giovedì 23 luglio 2020
«La gara indetta dal commissario Arcuri andrà deserta», annunciano Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, a cui aderiscono produttori e distributori italiani dell’arredo scolastico
Vecchi banchi. I nuovi, versione antivirus, al momento sembrano un miraggio

Vecchi banchi. I nuovi, versione antivirus, al momento sembrano un miraggio - Ansa

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Produrre 3,7 milioni di pezzi, tra banchi monoposto e sedute, in 23 giorni, festivi compresi, è «certamente una missione impossibile». Come se non bastasse l’incertezza sugli spazi e il personale, adesso sulla strada della ripartenza della scuola il 14 settembre, piomba l’allarme di chi dovrebbe essere chiamato a realizzare i nuovi arredi anti-Covid delle classi. «La gara indetta dal commissario Arcuri andrà deserta», annunciano in una nota congiunta Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, a cui aderiscono i produttori e i distributori italiani dell’arredo scolastico ed educativo, coprendo oltre il 95% del fatturato nazionale.

Il motivo è semplice: «Un acquisto centralizzato di 3,7 milioni di pezzi tra banchi monoposto e sedute, è pari ad oltre la produzione di 5 anni di tutte le aziende nazionali certificate per fornire arredamento alla pubblica amministrazione», proseguono le rappresentanze delle aziende produttrici. E non basta: «Il bando – aggiunge il comunicato – prevede la sottoscrizione del contratto entro il 7 agosto e la consegna nelle scuole (ovunque sul territorio nazionale) entro il 31 agosto. In pratica significa che dal 7 al 31 agosto, cioè in 23 giorni compresi tutti i festivi, dovrebbe essere concentrata la produzione di 5 anni».

Nella migliore delle ipotesi, spiegano Assufficio e Assodidattica, «la capacità produttiva attuale potrebbe arrivare a 120mila pezzi consegnati entro fine settembre, a patto che siano disponibili pannelli, tubolari, insomma tutti i componenti che concorrono alla realizzazione dei prodotti oggetto del bando. A tutto ciò si aggiunga che anche la consegna e la messa in loco degli arredi è in capo ai fornitori. È evidente – concludono i produttori – come siamo stati messi davanti a una missione impossibile che avrà due gravi conseguenze. I ragazzi non potranno avere i nuovi banchi e le procedure di gara regolarmente in corso o addirittura già vinte saranno bloccate».

L’allarme delle imprese ha scatenato una nuova bufera sulla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Il deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi, chiede, a lei e ad Arcuri, di «chiarire se questo intervento milionario messo in campo riuscirà a centrare l’obiettivo di far tornare la totalità dei ragazzi nelle loro classi», mentre il deputato della Lega, Rossano Sasso annuncia un’interrogazione e la vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, parla di «altro buco nell’acqua». Basta «fare polemiche o alimentare divisioni», replicano dall’ufficio del commissario Arcuri. «L’apertura delle scuole in sicurezza è un obiettivo fondamentale per l’intero paese», ribadiscono ed è per questo «necessario lo sforzo di tutti e un forte senso di responsabilità per permettere ai nostri ragazzi, agli insegnanti e al personale non docente di riprendere le attività».

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