giovedì 11 giugno 2020
Lettera al Governo delle realtà che si occupano dei giocatori patologici e delle loro famiglie sul pericolo di "ricaduta nella dipendenza. Fate riaprire prima i servizi di recupero"
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Slot machine - Reuters

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Con la riapertura delle sale da scommessa, da slot machine, da bingo e dei punti vendita dell’azzardo "c’è il rischio di ricaduta nella dipendenza di molti ex giocatori e di vanificare i sacrifici di queste settimane". È l'allarme lanciato dalle associazioni degli ex giocatori, dagli enti non profit e di promozione sociale, dal volontariato che segue giocatori patologici e le loro famiglie. E lo fanno con una lettera/appello inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute e al Comitato Tecnico-scientifico per l’emergenza Covid-19.

I promotori sono AGITA di Campoformido (Udine), AND (Varese), Gruppo Logos e Famiglie in gioco (Salerno), SOS Azzardo - Magliana 80 (Roma), cartello Insieme contro l'azzardo, ma l'appello ha già raccolto l'adesione di decine di altre realtà, ed è ancora aperto alle firme. La lettera, resa pubblica proprio nel giorno in cui il governo dovrebbe prendere una decisione sulla riapertura, chiede che siano prese in considerazione "le esigenze di quanti si occupano della presa in carico delle persone con Disturbo da Gioco d’Azzardo, del sostegno alle famiglie in sofferenza sia per uno o più congiunti con tale problema, dell’assistenza alle persone che rischiano l’esclusione sociale per debiti, della solidarietà con le vittime dell’usura".

Come già affermato dai quattro esperti dell'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, istituito presso il Ministero della Salute, dei quali abbiamo scritto ieri, anche gli operatori di comunità e associazioni sostengono che "la riapertura di tutta la vasta e pervasiva macchina del gioco d’azzardo avrà effetti molto gravi sulla salute delle persone, sulle relazioni intrafamiliari e sulla società in generale: specialmente dopo tre mesi di sospensione delle pressioni per indurre a giocare d’azzardo". Forti dell'esperienza diretta sul campo, spiegano che "in questi mesi, pur nella sofferenza per il lockdown, i pazienti in cura hanno potuto contare su una relativa serenità, mentre molti giocatori patologici hanno interrotta la pratica del gambling e spontaneamente ottenuto la remissione del sintomo della dipendenza". Proprio per questo si dicono "allarmati dal fatto che di questa situazione non si stia tenendo conto nel procedere a autorizzare la rimessa in moto delle sale slot, dei centri scommessa, dei casinò anche on line e di tutto il resto".

Così fanno una precisa richiesta al ministero e ai comuni. Che il primo "si pronunci", non lasciando solo ad altri la decisione. Che i secondi "provvedano a adottare misure sussidiarie di tutela dei cittadini, che prima di autorizzare le riaperture si sia resa disponibile e funzionante tutta la rete dei servizi pubblici e del privato sociale delle terapie" attualmente ancora chiusa per l'emergenza sanitaria. La lettera si conclude con l'ulteriore preoccupazione "che nell’Italia impoverita dalle restrizioni necessarie per la pandemia, il gioco d’azzardo possa approfittare della fragilità delle persone per aggiungere ulteriori sofferenze a quelle provocate dal Coronavirus".

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