giovedì 5 settembre 2019
Firmato l’accordo fra la società calcistica e l’Ats per promuovere stili di vita sani e contrastare ludopatie, stupefacenti e alcol. In arrivo svariate iniziative
(Foto Boato)

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No all’azzardopatia e alle dipendenze in generale, sì alle buone pratiche per la tutela della salute: sono sempre più le persone, le associazioni e le istituzioni a lavorare in questa direzione. Ma se a farlo, ora, è pure una squadra calcistica di serie A, questo sussulto di umanità acquista una luce e una forza dirompenti. Un accordo in questa direzione tra l’Ats (ex Asl) di Bergamo e l’Atalanta è stato firmato ieri a Zingonia, presso l’Accademia Favini del Centro sportivo di Bertolotti, e produrrà una serie di iniziative contro il gioco d’azzardo, le dipendenze da alcol e droga, gli stili di vita non sani (come la sedentarietà) e tutto ciò che può essere d’ostacolo ad un corretto sviluppo della persona.

Ma perché proprio l’Atalanta? «S’identifica col territorio – spiega Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats Bergamo – e per questo è un partner fondamentale per la tutela del benessere». Ma non solo: «Ci occupiamo di formazione sportiva ma anche di educazione personale – aggiunge Stefano Bonaccorso, responsabile dell’attività di base del club neroazzurro –, promuovendo uno stile di vita salutare dell’atleta». Ed è lo stesso dirigente a parlare con chiarezza di «contrasto alle ludopatie», anticipando fin d’ora che quest’azione «partirà dalla formazione interna dei 520 tesserati del settore giovanile».

Dichiarazioni importanti le sue, tanto più perché vengono da un mondo – quello del calcio, appunto – che molto condivide con i colossi dell’azzardo. Saranno tre le linee d’azione previste dall’accordo orobico: diffusione di un’app telefonica contapassi in grado di stimolare i ragazzi, anche attraverso competizioni a distanza, verso la giusta dose di attività fisica, programmazione di eventi dedicati ai social network, strumenti in grado di aiutare il contrasto a fumo e dipendenze varie, e organizzazione di iniziative di prevenzione ed educazione alla salute ufficialmente legate all’immagine dell’Atalanta.

Da qui, la proposta di Viviana Beccalossi, consigliere regionale del Gruppo Misto e – nel 2013, ai tempi del suo assessorato – promotrice della legge contro le azzardopatie: «Sarebbe eccezionale se, almeno per una partita, l’Atalanta portasse in campo il simbolo "no slot" di Regione Lombardia»; un gesto che, aggiunge, sarebbe «in grado di dare grandissima visibilità alla lotta contro il gioco d’azzardo patologico che da anni stiamo portando avanti».

A farle eco, sia pure con parole non riferite a questa specifica proposta, l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera: «I simboli – ha detto ieri, presenziando alla firma dell’accordo a Zingonia – hanno una forza enorme, perché trasmettono messaggi forti in tema di prevenzione, e i calciatori al giorno d’oggi sono simboli universali». Intanto, sulla proposta di Beccalossi, dalla società filtra un «perché no?».

Tuttavia, fa sapere l’Atalanta, qualsiasi sbilanciamento su singole iniziative risulta al momento prematuro. Quello di ieri, nella sostanza, resta un accordo quadro. E come tale, per generare iniziative concrete, necessita ancora di tanto lavoro. In ogni caso, gli ambiti d’azione sono già definiti: l’Ats, con le sue competenze tecniche, proporrà le iniziative; sarà poi compito della società sportiva, nel momento in cui dovesse accoglierle, sottoporle sia al grande pubblico, mettendo a disposizione la sua immagine di club calcistico di serie A, sia direttamente al suo settore giovanile, sfruttando gli incontri settimanali con i ragazzi. D’altronde, rimarca la società ad "Avvenire", «noi siamo convinti che sia necessario crescere prima l’uomo e poi il campione. Perché se non cresci l’uomo, non avrai mai il campione».



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