martedì 14 giugno 2022
Tantissimi amici hanno voluto dare l'ultimo saluto all'alpinista morto domenica sulla montagna che aveva salito quasi 6mila volte
Claudio Ghezzi, 69 anni, durante una delle quasi 6mila ascensioni in Grigna

Claudio Ghezzi, 69 anni, durante una delle quasi 6mila ascensioni in Grigna - Stefano Cardini

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La Regina si è voluta prendere il suo cavaliere più fedele, lasciando però nel dolore i tantissimi amici che, questa mattina, hanno salutato per l'ultima volta Claudio Ghezzi, 69 anni, morto domenica mattina sulla Grigna Settentrionale (2.410 metri), montagna che aveva salito quasi 6mila volte. E proprio in vista dell'ennesimo record, gli amici del Cai avevano intenzione di donargli una picozza dorata, che hanno invece dovuto posare sulla bara portata a spalla nella chiesa parrocchiale di Missaglia, paese della Brianza lecchese dove Ghezzi viveva e dove era conosciuto e amato da tutti. Da qui, quasi tutte le mattine, partiva per il Grignone,che era diventata la sua seconda casa. Saliva la mattina presto e dava una mano ai gestori del rifugio Brioschi, di cui era diventato grande amico. E anche quando la struttura era chiusa, Claudio partiva ugualmente, «per dare un'occhiata» e sincerarsi che tutto fosse a posto. O perché, semplicemente, questa montagna gli era davvero entrata nel cuore, soprattutto da quando, nel 1998, qui aveva perso la vita l'amico alpinista Giacomo Scaccabarozzi. Da allora aveva una ragione in più per arrampicarsi quotidianamente fino alla croce di vetta, ripercorrendo i sentieri da cui erano passati insieme tante volte. La montagna non aveva più segreti per Claudio, che aveva ripetuto più e più volte tutti gli itinerari che la percorrono. Compresa la ferrata dei Carbonari, dove ha perso la vita dopo un volo di una quindicina di metri, forse per aver messo un piede in fallo. Domenica era già salito al rifugio ma la chiamata di un'amica in difficoltà l'ha fatto ridiscendere per «dare una mano», come amava ripetere. L'ultimo dei tantissimi gesti di generosità di Claudio, diventato amico di tutti i frequentatori della Grigna. Che se l'è voluto prendere per sempre in una luminosissima domenica mattina, facendolo partire per l'ultimo viaggio con gli occhi colmi di sole e della straordinaria bellezza di questa montagna «ripida e ferrigna».

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