mercoledì 13 ottobre 2021
Ultime limature al testo: conterà su una dote di 19-20 miliardi. Per i 180 euro al mese varrà tetto Isee fino a 15mila euro
Fra una settimana il decreto. Al 50% dei figli l’importo massimo

Ansa

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La cornice è pronta, i tecnici ministeriali sono al lavoro ormai sui dettagli. Sempre vitali, tuttavia, per un provvedimento - il nuovo assegno unico e universale per i figli - che impatterà sulla vita delle famiglie italiane. Destinato a subentrare all’assegno-ponte entrato in vigore dal luglio scorso che, scattando solo da metà anno, ha dato origine a qualche problema burocratico con l’Inps, come segnalato nelle scorse settimane.

Il decreto legislativo che attua la delega in materia è «nella fase finale della scrittura – ha garantito Elena Bonetti (Iv), ministra per la Famiglia e le Pari opportunità –, dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri a breve, si parla di manciate di giorni». La prossima settimana comunque, non questa; poi sarà inviato alle competenti commissioni parlamentari e alla Conferenza unificata, che entro 30 giorni dovranno apporre il timbro finale. Il testo ruoterà attorno a due punti fermi. Il primo riguarda la dotazione globale per il 2022 del nuovo strumento: sarà fra i 19 e i 20 miliardi di euro.

Una dote sufficiente a far sì che, statistiche Istat alla mano, con essi sia possibile garantire a oltre il 50% dei minori italiani la cifra-base massima prevista, che sarà di 180 euro mensili al mese (contro i 167,5 euro della misura-ponte). Questo perché l’importo massimo dovrebbe essere riconosciuto alle famiglie in possesso di un reddito Isee fino a 15mila euro, più elevato rispetto ai 9mila di cui si era parlato in un primo tempo. Quindi più nuclei (e più minori) ne avranno diritto.

Come noto, l’aggancio all’Isee prevede poi un sistema a scalare che dovrebbe arrivare fino a 40-50 euro a figlio nei nuclei con un Isee alto. Sul punto si dice «soddisfatto » Stefano Lepri, deputato Pd fra i più battaglieri sul tema, afferma: «Abbiamo ottenuto che la selettività non sia eccessiva. E 4 famiglie su 5 otterranno almeno 100 euro al mese per ogni figlio».

Ci sono poi altre novità sulle quali si sta lavorando per il decreto. In primo luogo, rispetto alla cifra-base di 180 euro mensili a figlio dovrebbe essere previsto un aumento fino a circa 240-250 euro (più o meno lo stesso livello previsto solo dal terzo figlio in poi nelle famiglie numerose) nei nuclei dove sono presenti due percettori di reddito; questo per non svantaggiare l’occupazione femminile. Inoltre, se per un qualsiasi motivo il potenziale beneficiario non presenterà l’Isee, avrà comunque diritto alla cifra minima dell’assegno universale. Per il resto, per chi già riceve il reddito di cittadinanza le somme saranno scalate dalla quota (di Rdc) collegata alla presenza di figli, per evitare un doppio sostegno. Un aiuto, inferiore, sarà previsto per i figli fra 18 e 21 anni che rimangono a carico del nucleo familiare, mentre per gli ' over 21' si mantengono le attuali detrazioni.

La dotazione. Come detto, sarà di 19-20 miliardi. Il grosso, per 12 miliardi, verrà dagli attuali fondi (6 miliardi circa) per le detrazioni Irpef sui figli e (altri 6 miliardi) dal Fondo per la riforma fiscale istituito con l’ultima manovra, le cui somme saranno sbloccate con un decreto del Tesoro. Altri 5,5 miliardi arriveranno dagli assegni al nucleo familiare (anch’essi destinati a sparire) più importi minori aggiuntivi derivanti dalle altre misure cancellate dall’assegno unico, come il bonus bebè e simili. L’attesa è sempre alta. Gigi De Palo, presidente del Forum famiglie, nel ringraziare per l’«attenzione» mostrata il Nobel Parisi (che chiede più misure, vedi box), esorta a «non tenere sempre il braccino corto» quando si fanno politiche per la natalità.

Le domande. Un altro nodo riguarda l’iter burocratico, per evitare il bis di quanto successo in estate, per via dei problemi d’interpretazione nati su chi aveva diritto all’assegno-ponte e chi, invece, ai 'vecchi' assegni familiari. L’orientamento di massima sarebbe quello di prevedere, in una fase iniziale, un automatismo per quanti hanno già chiesto il sussidio-ponte; e la facoltà di presentare una nuova domanda solo per quei nuclei che ancora non l’avessero presentata per la misura intermedia. Intanto, dall’Inps giunge un primo aggiornamento sulle nuove richieste giunte dopo la proroga concessa di un mese, da fine settembre al 31 ottobre. Nei primi 8 giorni sono affluite 16mila domande (in aggiunta alle 500mila circa già pervenute) riferite a 25mila minori. Sarebbe inoltre stato ripescato un certo numero di istanze in un primo tempo bloccate, ma sulle quali era stato assicurato un riesame: i dati si sapranno solo a giorni.

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