lunedì 14 febbraio 2022
Rapporto di Save The Children: dal ritorno dei Taleban, un quinto delle famiglie per vivere deve contare sui figli, un afghano su 13 vive di elemosina, un terzo delle famiglie non ha più alcun reddito
Laila, 12 anni, costretta a lavorare per sfamare la famiglia
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Un quinto delle famiglie in Afghanistan è costretto a mandare i propri figli a lavorare, per il crollo dei redditi negli ultimi sei mesi. E sono circa un milione i bambini ora coinvolti nel lavoro minorile: lo rivela un’inedita ricerca di Save the Children.
Dopo anni di guerra, paura e sofferenza, dallo scorso agosto le condizioni dei bambini in Afghanistan sono ulteriormente peggiorate, due milioni di minori già soffrivano di malnutrizione e nel giro di poche settimane centinaia di migliaia di loro sono stati costretti anche a fuggire dalle loro case. Tantissimi si sono ritrovati a vivere per le strade, mentre sempre più famiglie sono costrette a gesti estremi pur di sfamare i propri figli. Anche a cederli per fame.

Oggi - denuncia l'Ong internazionale - la situazione è gravissima: 5 milioni di bambini sono sull'orlo della carestia e la grave crisi economica minaccia di lasciare più del 95% della popolazione in condizioni di povertà e con un sistema sanitario al collasso.
Le cliniche in tutto il Paese sono state costrette a chiudere. Il crollo dei servizi sanitari è una delle conseguenze dirette del congelamento delle risorse globali e della sospensione degli aiuti allo sviluppo. I bambini malati trovano solo porte chiuse e farmacie vuote. Per far fronte a questa drammatica situazione, Save the Children lancia una petizione per chiedere al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale di sbloccare i finanziamenti vitali per il Paese. Si può firmare la petizione per assicurare ai bambini afghani l’aiuto umanitario di cui hanno urgente bisogno.

Un sondaggio su 1.400 famiglie in 7 province dell'Afghanistan ha rilevato che, dal crollo dell'ex governo e dalla transizione del potere lo scorso agosto, l'82% di esse ha perso il reddito e il 18% ha dichiarato di non avere altra scelta che mandare i propri figli a lavorare. Secondo le stime di Save the Children, se un solo bambino in ciascuna di queste famiglie viene mandato a lavorare, più di un milione di bambini nel Paese sarebbe coinvolto nel lavoro minorile.

Un terzo (34,8%) delle famiglie intervistate ha perso interamente il suo reddito, mentre per più di un quarto (26,6%) le entrate si più che dimezzate. Circa il 36% ha riferito che sta comprando gli alimenti a credito al mercato, mentre il 24% ha detto di averlo fatto in precedenza. Quasi 4 famiglie su 10 (pari al 39% di quelle intervistate), prendono in prestito il cibo da quelle più agiate, rispetto al 25% che lo faceva in precedenza. Un afghano su 13 (pari al 7,5% degli intervistati) ha affermato di chiedere già l'elemosina o di fare affidamento sulla carità per sfamare i propri cari.

«Papà è morto e pulisco le case per 10 cent al giorno per aiutare mamma e quattro fratelli»

La scorsa settimana Save the Children ha parlato con Laila, 12 anni, che vive con sua madre e quattro fratelli in un campo profughi nella provincia di Balkh da quando suo padre è stato ucciso. Prima che Save the Children l'aiutasse, Laila puliva le case per l'equivalente di circa 10 centesimi di dollaro al giorno. Sua sorella di 15 anni sta ancora andando a lavorare. Laila ha detto: «Quando lavoravo nelle case delle persone, era molto difficile. Andavo a lavorare dalla mattina alla sera. Lavoravo perché dovevo. Andavo a portare a casa 10 afgani (l'equivalente di 10 centesimi di dollaro) e ci compravo il tè per la mia famiglia». La madre, Shugofa, 36 anni, ha detto: «Cosa posso provare quando un pezzo del mio cuore si spegne e lavora per gli altri? Ma cosa potrei fare? Mi addolorava vedere mia figlia lavorare pulendo i rifiuti e lo sporco delle persone. Senza un capofamiglia e con cinque figli senza un padre, si può immaginare quanto sia difficile... A volte mangiamo solo una volta al giorno, e altre volte mangiamo il pane da solo, tre volte al giorno. Faccio mangiare meno i bambini o una volta al giorno in modo che il cibo duri un giorno in più. E cuciniamo quantità minori, per evitare di rimanere senza cibo per il giorno successivo. I miei figli sono deboli e magri».

Questo inverno 14 milioni di bambini affronteranno probabilmente livelli di fame potenzialmente pericolosi per la vita e i tassi di malnutrizione stanno aumentando vertiginosamente. «Trattiamo ogni giorno bambini spaventosamente malati che da mesi non mangiano altro che pane. I genitori devono prendere decisioni impossibili: a quale dei loro figli daranno da mangiare? Qui il cibo non manca, i mercati sono pieni. Eppure i bambini muoiono di fame perché i loro genitori non possono permettersi di pagare», ha dichiarato il direttore di Save the Children in Afghanistan, Chris Nyamandi.

Save the Children sta fornendo alle famiglie denaro e kit invernali con articoli essenziali. L'assistenza in denaro aiuta a impedire alle famiglie di ricorrere al lavoro minorile, ai matrimoni precoci e alla riduzione dei pasti. Da settembre 2021 Save the Children ha raggiunto 763 mila persone, inclusi 430 mila bambini, e ha fornito a più di 127 mila persone trasferimenti di denaro per i loro bisogni e denaro contante per il cibo.

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