martedì 12 novembre 2019
Il ministro dell'Economia in audizione al Parlamento: rafforzato il bonus già da gennaio, vantaggi per i nuclei meno abbienti. La delusione del Forum delle associazioni familiari
Il ministro Gualtieri in audizione sulla manovra (Ansa)

Il ministro Gualtieri in audizione sulla manovra (Ansa)

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La manovra riaccende lo scontro sui fondi per la famiglia. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha annunciato che il rafforzamento del bonus per l’asilo nido scatterà «già dal primo gennaio», non da settembre come indicato in precedenza, e ha rivendicato l’aumento degli stanziamenti per le famiglie contenuto nella manovra.

Ma di lì a poco il Forum delle associazioni familiari lo ha "gelato" con un comunicato fortemente critico. «Non comprendiamo il motivo per cui il ministro Gualtieri si esalti mostrando i 2,8 miliardi di euro in tre anni. Sono cifre che, in concreto, non avranno peso né consistenza nella vita quotidiana» dei nuclei, accusa il Forum presieduto da Gigi De Palo, secondo il quale la manovra è «grigia e senza coraggio e «non cambierà la vita a nessuno, tanto meno alle famiglie con figli». Le risorse «non sono adeguate a realizzare l’assegno unico per figlio», insiste la rete delle famiglie aggiungendo che «vantarsene sa molto di presa in giro». Nella scia polemica si è subito inserito Matteo Salvini: «Gualtieri prende in giro le famiglie. Per il 2020 il governo non stanzia nulla», ha detto il leader della Lega. Controreplica del Mef: «Parlano i fatti. Nella legge di bilancio ci sono 630 milioni in più per il 2020 e 3 miliardi fino al 2022».

Lo scontro arriva mentre il governo cerca di fronteggiare le divisioni nella maggioranza sulla manovra. Per cercare di prevenire "fuoco amico" in Parlamento il premier Giuseppe Conte ha convocato per giovedì ministri, sottosegretari, capigruppo di Camera e Senato e delle commissioni Bilancio (in tutto 37 persone) per un vertice di chiarimento. Nella sua audizione ieri di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato Gualtieri ha anche confermato che plastic tax e tassazione sulle auto aziendali saranno riviste. Ma ha difeso l’architettura di un ddl che, ha detto, «riduce la pressione fiscale rispetto all’andamento tendenziale 2020, ma anche rispetto al 2019».

Il nuovo bonus nido. Secondo Gualtieri il provvedimento messo in campo dal governo consentirà «la sostanziale gratuità degli asili nido per la grande maggioranza delle famiglie» e «sarà importante anche per il sostegno all’occupazione femminile». In concreto l’attuale bonus da 1.500 euro annui raddoppia fino a 3mila euro (in base agli scaglioni di reddito) e questo potrebbe garantire la gratuità per i ceti bassi e medi. Per Bankitalia «gli effetti del bonus sono potenzialmente rilevanti». Ma, ha sottolineato il vicedirettore Luigi Signorini nel corso delle audizioni, «la scelta di legarlo all’Isee potrebbe scoraggiare l’offerta di lavoro di un secondo percettore di reddito, specie in prossimità delle soglie che determinano l’ammontare dell’importo». In parole povere, alcune mamme potrebbero rinunciare a lavorare se il reddito aggiuntivo prodotto annullasse la possibilità di accedere al bonus nido. Bankitalia comunque promuove la scelta del governo di aumentare i posti negli asili, ricordando che oggi l’offerta copre in media solo il 24% dell’utenza potenziale. E l’Istat sottolinea a sua volta come molte famiglie (il 12% circa) non mandano i figli al nido perché costa troppo: si tratta di 132mila bambini residenti soprattutto al Nord, dove sono più alti i redditi medi ma anche i costi delle strutture.

Le tasse da rivedere. «Abbiamo letto stime del tutto fantasiose su aumenti dei prezzi» legati all’introduzione della plastic tax, cifre «tecnicamente e totalmente infondate». Così Gualtieri ha risposto all’allarme lanciato lunedì da Confindustria sull’impatto della nuova tassa sulla plastica. Le imprese avevano parlato di aumenti medi di 109 euro annui a famiglia e di rincari del 10% sui singoli prodotti. Numeri che il capo del Mef smentisce, così come smentisce quello sulla platea dei lavoratori che sarebbero colpiti dalla stretta fiscale sulle auto aziendali: «Abbiamo ascoltato numeri fantasiosi (2 milioni di persone, ndr) ma quelle toccate dalla misura sono 300mila». Il ministro conviene però che la nuova tassazione sui prodotti in plastica «deve esser migliorata per evitare effetti negativi sulla filiera produttiva» ma salvaguardando l’obiettivo di «disincentivare l’abuso della plastica monouso». Quanto alle auto aziendali vanno «rimodulati i tempi dell’intervento per evitare che si traduca in un aumento della pressione fiscale sui lavoratori». Ma oggi c’è «un sussidio pubblico tra i più alti d’Europa che va rimodulato in base alle emissioni inquinanti».

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