giovedì 22 aprile 2021
L'agenzia europea del farmaco dovrebbe fornire più informazioni in merito al questo vaccino in relazione alla seconda dose e ale fasce di età d'impiego
Nuovo parere Ema per Astrazeneca, che rischia un'azione legale dei Paesi Ue

Reuters

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Si complica la vicenda del vaccino Astrazeneca. Sia sul fronte dei pareri relativi all'uso di questo farmaco, sia sul fronte legale in relazione alle presunte inadempienze da parte della società in merito alle consegne in Europa.

"L'agenzia europea del farmaco, Ema, dovrebbe dare domani un nuovo parere sul vaccino di AstraZeneca". Lo ha annunciato la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides intervenendo al Parlamento europeo. "Avremo informazioni sulla seconda dose e sulle fasce di età", ha precisato la commissaria. Infatti, dopo i diversi "eventi avversi", che hanno provocato anche alcuni decessi diversi Stati europei hanno rivalutato le fasce d'età idonee a ricevere questo vaccino. La Danimarca invece ha sospeso le inoculazioni con Astrazeneca.

E da Dublino arriva la notizia che la Commissione Europea "ha avviato un'azione legale contro AstraZeneca" contestando il mancato rispetto delle forniture previste ai Paesi Ue di vaccini anti Covid nel numero concordato nei mesi scorsi. A comunicarlo è stato il ministro della Sanità irlandese, Stephen Donnelly, citato dai media durante un intervento al Dail, il Parlamento di Dublino.

Donnelly ha denunciato "il completo fallimento" dell'azienda farmaceutica anglo-svedese rispetto agli impegni presi per "aprile, maggio e giugno" e ha sottolineato d'aver schierato a questo punto l'Irlanda a Bruxelles nei giorni scorsi a favore dell'iniziativa giudiziaria.

I rappresentanti Ue di Francia e Germania però frenano e hanno chiesto alla Commissione europea di avere maggiori informazioni prima di associarsi all'azione legale contro AstraZeneca, mentre circa due terzi dei Paesi si sono trovati subito d'accordo con la proposta dell'Esecutivo comunitario, formulata ieri durante la riunione degli ambasciatori al Coreper. Lo si apprende da fonti diplomatiche europee.

Le cancellerie di Parigi e Berlino vogliono avere più elementi prima di pronunciarsi. Un punto sulla situazione verrà fatto al Coreper di domani, dove non si esclude una decisione di ricorrere alla giustizia.


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