venerdì 26 giugno 2020
In Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna indice di contagio sopra 1. Diversi i nuovi focolai. Trenta morti nelle ultime 24 ore, due malati in più in terapia intensiva
Dieci focolai attivi. L'Oms: «Covid come la Spagnola, allerta per l'autunno»
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L'epidemia di Covid-19 in Italia non si è ancora spenta e il virus è ancora in grado di trasmettersi in modo efficace. Sono dieci, infatti, i focolai che restano accesi lungo la Penisola anche se vengono tenuti sotto controllo dalle autorità sanitarie. C’è la “zona rossa” istituita a Mondragone, nel Casertano, dove sono stati messi in quarantena i residenti dei palazzi ex Cirio, con 30 positivi accertati. Altri cluster sono stati individuati a Bologna (14 contagiati in un’azienda di logistica e 12 in un’attività commerciale), a Palmi, in provincia di Reggio Calabria (8 persone infette in isolamento domiciliare nel rione della Tonnara), a Montecchio Emilia, nel Reggiano, con un focolaio che riguarda due famiglie con legami parentali (7 i casi), e poi a Bolzano (11 positivi), in una casa di accoglienza per persone bisognose nei pressi di Como (trovati 7 contagiati) e, ancora, nei territori di Prato e Pistoia. Nella baia di Porto Empedocle (Agrigento), è ancorata la nave di migranti della Sea Watch con a bordo 28 positivi accertati. Ci sono poi altri piccoli focolai in una casa di riposo di Alessandria e a Roma, all’interno di un istituto religioso, in una palazzina nel quartiere della Garbatella e all’ospedale San Raffaele Pisana.

«Non c’è preoccupazione, comunque, il sistema tiene – rassicura Ranieri Guerra, vice direttore delle iniziative strategiche dell’Oms –, era tutto atteso ampiamente, è inevitabile che scoppino dei focolai, come accade anche in altri Paesi, però dobbiamo stare attenti, continuare ad adottare certi comportamenti».

Servono ancora, quindi, il distanziamento fisico, la rigorosa igiene delle mani e le mascherine da indossare, soprattutto in ambienti chiusi. L’emergenza non è finita, il coronavirus «si sta comportando come avevamo ipotizzato», prosegue Guerra, e «il paragone è con Spagnola che si comportò esattamente come il Covid: andò giù in estate e riprese ferocemente a settembre e ottobre, facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata». Guardia alta, dunque, nell’ipotesi, ritenuta sempre più probabile, di una ripresa dell’epidemia in autunno.

Il “quadro clinico” del Paese conferma comunque al momento una «bassa criticità» con casi in aumento in alcune aree, e nuovi casi di infezione diagnosticati grazie anche all’intensa attività di screening sul territorio e al monitoraggio dei contatti stretti attraverso accurate indagini epidemiologiche.

La condizione di «bassa criticità» emerge anche dai dati del report dell’Istituto superiore di sanità relativo al periodo 8-21 giugno, pubblicato oggi. Sono tre le regioni con indice di contagio “Rt” (cioè il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia) sopra 1: Emilia Romagna (1.01), Lazio (1.24) e Lombardia (1.01). La Toscana sfiora l’“Rt 1” fermandosi a 0.96. L’Umbria è invece l’unica con Rt uguale a zero. «La situazione continua a essere buona e l’indice Rt è sotto 1 su scala nazionale – commenta Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute –, naturalmente persistono differenze nell’incidenza tra regione e regione. Sono presenti dei focolai anche di una certa rilevanza, che indicano che il virus in determinati contesti è in grado di circolare rapidamente. Ciò induce a mantenere i comportamenti adeguati e soprattutto identificare e contenere prontamente i focolai che dovessero insorgere come attualmente si sta facendo».

A definire la linea di tendenza dell’epidemia è anche il bollettino della Protezione civile: sono 259 i nuovi casi di contagio (di cui 156 in Lombardia) e 30 i morti registrati ieri in Italia. Il numero totale di positivi nel nostro Paese è di 17.638, quello dei deceduti è pari a 34.708, il numero di guariti è salito a 187.615 (con un incremento di 890), il numero di ricoverati con sintomi è pari a 1.386 (-129 su l’altro ieri), quello dei ricoverati in terapia intensiva invece è 105 (+2 su giovedì), quello delle persone poste in isolamento domiciliare 16.177 (-508 sul precedente rilevamento). Le regioni con 0 casi sono state ieri Basilicata, Valle d’Aosta, Sardegna, Provincia autonoma di Bolzano e Sicilia.

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