giovedì 7 ottobre 2021
Il Covid- 19 ha rallentato la corsa verso la parità di genere e l’Italia, purtroppo, non fa eccezione. In aumento del 13% delle vittime minorenni di maltrattamenti contro familiari e conviventi
Bambine vittime di violenza. «Ora percorsi di protezione»

Fotogramma archivio

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Per milioni di bambine e ragazze in tutto il mondo la pandemia da Covid-19 ha avuto effetti tragici, che continueranno a farsi sentire negli anni a venire: nel corso del 2020 sono aumentati, ad esempio, i matrimoni precoci. Milioni di bambine non sono tornate e non torneranno sui banchi di scuola dopo l’interruzione forzata della pandemia.

Il Covid- 19 ha rallentato la corsa verso la parità di genere e l’Italia, purtroppo, non fa eccezione. «Anche nel nostro Paese, il Covid-19 ha avuto pesanti conseguenze sulla vita delle più giovani e sulle loro opportunità per il futuro» ha commentato Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes, durante la presentazione del Dossier "InDifesa" – giunto alla decima edizione – che fotografa la situazione delle bambine e delle ragazze nel mondo. I dati elaborati per il dossier di Terre des Hommes dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale evidenziano le conseguenze drammatiche dei lunghi periodi in casa.

Rispetto al 2019, nel nostro Paese si registra, infatti, un aumento del 13% delle vittime minorenni di maltrattamenti contro familiari e conviventi. Ben 1.260 bambine e 1.117 bambini hanno subito violenze in famiglia che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Tra il 2010 e il 2020 l’aumento delle vittime di questo reato registra un aumento impressionante: +137%. Anche se rispetto all’anno precedente, nel 2020 il numero di minori vittime di reato è leggermente calato, passando da 5.939 a 5.789 (-3%) alcuni reati hanno avuto un incremento notevole, complice il lockdown. In un anno in cui i reati telematici sono cresciuti del 13,9%, non stupisce che anche un reato come la detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minorenni sia in forte aumento, con un balzo del 14% delle vittime minorenni (e addirittura del 525% tra il 2010 e il 2020).

Marcata la differenza di genere: la maggioranza delle vittime (il 65%) è di sesso femminile. Con punte dell’89% per i casi di violenza sessuale aggravata, dell’88% per i casi di violenza sessuale (488 le piccole vittime di sesso femminile individuate nel 2020) e del 53% per le denunce di maltrattamento. «È indiscutibile che il Covid-19 abbia rallentato la corsa verso la parità – sottolinea Federica Giannotta, responsabile advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes – così come ha influito sui meccanismi di protezione di bambine e ragazze.

Oltre che sulla loro capacità di accedere ai servizi di base. Inoltre, se andiamo a osservare da vicino la situazione italiana ci rendiamo conto di come le nostre ragazze siano poco attrezzate ad affrontare il prossimo futuro in termini di competenze». Il mondo del lavoro, ad esempio, richiede sempre maggiori competenze tecnologiche, con una maggiore disponibilità di posti di lavoro qualificati in ambito scientifico, ingegneristico e informatico, ma solo il 37% delle studentesse universitarie, ad esempio, è iscritta a corsi di laurea che offrono questi sbocchi professionali.

L’Italia, inoltre, vanta un poco invidiabile primato per quanto riguarda l’incidenza della componente femminile tra i 'Neet' (i giovani che non lavorano e non sono impegnati in un percorso formativo): il 25,4% nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni a fronte di una media europea del 15,4%. «A molte ragazze mancano le 'chiavi d’accesso' necessarie per avere un ruolo da protagonista nel loro futuro».

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