domenica 9 settembre 2018
Parte la nuova legge regionale con paletti e divieti
Azzardo, anche l'Abruzzo dichiara guerra alle slot
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L’Abruzzo dichiara guerra alla ludopatia e si prepara a diventare la terza regione italiana a mettere al bando il gioco, anche quello lecito, se non rispetta i rigidi paletti imposti dalla nuova legge regionale. Il prossimo 21 novembre, con la scadenza di tutte le autorizzazioni relative a sale giochi e slot nei locali pubblici che non siano in linea con la legge 40/2013, entra infatti in vigore il nuovo Piano Regionale contro il gioco d’azzardo e scatta in primis la mannaia del 'distanziometro', misura che ha già colpito in Emilia Romagna e in Piemonte e che di fatto ha espulso il gioco lecito da quei territori; in pratica saranno vietate le nuove aperture nel raggio di 300 metri dai luoghi sensibili, come scuole, chiese, impianti sportivi e strutture sanitarie, mentre le autorizzazioni già esistenti avranno una durata limitata a 5 anni dall'entrata in vigore della legge.

Il 22 settembre è l’ultimo giorno in cui sarà possibile presentare l’istanza di rinnovo delle licenze e toccherà poi alle amministrazioni comunali controllare il rispetto dei vincoli; ai locali dove sono installati apparecchi da gioco al di fuori delle indicazioni di legge saranno comminate sanzioni pecuniarie fino alla chiusura della sala da gioco, oltre allo spegnimento definitivo degli apparecchi stessi. L’Abruzzo del resto è una 'maglia nera' per la ludopatia in Italia e il problema continua a lanciare segnali preoccupanti: gli ultimi dati, relativi al primo semestre dello scorso anno e resi noti alcuni giorni fa dall’Istat a partire dai rapporti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mettono in risalto una situazione di allarme sociale come non era mai accaduto prima. L’Aquila (insieme a Napoli, Caserta, Salerno, Frosinone e Pescara) appare una delle province italiane in cui è più alto e problematico il rapporto tra disoccupazione e spesa pro-capite in gioco d’azzardo: diretta conseguenza del primato che il capoluogo detiene per numero di slot in rapporto alla popolazione e del decimo posto nazionale assoluto nella classifica della spesa annua pro-capite per gratta e vinci, lotterie e giochi on line. Proprio per quest’ultima voce un’altra provincia abruzzese, Pescara, detiene il record italiano negativo (749 euro annue pro-capite), a fronte di un tasso di disoccupazione del 12,27%.

Male anche Chieti, con una spesa media di 642 euro per ogni abitante e un tasso di disoccupazione che raggiunge l’11,98%. Al di là dei numeri, si tratta dell’ennesimo report che restituisce un quadro preoccupante, dove chi è senza lavoro cede più facilmente alla tentazione dell’azzardo e delle lotterie. Per fortuna la Regione ha iniziato a prendere provvedimenti seri e a dicembre anche l’Abruzzo, dopo Piemonte ed Emilia Romagna, potrebbe essere inserito nel novero dei territori che di fatto hanno drasticamente ridotto la piaga della ludopatia. Sulla stessa linea si sta schierando la Puglia, dove la distanza da osservare per sale slot e scommesse è stata stabilita in 500 metri dai luoghi sensibili e il termine dei 5 anni per le vecchie autorizzazioni scadrà nel prossimo dicembre.

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