giovedì 20 agosto 2015
​Apre la 36esima edizione. Venerdì Galantino, martedì prossimo atteso Renzi. 
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​Qualche stand in meno, ma il Meeting non cambia. Meno moquette e più contenuti: a Rimini, mentre termina il lavoro dei 500 che anche quest’anno hanno lavorato gratis per renderlo possibile, nel pre-Meeting, raccontano così la kermesse che, incurante della crisi e di vecchi e nuovi detrattori, oggi apre i battenti per la 36esima volta. Bicchiere mezzo pieno, innanzitutto, per la presenza dei volontari, che anche quest’anno sfioreranno quota 3mila, ma anche per l’autorevolezza di ospiti e contenuti a dispetto di una contrazione degli sponsor (3 milioni e mezzo quest’anno), messa già in preventivo, alla luce della crisi e dei robusti investimenti sulla concomitante Expo, spiegano i dirigenti della manifestazione.  Ci sta, nel Meeting della 'mancanza' – tema preso in prestito dai versi di Mario Luzi – qualche soldino e qualche spazio espositivo in meno per una manifestazione che costa 5 milioni e 400mila euro, se questo aiuta a stare sul pezzo. Specie in una fase cruciale che attraversa il mondo di Comunione e Liberazione (movimento dalla cui esperienza il Meeting scaturisce, pur non essendone diretta espressione) a 10 anni dall’avvento di Julian Carrón alla guida della Fraternità (dopo la morte di don Giussani) e a due dalla ascesa di papa Bergoglio al soglio pontificio. Occasione centrale di riflessione, l’incontro di domani mattina con il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino sulla «persona e il senso del limite». Prima novità, la partenza in mezzo alla settimana. Per venire incontro alle esigenze della famiglie che non sempre ce la fanno a star qui sette giorni e che avrebbero fatto fatica a protrarre la loro presenza fino a fine mese con gli impegni incombenti di scuola e università. L’ultima trovata di un Meeting che cambia per restare se stesso. Dibattito che parte alla grande quest’anno sin dalla vigilia, con i messaggi inviati da Papa Francesco e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che vanno subito al bersaglio grosso, quel senso di incompiutezza (che il poeta definisce mancanza) che è il cuore del senso religioso, fattore di unità del genere umano ultimamente usato per lo scopo opposto: per fare dell’altro uomo un nemico da sopprimere nel modo più brutale possibile. Per spingere verso una terza guerra mondiale evocata senza giri di parole e con grande preoccupazione sia dal Papa che dal Capo dello Stato. E c’è da immaginare che sarà questo il tema anche di un altro contributo inatteso che – attraverso un audio-messaggio – vedrà il segretario generale dell’Onu Ban Kimoon, dare il via al primo, atteso incontro sulle religioni «parte della soluzione, non problema»: un dialogo tra il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, il rettore della moschea di Lione, l’imam Azzedine Gaci e Haime Korsia, gran rabbino di una Francia divenuta in questi ultimi mesi epicentro del rischiointolleranza nel Vecchio Continente. Sullo stesso filone l’incontro di lunedì con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il suo omologo tunisino Taieb Baccouche, sulla politica internazionale del Mediterraneo.  Un Meeting quindi che a fronte dell’eterno tentativo di ricacciarlo nel chiacchiericcio della polemica politica tenta di caratterizzarsi sempre più per un’impostazione universale e soprattutto concreta, anche quando gli interlocutori sono i protagonisti di prima grandezza della politica italiana. Attesa soprattutto per Matteo Renzi, per le parole che userà e per l’accoglienza che gli sarà riservata martedì mattina, quando si cimenterà sull’Italia alla 'sfida del mondo'. Sfida che vede il suo governo a metà del guado, a volte a un passo dalla svolta e a volte, di nuovo, a rischio-palude.  Attesa anche per gli altri ministri, Galletti, Martina, Poletti, Delrio e infine Padoan, che chiuderà mercoledì. Tutti inchiodati a confrontarsi sui temi istituzionali. Curiosità per i vari Carlo Petrini (guru di Slow Food), Fausto Bertinotti e Luciano Violante – o l’anarcolinguista Noam Chomsky – a confronto con i temi religiosi più profondi. Ma nessuno sbilanciamento, precisano i responsabili del Meeting. 
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