martedì 31 luglio 2018
L’ex-presidente della Camera accusa Salvini e il M5s «appiattito» «Il crocifisso negli uffici? Sono contraria solo alle strumentalizzazioni»
«Al governo c'è chi semina paura a colpi di slogan»
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Aquesto punto, dopo l’ennesima aggressione, è difficile minimizzare ancora l’allarme lanciato da Mattarella. «Il capo dello Stato sicuramente ha il polso di questo Paese e ha chiesto un impegno perché è preoccupato dell’escalation razzista», concorda la ex presidente della Camera Laura Boldrini, oggi parlamentare di Leu.

Salvini continua a negare l’emergenza razzista.
Dire come fa Salvini che il razzismo non è un problema dimostra come la propaganda ha la meglio sulla realtà. Ma ammettere da parte sua che ci sia un razzismo crescente equivarrebbe per lui a fare un mea culpa, perché è il primo ad aver diffuso odio verso i migranti e ad aver inquinato il dibattito pubblico, alzando l’asticella della disumanità. Se si parla di 'pacchia' o di 'crociere' per chi muore in mare significa che un voto vale più di una vita e questo è il messaggio che passa.

Quindi c’è una responsabilità del ministro dell’Interno?
Salvini usa slogan aggressivi, mira a trovare nei migranti il capro espiatorio. Questo arriva alle persone. Nel casertano la Caritas raccontava che chi sparava ai ragazzi, gridava 'Salvini, Salvini'. Se siamo arrivati a questo non possiamo non chiederci perché.

C’è un’esasperazione per un fenomeno fuori controllo?
Salvini ha spaventato l’opinione pubblica, perché è il miglior professore della paura. Diffonde la cultura del capro espiatorio. E le persone si sentono così legittimate a spingersi oltre. Ieri, mentre lui twittava slogan mussoliniani, l’atleta italiana Daisy Osakue è stata aggredita e ora rischia di non poter partecipare ai campionati europei.

Ma c’è stata un’incapacità di governare i flussi migratori o sono scuse?
Noi paghiamo il fatto di avere una legge sull’immigrazione, la Bossi-Fini, che ha sollecitato l’irregolarità, anziché facilitarne la gestione. Inoltre non si è investito nell’integrazione, vivendo come se ogni anno ci fosse un’emergenza.

Paghiamo il fatto che l’Europa ci ha lasciato soli?
C’è da dire che noi oggi non stiamo vivendo l’emergenza sbarchi. C’è un allarme politico-mediatico che non è giustificato, poiché abbiamo l’80 per cento degli arrivi in meno. È Salvini che vuole l’allarme, perché non può mantenere le promesse elettorali.

La flat tax?
No no. Salvini aveva promesso in campagna elettorale di rimandare indietro 600mila immigrati irregolari. Gli hanno spiegato alViminale che per farlo ci vogliono gli accordi di riammissione, che a oggi sono pochi. Così usa i migranti come arma di distrazione di massa. In più c’è la flat tax, l’abolizione della legge Fornero...

C’è il decreto per le motovedette alla guardia costiera libica.
Un provvedimento ignobile. Inemendabile. Va respinto. Il rapporto del segretario generale dell’Onu dice bene cosa succede ai migranti trattenuti nei centri libici, «oggetto di detenzione arbitraria, tortura, stupri sistematici, altre forme di violenza sessuale, lavori forzati e uccisioni». Tra gli autori si includono anche «funzionari statali». E la missione Onu in Libia ha documentato comportamenti «spregiudicati e violenti della guardia costiera libica anche durante i salvataggi». Nessuno può dire «Io non sapevo». È un documento ufficiale che sottoporrò ai colleghi perché ognuno si prenda le proprie responsabilità.

M5s è in piena sintonia...
Sono totalmente appiattiti, perché la parte più aperta è afona, non avendo più Fico come referente, ora che è presidente della Camera.

Lei è contraria anche al crocifisso nei luoghi pubblici.
Io sono cattolica, ma penso che riguardo alle scuole siano altre le priorità. Non si può arrivare a strumentalizzare il crocifisso, come è indegno strumentalizzare il Vangelo e il rosario, usarli a scopo propagandistico, facendone un elemento identitario. Giù le mani.

L’opposizione di centrosinistra è stata finora divisa. È arrivato il momento di rimettersi insieme? Si avvicinano anche le europee.
La sinistra ha bisogno di uno scossone per ricominciare. C’è in ballo il futuro dell’Ue. Bisogna cambiare l’Europa per salvarla e dunque fare una lista aperta, togliere i simboli di partito, che non hanno parlato all’elettorato progressista. Ci vuole uno slancio di generosità. I partiti si devono fare da parte. La posta in gioco è troppo alta.

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