mercoledì 31 ottobre 2018
Dopo Anacapri anche il Comune vicino approva il regolamento contro le macchinette mangia soldi. Entro dicembre dovranno essere rimossi i videopoker
Una veduta di Capri in una foto d'archivio Ansa

Una veduta di Capri in una foto d'archivio Ansa

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Prima venne Anacapri che, primo Comune in Italia, nel 2014 bandì di fatto le slot machine dal proprio territorio. A quattro anni di distanza anche il vicino Comune di Capri ha approvato un regolamento ancora più severo contro le famigerate macchinette mangiasoldi. Così che presto l’intera isola di Capri sarà completamente “deslottizzata”.

Capri ha deciso di seguire l’esempio virtuoso del Comune vicino, dove in quattro anni il gioco d’azzardo ha subìto un colpo durissimo. Non solo le giocate alle slot sono state abbattute – non raggiungono nemmeno un euro negli ultimi dati ufficiali Comune per Comune del 2016 – ma anche quelle relative agli altri giochi d’azzardo hanno subito un drastico ridimensionamento. Basta fare il confronto tra i dati 2016 dei due Comuni dell’isola per rendersi conto che i cittadini di Anacapri hanno giocato il 45% e perso ben l’80% in meno rispetto ai propri vicini capresi. In poche parole, le percentuali del gioco d’azzardo sono ritornate vicine a quelle dei primi anni Novanta, quando l’offerta era assai minore rispetto al boom di oggi.

L’iniziativa convinse i cittadini che, chiamati l’anno successivo a votare sul regolamento “no slot” in un referendum popolare, confermarono con un vero e proprio plebiscito le scelte dell’amministrazione guidata da Francesco Cerrotta. La guerra alle slot raggiunse perfino i traghetti che ogni giorno fanno la spola con la terraferma. Accogliendo le richieste del sindaco di Anacapri, l’anno scorso la Caremar bandì le famigerate macchinette dalle proprie navi, su cui viaggiano i pendolari dell’isola. Perché fosse inferto l’ultimo colpo alle slot, mancava solo che anche il sindaco dell’altro Comune dell’isola, Giovanni De Martino, rispondesse all’appello del collega anacaprese, così che i giocatori più incalliti dell’isola non avessero nemmeno più un posto per giocare. Presto fatto. I dati confortanti venuti da Anacapri hanno convinto il primo cittadino caprese e la propria maggioranza ad approvare il nuovo regolamento, che entro dicembre farà sparire le odiate macchinette dal territorio comunale. In realtà, in nessuno dei due Comuni vige un divieto assoluto per le slot, ma un regolamento che vieta la loro installazione vicino a luoghi sensibili, come scuole, luoghi di culto (inclusi i cimiteri), stabilimenti balneari, centri giovanili, cinema, parchi, uffici pubblici, banche, uffici postali. A Capri la distanza è fissata a 500 metri, rispetto ai 150 metri del Comune vicino. Un bando di fatto, viste le piccole proporzioni dei due Comuni isolani.

Stando alle nuove norme approvate a settembre a colpi di maggioranza – la minoranza si è astenuta, adducendo come motivo il mancato coinvolgimento delle associazioni di categoria – i gestori hanno tempo fino a metà dicembre per rimuovere le slot. «Siamo coscienti – commenta il sindaco De Martino – che questo provvedimento non sarà sufficiente a sconfiggere del tutto la problematica del gioco patologico. Tuttavia queste misure, adottate già da tante amministrazioni comunali e anche nel Comune vicino di Anacapri, possono fungere da deterrente per i giocatori più incalliti. Qui, come peraltro in tutta Italia, c’è un allarme relativo al gioco patologico e noi abbiamo ritenuto di dover fare qualcosa per invertire la rotta». E sugli eventuali ricorsi, che ci sono sempre in questi casi, il capo dell’amministrazione caprese non ha dubbi: «Se ci saranno, vinceremo, come ha già fatto Anacapri».

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