sabato 14 dicembre 2013
​Piromani presi mentre bruciavano rifiuti. L’Antimafia: occhi aperti sulle bonifiche. Soddisfatto il ministro Alfano​
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A poco più di una settimana dal­l’approvazione in Consiglio dei mi­nistri del decreto legge contro i ro­ghi di rifiuti ieri i primi arresti. A Mondra­gone e a San Felice a Cancello, nel caser­tano, due uomini sono stati arrestati per a­ver appiccato il fuoco a materiale perico­loso. Entrambi ai domiciliari saranno pro­cessati per direttissima per incendio di ri­fiuti.
 
Soddisfatto il vicepremier e ministro del­l’Interno Angelino Alfano. «È stata appli­cata – ha detto – la nuova fattispecie di reato inserita nel decreto approvato nello scorsa riunione di Governo. L’intervento dell’Esecutivo è stato utile». Il primo arresto è avvenuto sul litorale do­mizio a Mondragone. I vigili urbani han­no scoperto un uomo intento a dare alle fiamme rifiuti vari, classificati anche co­me speciali. Il piromane prima è stato ob­bligato a spegnere il fuoco, poi messo ai domiciliari.
 
Ad alcune decine di chilometri di distan­za, nel comune di San Felice a Cancello, i carabinieri hanno arrestato un uomo mentre dava alle fiamme rifiuti speciali e pericolosi su un terreno demaniale, in par­ticolare materiale in plastica, tavole di tru­ciolato e immondizia varia. A chiamare i militari è stato un cittadino che aveva no­tato la colonna di fumo nero innalzarsi nel cielo. Questi episodi hanno fatto da corollario alla missione a Caserta della Commissio­ne parlamentare antimafia. «Siamo qui per capire il rapporto tra poteri mafiosi e il ci­clo dei rifiuti che negli anni ha portato a conseguenze drammatiche. Questa è so­lo la prima missione, non ci fermeremo» ha assicurato la presidente della commis­sione antimafia Rosi Bindi.
 
In prefettura a Caserta, i parlamentari hanno ascoltato i prefetti di Napoli e Caserta, i procuratori della Repubblica di Napoli, di Santa Ma­ria Capua Vetere, di Nola e i magistrati del­la Dda di Napoli, impegnati nella lotta al­la camorra. «Un sistema criminale ha ge­stito il ciclo dei rifiuti tra Caserta e Napo­li, ma temiamo che questo sistema sia an­cora all’opera» ha spiegato Bindi che, so­stenuta dalle dichiarazioni dei magistrati, ha confermato i sospetti già avanzati da molte parti. «I rifiuti speciali dal Nord con­tinuano ad arrivare e c’è chi vuole guada­gnare con le bonifiche».
 
Non sarà invece ascoltato il collaboratore di giustizia Car­mine Schiavone, poiché nelle interviste re­se di recente non ha detto nulla di nuovo. Sull’attività di bonifica e sugli appalti, ha assicurato Bindi, «vigileremo. Tra i sugge­rimenti dei magistrati – ha aggiunto – vi è quello condivisibile di prevedere una nor­ma che escluda dai bandi per le mappa­ture dei terreni le aziende che si sono mac­chiate di reati ambientali».
 
Ascoltati dai parlamentari anche i rappre­sentanti della Coldiretti locale e delle as­sociazioni ambientaliste, che hanno fatto notare come siano crollate le vendite del­l’agro- alimentare campano costringendo molti imprenditori agricoli a svendere il raccolto. La Commissione parlamentare ha visita­to la discarica Resit, nel giuglianese. «Ho vi­sto – ha concluso Bindi – i bimbi del cam­po rom che giocavano nella discarica tra i fumi dei rifiuti e il percolato: è inaccetta­bile ».
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