mercoledì 11 marzo 2020
A fronte dell'emergenza sanitaria che coinvolge il Paese, gli appassionati sono invitati a rinunciare a gite ed escursioni
L'appello del Cai: "Alpinisti, restate a casa!"
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"Io resto a casa, le montagne non si muovono". Questo lo slogan scelto dal Club alpino italiano, per invitare gli oltre 322mila soci a sospendere gite ed escursioni in questo periodo di emergenza sanitaria per l'epidemia di coronavirus. "Gli appassionati di montagna - si legge in una nota - sanno bene che in determinate situazioni bisogna rinunciare al raggiungimento di una vetta per non mettere a repentaglio la propria sicurezza, quella dei compagni e quella dei soccorritori, in caso di incidente. Tutto questo in nome del senso di responsabilità. Il momento che sta attraversando il nostro Paese, impone di saper rinunciare a ogni tipo di frequentazione delle nostre montagne da subito, prima ancora di uscire dalla propria abitazione e mettersi in cammino".

Un appello ad evitare escursioni ed arrampicate, in questo periodo così delicato per il sistema sanitario nazionale, è stato lanciato anche dal Soccorso alpino, la cui operatività, si legge in un comunicato, "non è al momento in alcun modo limitata dall'emergenza in corso". Ciò nonostante, prosegue la nota, "eventuali incidenti e ricoveri potrebbero aumentare il carico di lavoro degli ospedali e del personale sanitario, già fortemente provati dall'emergenza coronavirus". Inoltre, il Soccorso alpino "stigmatizza fortemente" l'attività sciistica fuoripista, aumentata notevolmente da quando il governo ha deciso la chiusura di tutti gli impianti di risalita e delle stazioni sciistiche. "Chiediamo a tutti - conclude la nota del Cnsas - di rinunciare a spostamenti non necessari e alle attività sportive in montagna, potenzialmente pericolose, anche nei pressi delle proprie abitazioni"

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