venerdì 2 dicembre 2022
Fino all’11 dicembre i padiglioni di Rho ospiteranno 2.350 espositori da 84 Paesi. Il presidente di Ge.Fi., Intiglietta: ci sono 510 nuovi giovani partecipanti, testimoni del cambiamento dopo il covid
Torna l’Artigiano in fiera, una festa di culture e umanità. Proposte dal mondo

Ge.Fi / Artigiano in fiera

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«È la fiera dei giovani e delle culture del mondo. Abbiamo 2.350 espositori provenienti da 84 paesi. Ben 510 sono nuovi. Un dato che mi ha colpito molto. Mi sono chiesto perché, cosa sta accadendo? E ho pensato che questi anni di pandemia non sono passati come l’acqua sulle rocce, ma hanno inciso profondamente nella vita della gente. In questo momento di passaggio, come ha detto il Papa, non in “un’epoca di cambiamento, ma di un cambiamento d’epoca”, questi artigiani rappresentano la volontà di costruire un mondo migliore, che abbia al centro la persona; hanno trovato nel lavoro la capacità di esprimersi, di vivere la propria terra, nel rispetto della natura, con tempi lenti ed entusiasti di raccontarsi a chi è più lontano». È con questo spirito che Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi. Gestione Fiere Spa, inaugurerà il 3 dicembre, “Artigiano in Fiera”, la manifestazione che fino all’11 dicembre animerà tutti i giorni, dalle 10 alle 22,30, ben sette padiglioni di Fieramilano Rho (l’ingresso è gratuito con un invito da scaricare sul sito artigianoinfiera.it).

Presidente, non solo la fiera dei saperi e dei sapori, ma anche lo spaccato di un’«umanità» che cambia?

Sarà un luogo che racconta storie di speranza, attraverso la capacità di creare il bello e il buono e la consapevolezza delle cose che contano. All’Artigiano in fiera ciascuno porta la sua storia, dando un contributo straordinario alla ripartenza. Non c’è l’esposizione di prodotti, ma la rappresentazione di giovani e meno giovani che comunicano la loro umanità attraverso il loro lavoro, la testimonianza di una economia incentrata sulla persona e sul territorio.

La vetrina dell’economia reale...

Esattamente, storie e produzioni artigianali diverse: a volte è un oggetto, altre un’eccellenza alimentare o una esperienza di riciclo. Come un’artigiana che lavora il legno con il papà e con gli scarti ha realizzato una linea di complementi di arredo e materiali di cartoleria. O come due fratelli della periferia di Venezia che dopo aver girato il mondo, lavorano con i copertoni abbandonati trasformandoli in accessori di moda. Ogni espositore ha una storia da raccontare.

Il giro del mondo in 2.350 storie?

Possiamo dire che il mondo è qui. La Fiera che si riappropria del suo significato originario latino di feria, di festa, la festa dell’umanità al lavoro. Un luogo di ritrovo e di convivialità, aspettando il Natale. Un appuntamento da vivere con gli amici, in famiglia. Per i più piccoli c’è uno spazio animato da Leolandia. E poi eventi culturali, musica, balli. Un villaggio globale.

Il momento è difficile, fra caro-energia, inflazione, guerra. Qual è la sua impressione?

La fiera raccoglie lo scatto di quest’anno, la resilienza, l’atteggiamento positivo di chi è capace di buttare il cuore oltre l’ostacolo e rimettersi in marcia. Come diciotto artigiani ucraini che continuano a lavorare in mezzo delle bombe e che saranno a Milano, sostenuti interamente da GeFi. Con la speranza, che non è lo sperèm del “chissà se ce la faremo”. No, è il processo di positività che comincia da quello che possiamo fare oggi. Così in fiera ci sono le speranze che arrivano dall’India, paese di onore, dal Maghreb, dal Vietnam e dalle artigiane dell’Iran, fino agli espositori di Ecuador e Antille.

Però gli indicatori economici fanno presagire un orizzonte più cupo.

È vero che ci sono segnali di difficoltà, ma è anche vero che continuiamo a leggere la storia con i parametri dei consumi, della produttività, della crescita del Pil. È l’immagine di un mondo che sta crollando… Invece c’è chi produce piccoli numeri, e che tutti insieme rappresentano il tessuto connettivo del paese, donne e uomini che lavorano senza pensare al profitto fine a se stesso. Testimoni quotidiani di un altro modo di acquistare e di produrre, rispetto al consumismo che sta consumando il mondo.

“Artigiano in Fiera” come paradigma di un’altra economia?

Sì, che dà valore alle differenze. Mentre le città di tutto il mondo diventano tutte uguali, fra i grattacieli e le insegne dei marchi della globalizzazione, qui vincono le diverse identità, artigianalità e sapori del mondo. La ricchezza più grande che c’è.

Dai prodotti regionali italiani ai piatti indonesiani​

Anche quest’anno l’offerta gastronomica dell’Artigiano in fiera si presenta variegata con 27 ristoranti e 18 luoghi del gusto. Nei padiglioni dedicati all’Italia si rinnovano le proposte del Veneto, della Toscana, della Campania e della Sardegna e si amplia l’offerta dell’Emilia Romagna. In Europa, si segnala il nuovo ristorante francese dedicato ai formaggi della Savoia, mentre ci saranno anche piccoli villaggi specializzati nelle cucine sudamericane e asiatiche, con due ristoranti indiani e la novità della gastronomia indonesiana. Altra new entry: il ristorante italoamericano, con le ricette tipiche importate dagli italiani negli States.

Un sito e una app da scaricare ​

Il sito internet artigianoinfiera.it dove scaricare l’ingresso gratuito, ma anche una App dedicata. Artigiano in Fiera è una piattaforma digitale, moderna e integrale, che ha l’obiettivo di agevolare la comunicazione tra artigiani e pubblico, offrendo così la straordinaria opportunità di continuità nella relazione oltre l’evento fisico. Il viaggio in Artigiano in Fiera inizia quindi prima: scaricando l’app ufficiale è possibile scoprire tutti dettagli sull’evento, ottenere e conservare l’invito gratuito, pianificare la propria visita consultando l’elenco e i dettagli sui territori e sugli artigiani presenti.





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