mercoledì 4 aprile 2018
Toni durissimi dell'Istituto superiore di sanità, col suo presidente Walter Ricciardi, sulla commercializzazione del bambolotto che si ammala e guarisce con una salvietta
Cicciobello ha il morbillo. E scoppia la (vera) polemica
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Il gioco rispecchia la realtà. E se nella realtà il morbillo esiste, hanno pensato alla nota ditta Giochi Preziosi, anche al celebre Cicciobello (che per altro già si ammala di febbre, di otite, impara a fare la pipì nel vasino, si scotta col sole, va a sciare, perde un dentino...) potrà capitare d'essere contagiato. Eccolo, il bambolotto appena uscito in commercio: si chiama Cicciobello Morbillino, le macchioline compaiono all'improvviso sul viso e per curarle basta un fazzolettino speciale, che semplicemente le cancella.

Apriti cielo. Il giocattolo ha sollevato l'indignazione, primo fra tutti, del virologo Roberto Burioni, da sempre impegnato contro il fronte ben più serio e insidioso dei “No vax”: «Attendiamo il Cicciobello Linfomino - ha scritto su Twitter - e pure quello Meningitino. Mi chiedo chi siano questi geni che banalizzano malattie gravi senza rispetto per i malati e per i loro familiari. E pensare che me la prendo con gli antivaccinisti». Parole che hanno sollevato un acceso dibattito sui social, come tante altre questioni ogni giorno.

A ruota però è arrivata una bocciatura - impressionante per la durezza dei toni e per l'importanza del ruolo istituzionale ricoperto - anche da parte del presidente dell'Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi: «Si veicola un'idea che porta ad una banalizzazione e sottovalutazione di una patologia che, come tutte le malattie virali, è molto insidiosa». Secondo Ricciardi «collegare una malattia come il morbillo a qualcosa di giocoso - ha detto Ricciardi - è fuorviante. Si corre così il rischio di indurre le persone a preoccuparsi più del vaccino, che è sicuro, che della malattia che, invece, non è assolutamente banale». Un passaggio, quello dal bambolotto (finto) al vaccino (vero), di difficile comprensione per i bambini tra i 4 e i 6 anni, a cui Cicciobello è destinato.

L'Istituto superiore di sanità: «Ritirarlo subito»

Ricciardi ha ricordato quel che è accaduto nell'ultimo anno, con l'epidemia di morbillo e gli oltre 5mila casi del 2017, sottolineando come grazie alle vaccinazioni si sia «ridotto il numero dei casi» ma che «solo nel 2018 si sono già registrati due morti». Tutto vero, e drammatico. Di qui, però, un ulteriore attacco al giocattolo: «È da biasimare questo approccio commerciale che fa correre tali rischi. Con le malattie non si gioca: sarebbe bene che l'azienda manifestasse sensibilità alle numerose critiche ritirando il prodotto. Cicciobello Morbillino è una trovata commerciale fuori luogo dal punto di vista della sanità pubblica. Considerando la patologia sotto il profilo ludico si corre il rischio di sottovalutarne gli aspetti insidiosi e pericolosi. Ripeto - ha concluso Ricciardi - banalizzare il morbillo è un fatto grave e se l'azienda avesse oltre alla sensibilità commerciale, anche quella per la salute, dovrebbe ritirarlo subito dal mercato».

«I bambini hanno sempre giocato al dottore e all'ammalato»

Incredula la Giochi Preziosi, che è intervenuta a sua volta con un comunicato: «Si tratta di un gioco, abbiamo fatto tutto in buona fede. Non pensiamo di aver fatto nulla di oltraggioso, ripescando un concetto che è sempre esistito, quello delle bambole con la “bua”». Il Ceo, Dario Berté, si è detto particolarmente stupito dalla reazione al Cicciobello Morbillino: «Perché dovremmo ritirarlo? Il ritiro viene fatto solo dopo una decisione delle autorità» ha spiegato, sottolineando che «noi produciamo giochi da una vita: i bambini hanno sempre giocato al dottore e all'ammalato con i bambolotti».

I maggiori rimproveri riguardano l'idea che il morbillo si possa curare con una pezza bagnata e una pennetta: «Pensate davvero che un genitore vada in farmacia a chiedere la penna per curare il morbillo? Piuttosto, penso che un bambino si informerà sulla malattia. Purtroppo è un periodo complicato, vista la polemica sui vaccini, ma non abbiamo pensato ci potessero essere criticità di questo tipo».

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