazio Visco (Ansa)

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La bordata del Pd al numero uno di Bankitalia Ignazio Visco arriva, per nulla annunciata, nel primo pomeriggio. Alla Camera si stanno esaminando diverse mozioni sulla nomina del governatore. Dopo il primo mandato di sei anni, Visco è in scadenza a fine mese. Potrebbe essere rinnovato per un altro solo mandato, di durata analoga. Ma al Pd, e al suo segretario Matteo Renzi, la prospettiva non sembra piacere.

E così, tra le mozioni in discussione, ne spunta una targata dem (a prima firma della deputata Silvia Fregolent). L'atto parlamentare ha chiesto al governo, pur senza citare direttamente l'interessato, di individuare "una figura più idonea a garantire nuova fiducia nell'Istituto, tenuto conto anche del mutato contesto e delle nuove competenze attribuite alla Banca d'Italia negli anni più recenti". Il testo della mozione, che non nomina mai Visco, "impegna" Palazzo Chigi "ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l'efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema creditizio".

Alle cinque di sera, le mozioni di maggioranza e opposizione sono state votate in Aula. Con 213 sì, 97 no e 99 astensioni, il documento d'indirizzo del Pd (riformulato su richiesta del governo) è stato approvato. Ad astenersi sono stati i deputati di Fi e Mdp, mentre si sono espressi per il no quelli di Si, M5S e Fdi. Respinte invece dall'Aula tutte le altre mozioni (a partire da quella di M5S), che miravano direttamente ed esplicitamente a impegnare il governo a non confermare il governatore uscente.

L'affondo di Renzi, Gentiloni spiazzato e il tentativo di "attenuare"

Che al segretario del Pd Matteo Renzi l'ipotesi di una riconferma di Visco non fosse gradita era presumibile: più volte, nei mesi scorsi, aveva criticato l'operato di Bankitalia per le vicende legate al crac di alcune banche, auspicando discontinuità nella nomina del governatore. Ma in pochi potevano ipotizzare che, al posto di una discreta trattativa nelle stanze di Palazzo Chigi col premier e col ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il segretario scegliesse un affondo in sede parlamentare.

Una mossa che potrebbe aver spiazzato il premier Paolo Gentiloni, che appena ieri, dopo il Consiglio dei ministri - rispondendo alle domande dei cronisti - aveva assicurato come "assolutamente" non fosse stato affrontato il dossier relativo alla riconferma del governatore. Così, nel pomeriggio, l'esecutivo ha chiesto a Largo del Nazareno di "attenuare" la mozione.

Il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, ha infatti condizionato il parere favorevole del governo alla mozione targata Pd alla necessità di riformularne il testo e il Pd ha acconsentito. Così, il nuovo testo recita: la nomina del Governatore è "una scelta particolarmente delicata in considerazione del fatto che l'efficacia dell'azione di vigilanza della Banca d'Italia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall'emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche sulle cui ragioni si pronunceranno gli organi competenti, ivi compresa la Commissione d'inchiesta all'uopo istituita".

Dal testo è dunque scomparsa una frase che addebitava alla leadership di via Nazionale presunte responsabilità, asserendo che le situazioni di crisi o di dissesto di banche "avrebbero potuto essere mitigate nei loro effetti da una più incisiva e tempestiva attività di prevenzione e gestione delle crisi bancarie". Dopo la correzione, il governo ha espresso parere favorevole all'atto del Pd, mentre si è detto contrario a quelle dell'opposizione, anch'esse volte a impegnare il governo a non rinnovare l'incarico a Visco.

Richetti (Pd): "Per Bankitalia si apre una fase nuova"

Durante una visita di Renzi a Narni, il portavoce del Pd Matteo Richetti prova a ricomporre la situazione: “Sulla persona il Pd non entra, ma per Bankitalia chiede una fase nuova", afferma, spiegando che il partito "non entra nel merito di una decisione che spetta al governo e al presidente del Consiglio, ma non si può sottrarre da un giudizio e la mozione traccia la necessità di segnare una fase nuova". In ogni caso, conclude Richetti, "il ‘con chi lo si fa’ spetta al governo”.

In serata ha fatto sentire la sua voce lo stesso Matteo Renzi, che precisa di non avere «un ruolo in questa vicenda e sono rispettoso
delle istituzioni". Quanto alla mozione presentata alla Camera, aggiunge: "Oggi il Pd non ha messo in discussione le regole del gioco o il rispetto del percorso istituzionale".

Il Quirinale: salvaguardare l'autonomia dell'Istituto

Tempestiva la reazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: una fonte del Quirinale, citata dall'agenzia Reuters, fa sapere che il capo dello Stato ritiene che le prese di posizione sulla Banca d'Italia debbano salvaguardare "l'autonomia e l'indipendenza" dell'istituto nell'interesse dell'economia e dei risparmiatori italiani. Il Quirinale, dunque, esprime "l'avviso che le prese di posizione riguardanti la Banca d'Italia debbano essere ispirate a esclusivi criteri di salvaguardia dell'autonomia e indipendenza dell'Istituto", ha detto la fonte, "nell'interesse della situazione economica del nostro Paese e della tutela del risparmio degli italiani".

Il Capo dello Stato ritiene che a tali principi "debba attenersi l'azione di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo", ha aggiunto la fonte.

Bankitalia: abbiamo agito in continuo contatto con governo

"Nella sua azione l'Istituto ha agito in continuo contatto col Governo". È quanto riferiscono ambienti della Banca d'Italia dopo la mozione presentata dal Pd in Parlamento; l'istituto "fa interamente il suo dovere nelle diverse funzioni che svolge, applicandovi
competenza e coscienza. In particolare nella vigilanza bancaria, in questi anni segnati dalla più grave crisi economica della
storia moderna d'Italia, ha difeso il risparmio nazionale limitando i danni. Questi non potevano non esserci, data la gravissima condizione dell'economia".

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